Home Notizie Mauro Serio a Blogo: “Dopo Solletico ho subito una battuta d’arresto, non avevo padrini: ora sono tornato a fare l’attore”

Mauro Serio a Blogo: “Dopo Solletico ho subito una battuta d’arresto, non avevo padrini: ora sono tornato a fare l’attore”

“Non essendo mai stato raccomandato, né avendo mai avuto padrini o santi in paradiso, non avevano più interesse a chiamarmi”. Mauro Serio è tornato a fare l’attore: l’avevate riconosciuto in Io Sono Mia?

pubblicato 15 Febbraio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 00:48

Lo avevate riconosciuto? Il medico del film-tv Io Sono Mia, quello che diagnostica i problemi alle corde vocali di Mimì, era Mauro Serio. Sì, proprio quel Mauro Serio: il conduttore di Solletico dal 1994 al 2000, ma anche il timoniere di due edizioni de Lo Zecchino d’Oro e delle ultime due edizioni di Giochi senza frontiere. “Quella è la versione diversamente giovane di Mauro Serio”, scherza con Tvblog. “Da tempo ho ripreso a fare l’attore di fiction e film, oltreché a teatro”. Nel 2017 è apparso nella fiction di Rai 1 La strada di casa, nel 2018 in Immaturi – La Serie su Canale 5. “Sono rimasto piacevolmente colpito dal successo di Io Sono Mia, evidentemente è un personaggio che a distanza di molti anni è rimasto nel cuore delle persone: è stata una grandissima artista, minata da queste voci e dicerie che purtroppo in questo ambiente se prendono vita sono difficili da eliminare”

Insomma, Mauro, da conduttore della tv dei ragazzi è passato a fare l’attore.

“In realtà sono arrivato in televisione all’inizio degli Anni Novanta con sulle spalle più di dieci anni di lavoro come attore, avevo cominciato con la recitazione. Poi, è vero, ho avuto questa parentesi televisiva che mi ha impegnato abbastanza…”.

Ha avuto un successo clamoroso fino all’inizio degli Anni Duemila. Poi cosa è successo?

“E’ cambiata proprio la televisione. Quei programmi che stavo conducendo sono stati chiusi. La Rai nel 2000 con l’avvento delle tv tematiche e di internet ha cambiato assetto, cominciando a produrre di meno e iniziando a comprare format provenienti dall’estero. Così la tv ha subito un ulteriore appiattimento, poiché si facevano gli stessi programmi su tutti i canali, Rai o Mediaset che fossero. Proprio in quel periodo io stavo percorrendo un iter che era stato percorso anche dai miei illustri predecessori, ovvero dalla tv dei ragazzi alle prime serate. Ma ho subito una battuta d’arresto. Sono entrato in un giro d’aria. Non essendo mai stato raccomandato, né avendo mai avuto padrini o santi in paradiso, non avevano più interesse a chiamarmi perché c’erano altri colleghi più presenti. C’è stato anche un momento in cui ero in attesa di capire chi avrebbe condotto il preserale…”.

Ha raccontato: «Ad un appuntamento con un nuovo direttore di rete mi sono presentato: “Piacere, Mauro Serio. Ho condotto Solletico per sei anni”. Risposta: “E cosa è? Di che stiamo parlando?”».

“La cosa imbarazzante è che all’interno della Rai, come direttori di rete o come vertici, arrivarono personaggi che poco sapevano della televisione. Infatti non avevano idea di chi fossi. Questo dà la misura dei referenti che mi sono ritrovato davanti mentre dovevo andare a capire se si potevano riaprire degli argomenti”.

Poi?

“Continuai con una sit-com di Disney Channel. Fino al 2008, quando la crisi abbassò tutti i budget e portò alla chiusura anche di quella serie. Così, pian piano cominciai a riavvicinarmi al mondo della recitazione”.

Questa situazione le ha creato dispiacere?

“Avevo dedicato dieci anni della mia vita alla televisione. Non pensavo che potesse accadere una cosa del genere. Questo è stato un mio errore di valutazione, potevo prestare più attenzione. Ma nella vita è così: ci sono momenti in cui hai il vento in poppa e altri in cui c’è bonaccia. Tant’è che poi le difficoltà non sono mancate”.

Insomma, tornare alla recitazione è stato difficile?

“In Italia funziona così: ti etichettano. Mi avevano etichettato in quel ruolo legato alla tv dei ragazzi, ci ho messo un po’ ad arrivare a fare i provini. Non dico a tornare a fare l’attore, proprio a fare i provini. Ero doppiamente indispettito. Anche perché cominciavo ad avere una famiglia da mantenere e son dovuto intervenire per cercare di mantenere a galla la situazione. Mi sono organizzato per cercare di rientrare nel giro e, una volta riuscito ad accedere ai provini, provare a vincerli. Ho dovuto rifarmi un nome che si ritagliasse dalla mia esperienza televisiva”.

La guardavano con sospetto?

“Diciamo che ero forse troppo riconoscibile come volto della tv dei ragazzi, considerando che fu l’ultima ad andare in onda sulle generalista, oltreché a essere stata l’ultima fatta e concepita in quel modo”.

Oggi è riuscito a riscattarsi?

“C’è sempre tanto da lavorare. L’esperienza insegna: non ti puoi mai definire salvo. A distanza di vent’anni sono riuscito a ricostruirmi un’immagine come attore, con tutte le difficoltà del caso. I protagonisti delle fiction o dei film sono sempre più o meno gli stessi, ci sono dei meccanismi o delle regole di mercato difficile da gestire”.

I venticinquenni di oggi sono cresciuti insieme a lei, che effetto le fa?

“La cosa buffa è che spesso mi ritrovo a lavorare con coloro che all’epoca erano dei miei piccoli-grandi fans (ride, ndr). Oggi me li ritrovo sul set, chi come regista o chi come attore. Questo mi fa sorridere”.

Un desiderio per il futuro?

“Mi piacerebbe aumentare la mole di lavoro in questo ambito. Nel frattempo ho ripreso anche con il teatro, da un paio di anni sono in giro con il mio monologo La Valigia e con uno spettacolo su Franco Basaglia, il ‘padre’ della legge sui manicomi”.