Home Notizie Andrea Camilleri, addio al padre del Commissario Montalbano: aveva 93 anni

Andrea Camilleri, addio al padre del Commissario Montalbano: aveva 93 anni

Il drammaturgo si è spento stamattina all’ospedale Santo Spirito di Roma all’età di 93 anni

pubblicato 17 Luglio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 16:54

Addio ad Andrea Camilleri. Scrittore, regista, drammaturgo, Andrea Camilleri è venuto a mancare all’età di 93 anni all’ospedale Santo Spirito di Roma, dove era stato ricoverato un mese fa per una crisi respiratoria. Ad annunciare la triste notizia la Asl di Roma 1, che ha rivelato che l’autore si è spento alle 08.20 del 17 luglio 2019:

Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio.

Andrea Camilleri, una vita all’insegna dell’arte

Per tutti resterà il padre de Il Commissario Montalbano, ma Andrea Camilleri è sempre stato molto più di questo. Autore, regista, docente di regia all’Accademia d’arte drammatica (dove conobbe l’allievo Luca Zingaretti), insegnante al Centro Sperimentale di Cinematografia, scrittore, curioso del mondo e della cultura, uno degli ultimi intellettuali che questa nazione abbia partorito, sempre attento alla contemporaneità e sempre un passo avanti agli altri con quello sguardo d’insieme sulla società italiana che neanche la cecità ha potuto appannare negli ultimi anni della sua vita. Mai domo, ha continuato a far sentire la sua voce a difesa degli ultimi, a tutela della libertà di pensiero, della democrazia, dell’umanità sia in tv sia nei suoi romanzi, da quelli storici – ‘allegoria’ dei giorni d’oggi – a quelli incentrati sul suo personaggio più amato, Salvo Montalbano, commissario di Vigàta, paese immaginario che raccoglieva la sua Sicilia, da Porto Empedocle dove era nato il 6 settembre 1925, a Sciacca.

Una carriera legata a doppio filo alla Rai, e nello stesso tempo liberissima: partecipa al famoso concorsone Rai nel 1954 – lo stesso che vide l’ingresso in azienda, tra gli altri, di Umberto Eco Furio Colombo e Gianni Vattimo – ma non viene assunto perché, a sua detta, iscritto al PCI. Entrò in Rai nel 1957 e seguì come delegato di produzioni molti sceneggiati dell’epoca, prima di passare alla regia con la trasposizione di Lazarillo.

Andrea Camilleri e la serie de Il Commissario Montalbano in tv

Il suo primo successo letterario è datato 1980, con Un filo di Fumo, mentre il primo romanzo per Sellerio fu La strage dimenticata (1984), che non ebbe gran seguito. Il gran successo letterario arriva negli anni ’90 e lega indissolubilmente la sua carriera di scrittore alla casa editrice siciliana: dopo La stagione della caccia (1992) [trasposta solo nel 2019] e La bolla di componenda (1993) arriva il primo romanzo con Salvo Montalbano protagonista, ovvero La forma dell’acqua (1994) che diventa fiction sei anni più tardi, terzo episodio della serie alla francese tratta o ispirata alle indagini del commissario che debutta su Rai 2 nel maggio 1999 con Il ladro di merendine e La voce del violino. I primi due film tv ottennero subito un gran riscontro di pubblico, registrando oltre 6,5 milioni di telespettatori e uno share del 26% di media.

Da allora Il Commissario Montalbano non ha conosciuto ostacoli, diventando anche il titolo più venduti dalla Rai nel mondo: nel 2019 ha festeggiato i suoi ‘primi’ 20 anni, la sua tredicesima stagione e il suo 34esimo episodio, mentre le sue repliche – trasmesse senza soluzione di continuità da Rai 1 – non mancano di vincere l’Auditel con numeri sempre molto alti. Basti pensare che in tempi di ‘vacche magre’ per gli ascolti come quelli che stiamo vivendo l’ultimo film tv in prima visione, Un diario del ’43, ha registrato su Rai 1 10.150.000, per uno share del 43,3% lo scorso febbraio.

Attualmente sono in scorso le riprese dei nuovi episodi della serie di Montalbano, con Luca Zingaretti anche alla regia visto il momentaneo malessere di Alberto Sironi registrato da molti dei testimoni che stanno seguendo le riprese in Sicilia. Ora però sembra vicino anche l’addio al Commissario: da tempo Camilleri aveva rivelato che l’ultimo romanzo della serie di Montalbano, intitolato Riccardino, è chiuso in cassaforte e sarebbe stato pubblicato a tempo debito. Intanto è in libreria l’ultimo finora pubblicato, Il cuoco dell’Alycon, il 30esimo della serie di Montalbano.

Andrea Camilleri e le ultime apparizioni

Tra le ultime apparizioni di Camilleri in tv spicca l’intervista a Domenico Iannacone per Che cosa ci faccio qui e il collegamento in diretta con Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa (febbraio 2019)senza dimenticare Conversazione su Tiresiala suggestiva serata realizzata al Teatro Greco di Siracusa trasmessa lo scorso 5 marzo in prima tv.  Il Maestro stava peraltro lavorando su uno spettacolo che avrebbe dovuto tenere il 15 luglio alle antiche Terme di Caracalla e dedicato alla sua Autodifesa di Caino.

Solo qualche settimana fa, inoltre, era stato ospite di Massimo Giannini nel suo quotidiano Circo Massimo su Radio Capital (ascoltabile sul sito della Sellerio). Proprio in occasione di questa intervista, Camilleri ha commentato – in diverse occasioni – la condotta politica e comunicativa del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Non credo in Dio, vederlo impugnare il rosario dà un senso di vomito… E’ chiaro che tutto questo è strumentale. Fa parte della sua volgarità” disse, scatenando la fin troppo ovvia reazione del Vicepremier leghista, che dedicò allo scrittore un momento di uno dei suoi compulsivi video Facebook. “Camilleri dice che lo faccio vomitare perché impugno il rosario? Mi dispiace perché io adoro Montalbano. Non pensavo che un rosario, parlare di Maria, di padre Pio o San Francesco potesse far vomitare o fosse sintomo di volgarità… Che dire? Camilleri, scrivi che ti passa“.

Come negare che Camilleri avesse ragione. E forse il vicepremier non ha letto molto bene i romanzi di Montalbano, viste le continue critiche del Commissario ai Governi, di ogni colore, alla gestione delle risorse destinate alle Forze dell’Ordine, alla retorica politica, alle frasi fatte, alla propaganda sfacciata, alla cieca obbendienza del seguace. C’è sempre tempo, vista la grande quantità di materiali che ci ha lasciato: una testimonianza puntuale della sua carriera e dei suoi contenuti è custodita dal sito Vigata.org