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Meraviglie è commovente. Punto.

E Alberto Angela è un cult(o). Ben coltivato.

pubblicato 12 Marzo 2019 aggiornato 9 Novembre 2020 14:54

La seconda stagione di Meraviglie riparte dall’esperienza di Stanotte a… e offre ai telespettatori un’esperienza tra le bellezze note e ignote del patrimonio Unesco in Italia ancora più raffinata.

Il risultato è commovente. Non ho altri commenti, di fatto, di fronte alla passione con cui Angela costruisce e declina il suo racconto e alle immagini realizzate: mozzafiato le sequenze aeree in Costiera Amalfitana, incredibilmente suggestive quelle delle ‘cartoline’, brevi inserti dedicati ad alcuni siti-gioiello, affatto minori, che vengono fatti risaltare sia pure in pochissimi minuti. Da sola, la clip di Monteriggioni vale una stagione.

Sarà che ho ancora negli occhi lo splendore di Stanotte a Pompei, ma si ha l’impressione che la cura impiegata in quella produzione sia diventato lo ‘standard’ per le produzioni di prime time firmate Alberto Angela. Un tipo di prodotto che travalica qualsiasi griglia di palinsesto. E’ un prodotto da library, da piattaforma streaming, da collezione tv, da consumo on-demand, uno di quei titoli per cui le principali realtà della ‘post tv’ farebbero carte false. In un palinsesto classico è quasi sprecato, stretto tra un game e un talk, tra uno spot e un giro di zapping che mescola cialtroni, analfabeti (non solo funzionali), commedie e tragicommedie più o meno fictional (riferimenti non casuali al resto della programmazione di martedì 12 marzo).

Alberto Angela, un cult(o) di studiata nonchalance

Che Alberto Angela sia un capolavoro tv è ormai cosa nota. Come penso di aver già scritto, potrebbe leggere le pagine bianche e riuscire ad affascinare il pubblico con quel suo modulare cadenza e voce capace di rendere interessante anche la sequenza di cognomi di un elenco telefonico, spingendo persino a tenere il conto delle occorrenze dei ‘Mario’ vs i ‘Giuseppe’. Di lui è stato già detto tutto, sia da parte degli estimatori – per i quali è praticamente pronto per la santità per meriti divulgativi e culturali, narrativi e artistici (e se avviassero una causa di beatificazione, le testimonianze di resurrezione da abulia neuronale e atarassia televisiva non mancherebbero) -, sia da parte di chi lo considera un ‘mistificatore’ della complessità storico-artistica, un ‘pifferaio magico’ che sacrifica la precisione accademica sull’altare del piccolo schermo.

Di fatto, Alberto Angela riesce a conquistare l’attenzione di un pubblico tv eterogeneo, che trova nei suoi racconti, nei suoi contenuti, nella sua scrittura, nella sua interpretazione, nella sua presenza scenica, nella sua ‘sotterranea’ istrionicità sempre un motivo per farsi trascinare nei suoi viaggi. E la chiosa della prima puntata con lui che emerge dalle acque e interpreta il suo testo come se nulla fosse è già cult.

Una chiosa che ne testimonia la professionalità e la capacità di far tutto senza mai mostrarne la fatica, con una nonchalanche che sa di disumano, di ‘divino’. Il cult è anche culto. Questa divulgazione ‘patinata’ di cui è Papa (sacerdote è riduttivo) concede anche qualcosa al culto dell’immagine cara alle ‘vestali’ che amano del Pontefice anche qualche aspetto più squisitamente temporale. E non riesco a non vedere nella muta volutamente aperta sull’imbarcazione al largo di Baia un’indulgenza concessa alle credenti… Un peccato veniale.

La ‘Meraviglia’ è nella produzione

Torniamo seri. La ‘meraviglia’ di Meraviglie è nella sua realizzazione, nella straordinaria squadra che riesce a rendere ancor più incredibili le bellezze protagoniste delle puntate. Dal direttore della fotografia Enzo Calò (una standing per l’illuminazione di Piazza Navona) al regista Gabriele Cipollitti (che dà finalmente un senso ai droni, che non lesina steady e bracci e dà alla bidimensionalità della tv la profondità e l’emozione di un IMAX), dai tecnici ai segretari di produzione, dagli operatori ai redattori, la macchina di Meraviglie è una vera corazzata da guerra che combatte, e vince, con le evanescenti armi della luce e della parola.

Già la riduzione degli inserti fictional, usati solo per camei e per offrire un punto di vista inedito alla storia, è un punto in più rispetto ad altre produzioni di Angela. Se poi si riuscisse a fare qualcosa in più su musiche ed effetti sonori saremmo vicini alla perfezione (ma non si può avere tutto e non ci stiamo neanche lamentando, eh). Va però detto che nelle cartoline che inframmezzano le tappe principali si attinge ai grandi compositori, da Verdi a Respighi, da Ottolenghi a Morricone. Ed è uno di quei piccoli tocchi di classe che fanno la differenza.

Inquadrature, montaggio, movimenti di macchina riescono a valorizzare i sia pur imponenti mezzi tecnici a disposizione, che nulla sono se non c’è qualcuno che sappia manovrarli come si deve e sappia trovare soluzioni creative e artistiche in condizioni di ripresa ben lontane dalle comodità di un teatro di posa. Lo sottolineammo in occasione di un set complesso come Pompei, lo ribadiamo in occasione di Meraviglie, che si scontra con situazioni eterogenee e condizioni sempre diverse: si pensi allo ‘sconfinamento’ nei tesori nascosti nel mare di Baia o nelle grotte di Frasassi. Ne è ormai nato uno stile vero e proprio, uno stile televisivo à la ‘Alberto Angela’, che uniforma visivamente i racconti così come la sua conduzione li uniforma narrativamente.

Alberto Angela & Crew, patrimonio televisivo, culturale e ‘artisticamente politico’ da tutelare

Alberto Angela e la sua squadra sono dunque il vero Patrimonio televisivo da tutelare. Un patrimonio Rai, che ha messo in campo l’Esterna del Centro di Produzione Rai di Napoli e la redazione della Rai di Roma (cito a memoria da Aspettando… Meraviglie“) per un viaggio che parte dalle bellezze italiane Unesco e arriva in mezzo mondo, grazie alla diffusione del prodotto, tra i più venduti all’estero.

E a proposito di patrimonio e di tutela, di stile e contenuti, questa seconda edizione di Meraviglie sembra avere ancora una marcia in più, quella ‘dell’arte politica’: l’introduzione alla prima puntata, con quel richiamo all’unità del paese, alle ricchezze che ogni generazione ha offerto, all’armonia pur derivata dall’insieme dei tanti contributi prodotti nelle varie epoche, all’identità orgogliosa che ne nasce, alla consapevolezza che tutta questa bellezza è la nostra cultura, intesa come nostro modo di pensare e di essere, ha tutto il sapore di un messaggio ‘artisticamente politico’, di una dolce sveglia dal sonno della ragione.

“Certo, conosciamo le difficoltà del nostro Paese, i difetti da correggere, ma l’insieme è il nostro patrimonio, da tutelare, proteggere e da regalare alle prossime generazioni, perché possano goderne come possiamo fare noi oggi”

dice nell’introduzione che apre anche il post. Se non è un messaggio politico questo, ditemi voi.

Chapeau ad Alberto Angela e alla sua squadra. Ora dovremmo essere noi, pubblico, a dimostrare di essere degni di questi capolavori.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori, diretta prima puntata: Mantova, Roma, Amalfi e Baia

  • 21.31

    “Ogni generazione, come un grande artista, ha voluto rappresentare qualcosa… e l’insieme riesce a unirsi in un’armonia incredibile. E’ la nostra identità Certo, conosciamo le difficoltà del nostro Paese, i difetti da correggere, ma l’insieme è il nostro patrimonio, da tutelare, proteggere e da regalare alle prossime generazioni, perché possano goderne come possiamo fare noi oggi”. E ditemi che non è un messaggio politico.

  • 21.35

    Si parte da Mantova, dal Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga per quattro secoli. Si inizia a spiegare la grandezza di Mantova dalla sua posizione geografica.

  • 21.39

    E Angela entra nella Camera degli Sposi del Palazzo Ducale, di Andrea Mantegna, nata per far capire agli ospiti la potenza della casata e, artisticamente, di rendere immortale la grandezza dei Gonzaga. Angela descrive l’affresco alle sue spalle.

  • 21.44

    Il miracolo di Meraviglie è quello di rendere la descrizione di una delle migliaia di scene affrescate in una sola stanza appassionante come una puntata di Beautiful, con tanto di dettagli fashion (l’attaccatura alta dei capelli delle donne, i guanti arrivati da Parigi), il dilemma del protagonista, la suspanse per il contenuto delle missiva arrivata al Signore.

  • 21.50

    Finita l’anteprima, si riprende dopo la pubblicità.

  • 21.55

    Si torna a raccontare la seconda reggia più grande del mondo dopo il Vaticano.

  • 21.56

    Si illustra il Cortile della Mostra e la galleria d’arte, iniziata da Isabella d’Este, che aveva fatto del Castello un centro culturale del Rinascimento. Angela ama raccontare figure di grandi donne della storia.

  • 21.58

    Eccola Isabella d’Este, interpretata da Vittoria Belvedere.

  • 22.01

    Si va poi a Palazzo Te, e non the: il nome deriva forse dal nome dell’isola che somiglia a una T o a un boschetto di tigli esistente all’epoca. A volerla fu il figlio di Isabella d’Este. La fece Giulio Romano, artista, architetto, pittore, allievo prediletto di Raffaello che dovette scappare da Roma dopo aver realizzato un libretto osceno perché illustrava 16 posizioni amatorie.

  • 22.06

    Ecco la sala di Amore e Psiche: Angela racconta il mito di Psiche, prima di continuare il suo giro tra le stanze affrescate del Palazzo.

  • 22.20

    L’Isola di San Giulio, sul Lago d’Orta: una istantanea per raccontare una dei siti patrimonio Unesco, sulle note di Morricone. Che riprese splendide.

  • 22.22

    Un assaggio di Segesta, con l’anfiteatro e il tempio, sulle note del Respighi. Due cartoline di straordinaria bellezza.

  • 22,23

    E siamo a Piazza Navona. Davvero un Stanotte a Piazza Navona….

  • 22.25

    Sotto Piazza Navona c’è uno stadio domiziano. Ecco il perché della forma… Ed era il primo stadio in muratura dell’epoca romana.

  • 22.27

    Ecco la ricostruzione dello stadio, che si trova negli scavi sotterranei. Uno stadio per gare di atletica, che poteva contenere la metà del pubblico del Colosseo.

  • 22.29

    La statua di Pasquino, dove si appendevano cartelli di critica con i potenti di allora, in versi, in dialetto romanesco.

  • 22.29

    Gigi Proietti recita un sonetto di Belli su Piazza Navona.

  • 22.31

    Da Agones a Avones a Navona: ecco l’origine del nome. Con la caduta dell’Impero Romano e le sue bellezze sono state dilapidate e sono diventate cave di travertino.

  • 22.33

    Nel 1477 la zona, diventata di scarso valore, diventa nuovamente centrale perché il Papa ci porta il mercato settimanale, durato fino all’Ottocento.

  • 22.34

    Ma sono Bernini e Borromini a ‘illuminare’ la piazza e il Barocco di Roma: due rivali per carattere e carriera. Bernini è interpretato da Massimo Bonetti: è lui a raccontare la rivalità tra i due e la nascita della fontana dei Fiumi.

  • 22.38

    Obelisco di età romana trovata sull’Appia sormonta la Fontana dei 4 Fiumi, che permette di fare un giro del mondo, dal Nilo al Rio della Plata, dal Danubio al Gange.

  • 22.42

    La spiegazione di Angela non vede nel gigante della Plata un ‘omaggio’ alla chiesa del Borromini, da cui starebbe proteggendo la vista…. Pubblicità.

  • 22.43

    Interessante la scelta di Orogel, che ha comprato il primo spot col claim “la meraviglia di ogni giorno’. Posizionamento perfetto.

  • 22.50

    All’interno di Palazzo Pamphili, oggi ambasciata del Brasile. Era a famiglia di Papa Innocenzo X. Qui la Galleria Cortona, progettata dal Borromini.

  • 22.53

    Sant’Agnese di Agona del Borromini. Ecco che Berini racconta la storia della Fontana: non è lui a disprezzare Borromini, come si narra, magari il contrario, perché la Fontana è stata inaugurata prima.

  • 22.57

    Un ricordo di Piazza Navona da Gigi Proietti, legato soprattutto alla Befana.

  • 23.00

    Altre due cartoline: la cattolica di Stilo, in Calabria sulle musiche di Ortolani…

  • 23.01

    …. e Monteriggioni (SI). Che splendore! E qui c’è lo sforzo anche di caratterizzare la colonna sonora, qui col Nabucco di Verdi.

  • 23.03

    E siamo (finalmente) in Costiera Amalfitana, “crocevia di popoli e culture”.

  • 23,05

    Ligeia, Leucosia e Partenope: il mito delle sirene apre la pagina dedicata alla Costiera Amalfitana

  • 23.05

    I primi a vivere qui sono stati gli Etruschi, o Tirreni.

  • 23.08

    Riprese aeree stupende per la Costiera. Siamo sulla torretta di Conca, volta dal vicerè di Napoli. Ma questo tramonto alle spalle di Angela è mozzafiato.

  • 23.10

    Ed ecco Amalfi, antica Repubblica Marinara. Le immagini aeree sono spettacolari.

  • 23.12

    Talmente suggestiva questo stand-up da sembrare un chroma-key.

  • 23.12

    Massimo Wertmuller in versione Flavio Gioia, creatore della bussola. Nel Chiostro del Duomo di Amalfi.

  • 23.14

    Alberto Angela racconta Amalfi dal portico del suo Duomo. “Amalfi dominò il mondo della navigazione con le sue Tavole Amalfitane. Era il punto di contatto tra Oriente e Occidente…”.

  • 23.16

    Il Campanile è originario del XII e XIII sec, la facciata ricostruita nell’Ottocento per un crollo causa tempesta.

  • 23.17

    Renzo Arbore racconta la Costiera Amalfitana “la più bella del mondo”: Maiori, Minori, Cetara con la sua colatura. E ricorda anche Gaetano Afeltra, grande giornalista e direttore del Corriere della Sera.

  • 23.19

    Renzo Arbore ottimo testimonial, va detto. E si vede che la Costiera la conosce davvero.

  • 23.20

    Bronzo fuso a Costantinopoli per la porta del Duomo di Amalfi, la Cattedrale di Sant’Andrea.

  • 23.22

    Si va nel Chiostro del Paradiso, adiacente alla Cattedrale. Si fondono tarsie medioerientali, decori bizantini, sarcofagi romani, greci, stile moresco, medioevo… In uno stile chiamato ‘Gotico Amalfitano’.

  • 23.24

    La cattedrale nel 1200 aveva 6 navate, perché era la fusione di due chiese. Ci sono nicchie e dipinti che testimoniano l’esistenza di una precedente navata.

  • 23.27

    Amalfi, la navigazione e la guerra con i Saraceni raccontate da ‘Flavio Gioia’, ma è l’occasione per parlare anche dalle navigazioni sul Mediterraneo, sugli scambi tra Occidente e Oriente.

  • 23.29

    E sul fenomeno del bradisismo ci si sposta nei Campi Flegrei per raggiungere Baia.

  • 23.29

    Il Castello di Baia e al di sotto la città romana di Baia.

  • 23.30

    Alberto Angela, con muta aperta a mo’ di camicia da latin lover anni ’70, è pronto a immergersi alla scoperta della città sommersa di Baia, oggi il più grande parco Archeologico del mondo.

  • 23.33

    E parte l’immersione, tra resti e mosaici: un viaggio nel tempo, lo racconta Angela. “Sorvoliamo i resti, planimetrie…”: si sorvola immergendosi. E le immagini sono spettacolari anche su una vecchia tv a tubo catodico. Ora i resti sono nel museo archeologico di Baia e sono state posizionate delle copie.

  • 23.38

    Nel 1956 un fotografo immortalò la planimetria dellaì’antica città. Solo nel 1969 dopo una mareggiata iniziarono a emergere resti e si iniziò a immergersi.

  • 23.40

    Basta spostare un po’ la sabbia ed ecco dei mosaici bellissimi.


  • “Una delle meraviglie più belle che io abbia mai visto sott’acqua” dice Alberto Angela vedendo un mosaico con due lottatori. E se lo dice lui, c’è da credergli. Sta entrando nelle case dei romani.

  • 23.41

    Qui anche un mosaico a colori. E la cosa meravigliosa è che Angela adotta la sua gestualità tipica anche sott’acqua.

  • 23.43

    E come Venere, Alberto Angela emerge dalle acque, si toglie il boccaglio e interpreta la chiosa. Siamo oltre, ve lo dico.

  • 23.45

    E le immagini finali non potevano che essere quelle della Costiera. Chapeau, Alberto Angela. E grazie anche a tutta la squadra.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori, anticipazioni prima puntata del 12 marzo 2019

Alberto Angela riprende il suo viaggio in Italia alla scoperta delle bellezze del Patrimonio Unesco del nostro Paese.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori torna su Rai 1 con la sua seconda stagione a partire da questa sera, martedì 12 marzo 2019, dalle 21.25 per restarci anche nelle prossime tre settimane. Un viaggio come sempre mozzafiato tra le bellezze italiane entrate nel patrimonio Unesco, tra luoghi sconosciuti e bellezze irraggiungibili, mostrate al pubblico di Rai 1 da un Alberto Angela sempre più garanzia di qualità e piacevolezza nel racconto tv.

Questo secondo ciclo di appuntamenti si compone, come anticipato, di quattro puntate nelle quali Angela e la sua squadra ci portano in giro alla scoperta di parte dei 53 siti in territorio italiano riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Un modo per ricordare agli italiani in quale meraviglia di Paese vivano, tra tesori naturalistici e opere d’arte, architetture classiche sopravvissute ai secoli e beni immateriali: ricchezze che tuteliamo a fatica e che diamo fin troppo per scontate. A ribadire l’assoluta trasversalità del nostro patrimonio, Meraviglie ha scelto di costruire le proprie puntate proponendo in ciascuna tre diversi siti, di cui uno al Nord, uno al Cento e uno al Sud: una decisione utile a ricordare agli italiani quanto il nostro Paese sia da considerare un territorio unico, sia nel senso di ‘esclusivo’ che di ‘unito’.

“È naturale che quello che vedrete e ascolterete finirà per riempirvi dell’orgoglio di essere italiani.  Ma ci tengo a sottolineare che costituisce qualcosa di molto più importante: è la nostra identità. Quel patrimonio siamo noi. Lo sappiamo, l’Italia è la nazione al mondo che ha più siti Unesco. Ma sarebbe sbagliato definirli semplicemente dei bei capolavori o dei bei monumenti. Sono molto di più. Essi rappresentano, appunto, il nostro modo di pensare, di parlare, di ridere e, in generale, di vivere. […] Il nostro modo di pensare e di vivere ogni giorno non è innato, è il frutto o se volete la somma di tutto ciò che hanno creato (e ci hanno lasciato) le generazioni passate. In effetti, i capolavori che ammiriamo ovunque nel nostro paese sono solo la parte visibile e “materiale” di ciò che ci è stato regalato, quello che noi abbiamo in testa. Cioè la nostra cultura.  [… ]”

scrive Angela in un lungo post su Instagram a poche ore dal debutto. E aggiunge:

“Il fatto che l’Italia abbia il maggior numero di siti Unesco al mondo non è un caso. Anche perché, dettaglio fondamentale, mentre in altre nazioni i siti Unesco rappresentano spesso solo isolati periodi luminosi della loro storia, da noi, al contrario, sono presenti lungo TUTTA la nostra storia. Anzi persino nella preistoria. Questo significa che ogni generazione in Italia da secoli realizza capolavori che il mondo ci invidia, grazie ad una creatività e ad una genialità sorprendenti. Credo che proprio questo passato e la forza culturale che ne deriva, siano un potente ingrediente carico di stimoli e fertilità culturale per riuscire ad affrontare le non facili sfide che ci attendono. E penso soprattutto ai ragazzi e alle ragazze di oggi: sono loro la nostra speranza per il futuro”.

Un messaggio artisticamente politico.

E vediamo nel dettaglio le anticipazioni della prima puntata, che seguiremo live su TvBlog a partire dalle 21.25.

Meraviglie, anticipazioni prima puntata del 12 marzo 2019: Mantova, Roma, Amalfi

Si parte da Nord, con Mantova, gemma del Rinascimento, legata indissolubilmente al nome dei Gonzaga, famiglia che l’ha governata per quattro secoli. Meraviglie ci porta nelle stanze del Palazzo Ducale, inclusa la camera degli sposi dipinta da Andrea Mantegna, e di Palazzo Te. Il racconto della famiglia passa anche per il ritratto di una delle sue protagoniste, Isabella d’Este.

La tappa in Centro non poteva che essere Roma e nello specifico nel cuore pulsante della Capitale, Piazza Navona, di cui si ripercorre la storia: già stadio, voluto dall’imperatore Domiziano, a gioiello dell’arte barocca grazie agli interventi, e alla rivalità, di due dei maggiori architetti del Seicento ovvero Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. A raccontare il suo rapporto speciale con la piazza Gigi Proietti, ormai ospite fisso dei programmi di Angela.

Questo primo viaggio si conclude ad Amalfi, con un giro in Costiera Amalfitana – Patrimonio dell’Umanità con i suoi borghi marinari e i suoi terrazzamenti a limone –  e un’immersione di Alberto Angela nelle acque di Baia per una esclusiva escursione  nel Parco Archeologico sommerso. Il racconto della Costiera è affidato a Renzo Arbore, da sempre estimatore e amante delle bellezze amalfitane.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori 2019, il programma

Meraviglie, condotto da Alberto Angela, ha come autori Aldo Piro, Filippo Arriva, Fabio Buttarelli, Ilaria Degano, Vito Lamberti, Paolo Logli, Emilio Quinto. La fotografia è di Enzo Calò, la regia di Gabriele Cipollitti.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori 2019, come seguirlo in tv e in live streaming

Il programma va in onda ogni martedì, per quattro settimane a partire dal 12 marzo 2019, alle 21.25 su Rai 1 e Rai 1 HD (501). Le prime due puntate di Meraviglie saranno visibili in altissima definizione su Rai 4K, il canale sperimentale gestito dalla Rai in collaborazione con Eutelsat, diffuso sulla piattaforma satellitare gratuita Tivùsat sul canale 210, mediante il satellite Hotbird a 13° est.
Meraviglie è in live streaming su RaiPlay, dove sarà poi disponibile on demand.

Meraviglie – La Penisola dei Tesori 2019, second screen

Per essere aggiornati sul programma si può far riferimento alla pagina FB di Rai 1, ma anche ai profili social di Alberto Angela  su Facebook e Instagram. L’Hashtag ufficiale è #Meraviglie.