Home Canale 5 Il regista di Intelligence Alexis Sweet a TvBlog: “Stasera scoprirete perchè Lidia è stata uccisa. Per il futuro, mi piacerebbe lavorare al nuovo Diabolik di Valsecchi”

Il regista di Intelligence Alexis Sweet a TvBlog: “Stasera scoprirete perchè Lidia è stata uccisa. Per il futuro, mi piacerebbe lavorare al nuovo Diabolik di Valsecchi”

Intelligence, la serie prodotta da Pietro Valsecchi per Taodue stasera chiuderà il suo primo ciclo di sei puntate. Abbiamo intervistato in esclusiva il regista Alexis Sweet che ci ha svelato alcune scene tagliate, aneddoti e le sensazioni delle sue prime esperienze lavorative con registi del calibro di Spielberg, Lee e Scott. Inoltre, nella lunga chiacchierata

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pubblicato 23 Ottobre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 21:56

Intelligence, la serie prodotta da Pietro Valsecchi per Taodue stasera chiuderà il suo primo ciclo di sei puntate. Abbiamo intervistato in esclusiva il regista Alexis Sweet che ci ha svelato alcune scene tagliate, aneddoti e le sensazioni delle sue prime esperienze lavorative con registi del calibro di Spielberg, Lee e Scott. Inoltre, nella lunga chiacchierata che vi invitiamo a leggere, ha annunciato dei nuovi progetti tra cui uno che vorrebbe intraprendere proprio con Valsecchi (qui l’intervista esclusiva).

Siamo arrivati alla sesta e ultima puntata della serie Intelligence. Che cosa possiamo anticipare ai telespettatori per questa sera?

“Si scoprirà su cosa stava lavorando Lidia (Irene Ferri ndr). Ormai sappiamo chi l’ha uccisa e chi è nel complotto; ora gli interrogativi più importanti ai quali si darà risposta stasera saranno il motivo per cui è stata uccisa, su cosa lavorava e cosa c’entra sul passato di Marco Tancredi (Raoul Bova ndr)”.

Sarà un finale aperto o ne sono stati girati vari a seconda se la serie sarebbe proseguita con altre stagioni o meno?

“C’è un finale che ti fa pensare a qualche cosa… Ma questa prima stagione di Intelligence potrebbe tranquillamente chiudersi qui e la prossima percorrere un filone che non c’entra nulla con la prima”.

Che cosa ha di particolare secondo lei Intelligence rispetto alle altre fiction che ha diretto?

“Innanzitutto non tratta solo l’Italia. Se pensiamo ai Ris c’era molta cronaca nera con riferimenti agli avvenimenti degli ultimi anni nel nostro Paese, da Erika e Omar alla strage di Erba; la scommessa su Intelligence è stata quella di fare una serie che non raccontasse la società ma fosse pura fantasia. Un po’ come fanno gli americani da tanto tempo”.

Le prime puntate della serie hanno avuto grande successo, quasi 7 milioni con il 27% di share. Nelle ultime settimane però l’ascolto è calato al 18% sotto i 5 milioni: colpa della controprogrammazione o della mancanza di una vera e propria linea orizzontale da seguire?

“Ho sentito varie volte questa critica secondo cui la nostra linea orizzontale sarebbe complessa. Io credo che non sia così difficile da seguire, ci vuole forse più attenzione rispetto al solito. Diciamo che inizialmente sarebbe dovuta durare 4 puntate con una linea orizzontale ben definita e se faremo una seconda stagione sarà strutturata proprio così. Forse l’intreccio con le altre storie lo fa diventare più episodico, come se fossero le avventure di Marco Tancredi nei servizi segreti”.

Intelligence - Raoul Bova, Salvatore Lazzaro
Condivide la presa di posizione di Pietro Valsecchi secondo il quale la serie non è stata curata nella programmazione del palinsesto?

“Questa è una serie che deve essere vista dall’inizio alla fine per entrare negli intrecci e nei risvolti di ogni storia. E’ chiaro che se lasci libera la domenica e la domenica va una miniserie in due puntate, chi ha visto la prima sicuramente vorrà vedere come va a finire e magari la nostra la registrerà perchè sa che durerà ancora. Domenica scorsa poi è stato programmato a mio parere inspiegabilmente, un prodotto di fiction in replica come Io non dimentico che non aveva fatto sfracelli neppure in prima visione, figuriamoci in seconda battuta. Se fossimo stati domenica e lunedì, saremmo stati a pari armi con la miniserie; magari avrebbe vinto ugualmente Raiuno ma si sarebbe confrontato in toto il nostro e il loro pubblico. Non dimentichiamo poi che a noi hanno messo sei spazi pubblicitari e Raiuno ne ha 1 solo. Questo incide parecchio sul risultato. Indubbiamente però andare solo di lunedì ci ha penalizzati”.

Valsecchi ha lanciato una provocazione: se i fans di Intelligence vogliono una seconda stagione, mandino un sms il cui numero apparirà in sovraimpressione. E’ davvero così a rischio il proseguimento delle avventure di Marco Tancredi, cosa assolutamente impensabile dopo le prime puntate?

“E’ a rischio. Quando la rete vede che con un prodotto a metà del prezzo del nostro riesce comunque a fare alti ascolti, ci riflette. Il nostro è un prodotto ad alto budget, con tante risorse. Con i soldi di Intelligence ci fai due serie. Finchè avevamo il 27% sembrava tutto fatto, ora è di nuovo tutto in discussione. Certo, si dice che venderà molto all’estero ma va detto anche che la competizione con serie come la nostra in Europa e negli Stati Uniti è fortissima e di certo questo genere là è parecchio inflazionato”.

Qualora si facesse la seconda stagione, si sa quale filone percorrerebbe?

“La squadra di Tancredi si scontrerà con il mondo degli intrighi dell’alta finanza e della massoneria. Più vicina come tema ai giorni nostri e più ‘italiana’ rispetto alla prima. Secondo me la seconda stagione sarà anche più bella della prima proprio perchè impareremo da eventuali errori che abbiamo commesso”.

Abbiamo detto del calo. Alcuni imputano questo anche alla mancanza di poche scene di amore, di sesso, di sentimento e più roba ‘da cattivi’, il contrario insomma di quello che funziona da noi dove i melodrammoni sentimentali sono sempre tra i più visti. Condivide?

“Condivido, ma l’abbiamo fatto apposta. C’è una domanda: nei primi due episodi il dolore di Marco è alto, ha perso la moglie. Metterlo lì con un’altra ci sembrava proprio fuori luogo. Anche perchè la sua motivazione è scoprire chi l’abbia uccisa e Giada (Ana Caterina Morariu ndr) in qualche modo c’entrava con l’omicidio anche se non l’ha commesso. Senza contare poi che Marco deve combattere con russi e pakistani, non c’era proprio il tempo materiale per scene di sesso. L’unica volta in cui si è visto qualcosa è stato nella quinta puntata quando, eliminato il pericolo della bomba causata dal fratello, Giada e Marco si sono abbandonati alla passione e hanno fatto l’amore. Non è questo un film dove ci si sbaciucchia: se pensiamo a The Bourne Identity, si danno un bacio in tutto il film. Comunque abbiamo imparato: nella seconda stagione lo faremo spogliare, baciare, diventerà quasi soft porno… (ride ndr)”

Intelligence
A proposito di Intelligence, ci sono state scene tagliate che ci vuole rivelare?

“Spesso le scene vengono tagliate per motivi di tempo, perchè venute male o per altro. Nel mio caso ne è stata tagliata una per censura. All’inizio della quinta puntata si è vista Katia con il tatuaggio che faceva il tai-chi mentre sentiva in televisione Mariani che raccontava il lavoro della Yafa. Ho girato anche il seguito, lei lo baciava e facevano l’amore. Questo è stato tassativamente tagliato. Oppure un’altra scena dove si vedeva un seno in evidenza ha subito le forbici della censura. A proposito dell’inizio inoltre, la storia con Lidia era molto più lunga rispetto a come è stata poi realizzata”.

E invece un aneddoto che si ricorda? Sappiamo per esempio che Raoul Bova non ha utilizzato controfigure e questo non è assolutamente consueto in questo genere di prodotti…

“Stavamo girando la scena in cui si buttava sopra ad una macchina in movimento e si aggrappava alla portiera. L’impatto era talmente realistico che Raoul si è fatto male alle mani e, dopo la girata, lui mi ha mostrato le mani insanguinate come a dire ‘Guarda cosa mi sono fatto’. Io, anzichè fermarmi, ho richiesto tanti altri ciak per riuscire a tirar fuori la scena migliore. E nonostante questo Bova non ha voluto nessuna controfigura. E’ stato molto bravo”.

Parliamo di altre produzioni. Lei ha diretto Il Capo dei Capi che ha avuto un grandissimo successo. Di recente è andato in onda L’Onore e il Rispetto 2 che altrettanto ha riscontrato in gran numero i favori del pubblico. Significa forse che in Italia funzionano solo storie di mafia?

“La mafia vende in tutto il mondo. Pensate a Scorsese, continua a fare film di mafia e ottiene risultati. Ora c’è uno spettacolo che si chiama Parola d’Onore scritto da Bolzoni che anche ad Edimburgo per dire, fa il pienone tutte le sere. La mafia non funziona quindi solo in Italia, è un genere che va sempre bene.”

Quando ho intervistato Valsecchi mi ha annunciato in anteprima del megaprogetto C’era una volta la mafia che realizzerà negli Stati Uniti. Ne farà parte anche lei?

“Mi piacerebbe molto, anche se lui non me l’ha ancora offerto. Bisogna vedere come va stasera. I progetti di Valsecchi sono sempre ad alto livello, è uno che investe energie e risorse nei suoi prodotti. Se andasse male Intelligence, difficilmente verrebbe rifatto un prodotto innovativo come questo, si punterebbe più sul sicuro”.

RIS in Intelligence
Tornando a Intelligence, lei ha diretto in passato anche Ris, e i protagonisti sono intervenuti nel primo cross-over italiano. Come è nata l’idea? E come mai solo pochi minuti?

“L’idea è nata a tavola davvero per caso. Ero a cena con Lorenzo Flaherty e avevo una scena in cui comparivano i Ris. Pensavo di fare io il cameo, poi ho avuto l’idea di proporlo a Lorenzo e lui ha accettato con entusiasmo. Quando Fabio Troiano ha sentito questa cosa non ha voluto essere da meno e così Ugo Dighero, che non voleva essere tagliato fuori, ha fatto altrettanto. Così è nato il cross-over e ci tengo a dire che sono intervenuti gratis, motivo per cui la scena è durata poco. Quanto all’intreccio di due serie come avviene in America, in realtà per molto tempo abbiamo proposto un connubio tra Ris 2 e Distretto di Polizia ma non è stato accettato”.

Torniamo ai suoi esordi. Ha lavorato con maestri del calibro di Spike Lee, Steven Spielberg, Ridley Scott. Cosa le hanno insegnato?

“Quando ho lavorato con Spielberg non era ancora famosissimo, era importante ma era ancora ‘solo’ al secondo Indiana, non aveva ancora realizzato E.T. Con lui ho imparato veramente di tutto, nonostante fossi solo il terzo aiuto regista. La prima volta che ho visto la camera remotata l’ho vista in Indiana Jones e il Tempio Maledetto, i primi effetti speciali li ho notati nei suoi film. Poi con Ridley ho girato una pubblicità dove c’era una nave spaziale e mi ha insegnato come illuminare il fumo di scena (nitrogeno liquido), come controllarlo, come usarlo. Tutto un bagaglio di esperienze che mi sono servite molto e che ho riportato nelle serie da me dirette.”

Per concludere, che cosa vorrebbe dirigere a parte Intelligence?

“Mi piacerebbe lavorare per il cinema. Ho due progetti, uno di commedia e uno che su un famoso criminale che negli anni 70-80 andò a Londra è fece il colpo più grosso nella storia delle banche inglesi. E’ un personaggio sullo stile Arsenio Lupin, non ha mai ucciso, quasi romantico. E poi con Pietro Valsecchi mi piacerebbe realizzare la serie su Diabolik di cui so che stanno acquisendo i diritti”.

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