Home Enrico Mentana Maratona Mentana, 22 ore non bastano alla ‘trinità’ de La7: si sfora, ma i record sono altrove

Maratona Mentana, 22 ore non bastano alla ‘trinità’ de La7: si sfora, ma i record sono altrove

La #MaratonaMentana si chiude alle 20.43, dopo 22 ore e 13 minuti di diretta…

pubblicato 27 Maggio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 19:17

Tre fasce orarie, tre cambi d’abito, nessuno di questi che prevedesse un pigiama: Mentana ha concluso la “madre” di tutte le sue no-stop provato ma non domo.  La MaratonaMentana per le Europee 2019, con Amministrative annesse, si è chiusa alle 20.43, 22 ore e 13 minuti dopo l’ingresso del direttore del TgLa7 nella tradizionale arena delle sue imprese giornalistiche. Di queste 22 ore e 13 minuti, Mentana ne ha trascorse solo due e mezza lontano dalle telecamere, concedendole a Myrta Merlino ‘in cambio’ di una rinfrescata e uno spuntino (immaginiamo). Saltato anche il tradizionale Tg delle 13.30: per la serie ‘Noi oggi facciamo questo. Se volete gli altri fatti della giornata cercateli altrove”. Scelte precise.

Per il resto, un uomo solo a raccontare quello che stava succedendo in ogni ruolo possibile, anche quello di ospite seduto accanto agli altri. “Faccio l’ospite di me stesso… sto per darmi la parola” scherza sedendosi in mezzo agli altri quando ormai erano quasi le 5 del mattino. Dopo essersi lanciato da solo, arriva a ‘invitarsi’. Se non sono record questi…

L’analisi politica del direttore e dei suoi ospiti non si è mai interrotta, anche nel pieno della notte. E non a caso uno dei pochi ringraziamenti del direttore è per chi l’ha raggiunto alle 5.00 di mattina: “E’ stato commovente vederti arrivare, davvero“, dice ad Alessandro De Angelis, che l’ha raggiunto, sorridente, quando ormai si avvicinava l’alba unendosi ai superstiti Damilano, Bechis, Sorgi, tra i più resistenti.

Come promesso è stata davvero “la madre di tutte le no-stop”, per durata e varietà di contenuti: dall’analisi dei primi multipoll all’arrivo dei primi dati reali, passando per le configurazioni del Parlamento Europeo e sopratutto per le conseguenze per la politica italiana. Il tutto poi sostituito nel pomeriggio da una staffetta di inviati e collegamenti per seguire le Amministrative, con l’andirivieni di candidati vincenti e trombati, collaboratori diversi, siparietti con Emiliano e Celata fedele spalla, giornalistica e comica, che dopo aver presidiato il QG del M5S per un’intera serata, intorno alle 4 di mattina si è presentato in studio, ricevendo in cambio un “E tu che ci fai qui?”. (E intanto Celata non molla, presente anche a Propaganda Live).

Ed è proprio con Celata che si chiude la terza e ultima parte della lunga maratona, dedicata alle conseguenze del voto, con gli ultimi determinanti momenti della riunione blindata dei vertici del Movimento 5 Stelle, con l’inviato pronto a raccogliere qualche dichiarazione per il direttore che si prende la responsabilità prima di rubare qualche minuto a Otto e Mezzo e Propaganda Live e poi quella di ‘concederla’, quando ormai “tutto quello che poteva essere raccontato è stato raccontato“.

Nel mezzo tutto quello che fa la maratona di Mentana LA maratona elettorale: del genere abbiamo già parlato, della funzione narrativa anche, della godibilità pure. A tenere unite le componenti il direttore, ultimo esponente – secondo Linus che l’ha citato a Radio Deejay nel ricordo di Vittorio Zucconi – della categoria dei giornalisti ‘gigioni’, inteso come complimento e non come diminutio, come capacità di analisi e racconto, condito da ironia e da una certa ‘disinvolta naturalezza’, spruzzata di compiacimento, che rendono il loro racconto del tutto unico.

Mentana uno e trino quindi: tre segmenti, tre fasce orarie, dalla seconda serata + notte della domenica, al daytime (mattina e pomeriggio) terminando in access prime time. L’annunciata ospitata a Propaganda Live, che lo avrebbe portato anche in prima serata è, però, saltata: il direttore non si è nominato tra gli ospiti della puntata, la stanchezza potrebbe aver preso il sopravvento, considerato anche le non perfette condizioni di salute, tradite subito da quell’improvviso calo di voce ancor prima dell’inizio della Maratona, poi confermate da una voce dal sentor di raffreddore e da una tosse che ha conquistato spazio con i risultati delle Amministrative. La Trinità è anche collettiva: al direttore va aggiunta una redazione indefessa e devota e una squadra di tecnici che non ha mollato mai e ha realizzato la 24h di Mentana senza poter neanche sbagliare una virgola, come vuole la professionalità.

Alla fine il direttore è apparso particolarmente stanco, e ci mancherebbe pure. Pare essere lontano il Guinness World Record del talk tv più lungo della storia – accreditato a un conduttore nepalese con 62 ore e 12 minuti, in onda dall’11 al 14 aprile 2013 – ma una menzione speciale potrebbe anche meritarla: la madre di tutte le maratone è stata visibilmente sofferta, anche se la lucidità non è mai mancata. Ma Mentana non deve dimostrare niente a nessuno: questo è il suo specifico, è il suo ‘format’, è il suo stile. A un certo punto mi son ritrovata a dire al teleschermo, contro il mio stesso piacere di sentire il suo racconto politico, “Vai a dormire un po’”: l’occhio sempre più gonfio, la bocca sempre più asciutta, la mascella sempre meno articolata, l’eloquio sempre più lento mi hanno portato a chiedermi il perché di tanto stoicismo. Forse semplicemente “perché je va”. E va bene così.

PS. Il pigiama, però, arriva a Celata…

Enrico MentanaLa7