Home Serie Tv The New Pope, la recensione da Venezia 76: il nuovo miracolo di Paolo Sorrentino

The New Pope, la recensione da Venezia 76: il nuovo miracolo di Paolo Sorrentino

A tre anni dalla prima stagione, Paolo Sorrentino torna in tv grazie a The New Pope, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.

pubblicato 1 Settembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 15:04

Tre anni dopo The Young Pope, serie Sky, HBO e Canal+ poi candidata sia ai Golden Globe che agli Emmy, Paolo Sorrentino è tornato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con la seconda attesissima stagione, The New Pope, presentata in anteprima mondiale con due episodi su nove: Il 2° e il 7°.

Scelta inusuale, che ha seguito quanto già fatto da Nicolas Winding Refn all’ultimo Festival di Cannes con la serie Amazon Too Old to Die Young (in quel caso vennero presentati gli episodi 4 e 5), qui in qualche modo mitigata da due riassuntoni che hanno mostrato alla stampa anche quanto raccontato negli episodi 1, 3, 4, 5 e 6. A larghissimi tratti, Paolo ha di fatto spoilerato un buon 70% di una stagione che promette di replicare il miracolo produttivo del 2016

—–> SPOILER

Ma dove eravamo rimasti, a fine 2016, con il decimo e ultimo episodio di The Young Pope? Al pontefice Law affacciato su piazza San Marco, a Venezia, che capitola dopo aver visto i propri genitori tra la folla. Ebbene Papa Pio XIII è entrato in coma, con il Vaticano ‘costretto’ ad eleggere un nuovo Papa, dopo nove mesi di attese e preghiere. A conquistare il conclave un cardinale italiano che sceglie il nome di Francesco II, come San Francesco, perché desideroso di aprire la Chiesa al mondo, ai poveri. Visto con estremo timore dai capoccioni ecclesiastici, Francesco muore di infarto, tanto da dover trovare un nuovo nuovo Papa. Ed è qui che subentra Giovanni Paolo III, interpretato da John Malkovich, aristocratico cardinale britannico da tempo in lutto per il decesso del proprio fratello gemello, nonché segnato da un indicibile senso di colpa legato ad una propria decisione passata, eticamente vergognosa.

Il 2° episodio di The New Pope si concentra interamente sulla conoscenza di questo nuovo Pontefice, che Silvio Orlando (Cardinale Angelo Voiello), Javier Cámara (Cardinale Bernardo Gutierrez), Cécile de France (Sofia), Maurizio Lombardi (Cardinale Mario Assente) e Ludivine Sagnier (Esther) andranno a conoscere personalmente, prima di dar vita al conclave che lo eleggerà pontefice. Tra questi saloni e giardini della campagna inglese Sorrentino torna al suo inconfondibile Cinema, fatto di avvolgenti carrelli, dolly e campi lunghi, mentre Luca Bigazzi, storico direttore della fotografia del regista, pennella oscurità tra interni unicamente illuminati da sfarzosi lampadari.

La penna di Sorrentino, che ha co-sceneggiato l’intera serie insieme ai più che fidati Umberto Contarello e Stefano Bises, è inconfondibile sin dalle primissime scene, che vedono Silvio Orlando primeggiare in sagacia e ironia, mentre personaggi visibilmente secondari in The Young Pope, vedi la Sofia interpretata da Cécile de France, guadagnano spazio lasciando intravedere inattese ambiguità. Mattatore assoluto un Malkovich quasi jokeriano, di viola vestito e con gli occhi pittati come il celebre villain DC, Papa depresso dallo stile ipnotico ma dall’interiore fragilità di una porcellana. La chiesa sorrentiniana è sotto assedio, dopo il coma di Papa Pio XIII e la morte sospetta di Francesco II, e Giovanni Paolo III parrebbe essere la scelta ideale, dinanzi ad un mondo incattivito, segnato dalla tragedia dei migranti e spaventato dall’estremismo religioso islamico. Realtà, quest’ultime, solamente accennate nei due episodi mostrati alla Mostra del Cinema ma ben presenti all’interno della stagione, che tra le proprie novità attoriali si concede anche Sharon Stone, Massimo Ghini e Marilyn Manson.

Con il settimo episodio, interamente mostrato alla stampa, Sorrentino torna invece a Venezia, dove avevamo lasciato Jude Law al termine della prima stagione, miracolosamente risorto dopo 9 mesi di coma. Non più pontefice, perché un altro Papa è stato eletto al suo posto, bensì un vero e proprio santo, in grando di compiere l’impossibile attraverso la preghiera. La figura di Papa Pio XIII prende la strada della beatificazione in vita, coinvolgendo il dramma famigliare di uno stimato medico e sua moglie, da undici anni al capezzale del figlio gravemente malato. Law, in slip bianco nell’iconica sigla di apertura che lo vede riemergere dalle acque del Lido come una Bond Girl qualsiasi, vive con ansia e timore l’inevitabile reazione della stampa e dei fedeli, pronti a gridare al miracolo di fronte a ciò che la scienza aveva definito impossibile. Il suo risveglio.

Dopo aver concentrato la propria attenzione sulle dinamiche interne al Vaticano con la prima stagione, Sorrentino guarda dichiaratamente al mondo esterno con The New Pope, affrontando tematiche quanto mai attuali come il dramma dei migranti e il fondamentalismo islamico. L’occhio del regista va ad ampliarsi, in tutti i sensi, coinvolgendo maggiormente personaggi nel 2016 rimasti ai margini della storia, senza però mai dimenticare aspetti complessi legati alla Chiesa di oggi, come l’omosessualità all’interno del clero e la dilagante corruzione. Assente nei primi episodi, il giovane Papa di Law è comunque più che presente, e in netto contrasto al ‘nuovo’ Papa Malkovich, in quello che potrebbe diventare scontro d’altri tempi, costruito con intensa e affascinante efficacia.

L’impressione, dopo le storiche nomination agli Emmy di The Young Pope, è che Sky, HBO e Canal+ abbiano pesantemente investito per far compiere a Sorrentino un ulteriore passo in avanti, che all’interno della serialità italiana potremmo definire epocale, tanto dal punto di vista produttivo quanto qualitativo. In attesa di un eventuale e distopico The Last Pope?