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La Casa di Carta, una terza parte da record che mostra la forza internazionale di Netflix

Ai “nemici” interni americani Netflix risponde con la forza delle sue produzioni internazionali (e la lotta si fa sempre più dura)

pubblicato 2 Agosto 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 16:14

Nei giorni scorsi durante gli incontri del TCA (Television Critics Association) Jennifer Salke, presidente di Amazon Studios, ha spiegato come non rientri nella strategia di Amazon Prime Video svelare i numeri delle proprie visualizzazioni, perchè, di fatto, per loro la piattaforma di streaming è un’integrazione del macro-sistema che è rappresentato da Amazon.

La spiegazione può più o meno soddisfare, può essere vista come una scusa per non mostrare dati bassi, ma in ogni caso ha una sua forma di coerenza e di significato. Così come è comprensibile la scelta opposta di Netflix che, dopo la ritrosia iniziale, sta iniziando a diffondere frequentemente i propri dati di visualizzazione, non solo americani ma anche globali. Una scelta anche questa coerente con la propria strategia di penetrazione e di comunicazione, ancor di più possibile se ci sono record infranti da raccontare.

34.355.956 questi gli Account, quindi gli abbonamenti che in tutto il mondo hanno guardato la terza parte de La Casa di Carta nei primi sette giorni dal rilascio dello scorso 19 luglio. Come sottolineato da Variety si tratta della miglior settimana mai fatta registrare da una serie non in lingua inglese di Netflix. Ma i record de La Casa di Carta non si fermano qui.

Perchè gli la terza parte della serie spagnola in molti paesi come la natia Spagna, ma anche la Francia, l’Italia, l’Argentina, il Portogallo, il Brasile e il Cile è stata la serie o film Netflix più visto nei primi sette giorni in assoluto e non solo per le produzioni in lingua inglese. Fermandoci all’Italia il successo de La Casa di Carta era facilmente prevedibile anche attraverso un semplice giro sui social media, o a Milano dove più di 5000 persone hanno assistito all’anteprima in piazza. La forza de La Casa di Carta supera le barriere linguistiche, generazionali e conquista tutti gli abbonati Netflix, sempre considerando i limiti di dati complessi da raccogliere tra profili multipli, visualizzazioni incomplete e simili.

Oltre il 70% di chi ha visto la terza parte ha finito gli episodi entro la prima settimana. Per fare un paragone Stranger Things 3, lanciato il 4 luglio, nei primi 4 giorni è stato visto da 40.7 milioni di spettatori ma solo 18,2 lo avevano finito in 7 giorni contro i 24 de La Casa di Carta.

Questo successo internazionale, arrivato fino all’India come sottolinea Diego Avalos, direttore degli originali di Spagna per la piattaforma, è importante per Netflix che negli Stati Uniti si prepara a fare i conti con una concorrenza in forte ascesa, che mira a intaccare anche il catalogo dei contenuti, basti pensare che nei prossimi mesi il catalogo americano perderà Friends, The Office, i film Marvel presi dalle piattaforme di streaming Warner (HBO Max), Universal (ancora senza nome) e Disney+. Ma mentre queste nuove piattaforme concentreranno i loro affari soprattutto in patria (solo Disney+ e Apple hanno piani già stabiliti di espansione internazionale), Netflix può contare su un solido bacino di utenti globali, come mostra un successo come La Casa di Carta in cui paesi come USA o Regno Unito rappresentano solo una piccola parte degli spettatori.

Amore, passione, spirito latino, azione e divertimento sono gli ingredienti che forse spiegano il successo de La Casa di Carta. Indubbiamente la terza stagione ha vissuto sulle spalle delle prime due parti riproducendo la formula della rapina in molti suoi aspetti e riuscendo anche a costruirla in modo simile tra flashback e voce narrante. La serie originariamente si concludeva con la seconda parte, anche alla luce del fatto che si trattava di una serie trasmessa da Antena 3 in Spagna che ebbe un risultato modesto e solo grazie a Netflix arrivò alla ribalta internazionale.

Il rinnovo divenne per Netflix più una necessità commerciale per assecondare il successo globale della formula che un’esigenza creativa. Da qui una formula ricalcata ma anche un elemento ribelle e rivoluzionario, di lotta contro i poteri forti, più alleggerito e portato fino alle sue estreme conseguenze. Il fascino della rapina delle prime due parti, si trasforma in un incubo necessario in questa terza, quasi come se fosse necessario far capire che gli uomini in rosso non sono eroi positivi ma criminali.

L’amore per gli altri, una banda come una famiglia” è uno degli aspetti vincenti secondo il dirigente Netflix spagnolo Avalos, il quale sottolinea come l’animo latino della serie, che accomuna il Sud America e i popoli mediterranei, Italia compresa, sia un altro elemento importante.

I latini spesso hanno poche risorse a disposizione e hanno imparato a organizzarsi”, la famosa “arte di arrangiarsi” degli italiani e dei latini contro l’organizzazione nordica, americana o britannica, dove non ha caso, la serie ha avuto meno successo. In questa terza stagione soprattutto “ci sono morti, disastri, problemi, tradimenti, ma questo per i latini diventa una risorsa“.

Avalos ha sottolineato come, anche grazie a La Casa di Carta ma soprattutto alla diffusione delle piattaforme di streaming che hanno ridotto le distanze, c’è minore diffidenza verso i prodotti non in lingua inglese. “C’è uno spirito diverso oggi, l’idea che possiamo competere a livelli produttivi e creare qualcosa ancora più coinvolgente”.

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