Home Canale 5 Pietro Valsecchi in esclusiva a TvBlog: “Il segreto del successo di Intelligence? Il linguaggio innovativo. E tra breve Taodue produrrà anche Famiglia Italiana e C’era una volta la mafia”

Pietro Valsecchi in esclusiva a TvBlog: “Il segreto del successo di Intelligence? Il linguaggio innovativo. E tra breve Taodue produrrà anche Famiglia Italiana e C’era una volta la mafia”

La nuova fiction Intelligence – Servizi & Segreti prodotta da Pietro Valsecchi di Taodue per RTI è partita lunedì con il botto registrando un ascolto medio di 6.940.000 telespettatori e il 27% di share, picchi di quasi 8 milioni, chiudendo la puntata al 34%. Abbiamo intervistato il produttore della serie all’indomani della messa in onda

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23 Settembre 2009 08:36

Pietro Valsecchi e Alexis Sweet
La nuova fiction Intelligence – Servizi & Segreti prodotta da Pietro Valsecchi di Taodue per RTI è partita lunedì con il botto registrando un ascolto medio di 6.940.000 telespettatori e il 27% di share, picchi di quasi 8 milioni, chiudendo la puntata al 34%. Abbiamo intervistato il produttore della serie all’indomani della messa in onda che ci ha annunciato inoltre i molteplici progetti in cantiere, in particolare, la produzione di serie espressamente per i canali Premium, i sequel delle fiction più amate e la scrittura di un mega-progetto americano il cui titolo provvisorio sarà C’era una volta la mafia che verrà trasmesso in tutto il mondo. (Nella foto, da sinistra, Alexis Sweet e Pietro Valsecchi)

Partiamo dalla notizia del giorno. Intelligence è partita lunedì con un eccellente ascolto e una curva in salita per tutta la puntata. Si aspettava un simile risultato?

“Credo che la televisione bisogna prenderla così com’è e non sedersi mai, bisogna cercare sempre di avere degli stimoli nuovi e storie che possano appassionare e se possibile, sorprendere il pubblico. Credo che con Intelligence, che è un passo avanti rispetto alla televisione che viene fatta generalmente sia dal punto di vista della regia che della location, di costi, di stuntmen, messa in scena, tono, racconto, abbiamo affrontato una sfida complessa e difficile. Però le sfide vanno fatte, talvolta si può anche sbagliare, ma rinnovano e penso che visto il riscontro, stimolerà molti registi e produttori ad intraprendere strade nuove. Questa era la sfida che mi ero prefissato di fare e credo di averla vinta”.

Con un 27% e 7 milioni nella prima puntata non si può che confermare, però alcuni lettori hanno notato che all’inizio la storia andava un po’ a rilento, rischiando peraltro di far scappare il pubblico, cosa poi non successa. Come mai questa scelta?

“L’inizio era effettivamente più lento, anche perchè dedicato alle donne. L’intento è stato quello di far vedere una famiglia, il racconto, la storia d’amore, i personaggi, argomenti che hanno in qualche modo rallentato il ritmo, però per lasciare sempre quell’alone di mistero, abbiamo messo i due killer alle loro spalle. E’ stato anche questo un modo per sorprendere lo spettatore e i nostri interpreti, una maniera inconsueta di raccontare la storia”.

Intelligence si è dimostrata essere drammaticamente di attualità vista la messa in onda dopo gli attentati a Kabul…

“Ho pensato di scrivere questa fiction 4 anni fa. Ho lavorato un anno da solo e poi con Andrea Santini, uno scrittore con il quale abbiamo realizzato un libro dal titolo per l’appunto ‘Intelligence’ che uscirà tra poco. E dopo aver scritto questo lungo soggetto di serie, ho formato una nuova squadra di scrittori giovani che oggi possiamo dire che ‘abbiano la patente’ e possano tranquillamente guidare”.


Intelligence
La serie è di stampo internazionale. La venderete anche all’estero?

“Il prodotto è piaciuto molto alla Universal e ad altri gruppi che l’hanno visto. Sicuramente verrà venduto all’estero perchè molto fruibile e poi, cosa non da poco, abbiamo Raoul Bova che è riconosciuto ormai una star non solo italiana, ma internazionale”.

Secondo lei perchè il pubblico ha apprezzato così in gran numero questo prodotto?

“Innanzitutto diciamo che Raoul Bova ha il fisique-du-role, la bravura, la presenza che non guasta alla serie. Poi abbiamo un linguaggio molto contemporaneo, innovativo e anche di gioco. Quando poi accade che i miei figli, che non mi chiamano mai se non per nessun altra produzione ad eccezione dei Liceali, mi telefonano per dirmi che è piaciuto questo prodotto, allora significa che sia stato fatto bene. Come Taodue ci potremmo sedere sui vari successi che hanno contraddistinto la nostra società, tra l’altro tutti disegnati da me e da Camilla, ‘Ultimo’, ‘Distretto’, ‘Ris’, ‘Squadra Antimafia’, ‘I Liceali’ e ‘Il Capo dei Capi’ e andare avanti con i sequel e basta; però bisogna rendersi conto che il mondo comincia a muoversi e i ragazzi si indirizzano sempre più sulle televisioni tematiche. Ho cercato con Intelligence di realizzare una serie che fosse per un pubblico giovanissimo e uno che arriva fino ai 55 anni desideroso di qualcosa di nuovo”.

Molti hanno paragonato questa serie a “24” e quando c’è stata la prima stagione di “Ris” alcuni l’hanno paragonata a “Csi”. Siccome il regista, Alexis Sweet, è lo stesso, dobbiamo pensare a qualche similitudine tra i prodotti?

“Il regista è bravissimo, Alexis è nato qui in Taodue con i Ris ed è cresciuto con noi avendo una grande equipe di lavoro intorno a lui. Non credo si sia ispirato a ’24’ per questo progetto, piuttosto ai grandi cinema d’azione che vanno da 007 a The Bourne Ultimatum e poi c’è la pulsazione nostrana della nostra realtà con pathos, sentimento e gruppo ed è interessante sapere cosa accadrà nella prossima puntata…”

Tutti sono curiosi di sapere cosa accadrà nella prossima puntata…

“Pensi che per questa serie ho depistato anche la stampa sia prima che dopo la conferenza di presentazione, ho raccontato una storia da Intelligence, ossia una storia che non aveva nulla a che vedere con questa. Non dirò nulla neppure stavolta riguardo alla prossima puntata, ma posso assicurare che sarà ricca d’azione e colpi di scena”.

Distretto di Polizia 9 Ci sarà una seconda stagione della serie?

“Sì, inizieremo a girarla tra poco, durerà ancora 6 puntate che sembrano poche ma proprio per la fatica che ci vuole a realizzarlo, la produzione durerà oltre un anno. E i costi saranno ancora quelli della prima stagione con molto materiale di spreco e scenografie che si buttano via dopo l’uso. E’ una serie ricca da tutti i punti di vista”.

Quale sarà il prossimo filone che Taodue percorrerà dopo l’azione, il medical e gli instant-movie?

“Sarà la commedia. Tra non molto inizieremo una serie dal titolo Famiglia Italiana. E inoltre ne stiamo scrivendo altre due di cui parleremo più avanti”.

Se pensiamo a vostre produzioni, un marchio riconosciuto dal pubblico è Ris. Di recente abbiamo letto un’intervista polemica del Capitano Venturi (Lorenzo Flaherty) che dichiarava di essere stato fuori dalla serie. E’ vero?

“Lorenzo Flaherty è un bravissimo attore, molto capace e diligente, ma so che aveva voglia di cambiare dopo 6 anni di interpretazione dello stesso personaggio. Così, per non trovare un sostituto, ho deciso di cercare una protagonista donna, una femme fatale interpretata dalla bravissima Euridice Axen, tra l’altro figlia d’arte (di Adalberto Maria Merli)”.

Per quanto riguarda invece Distretto di Polizia? E’ in onda la nona stagione e sarà girata la decima. Dopo di che, diremo addio alla serie?

“La serie si concluderà per quanto riguarda questo distretto con la decima. Dopo di che ce ne sarà uno nuovo che prenderà il via con l’undicesima. E’ un know-how importante che non dobbiamo perdere. Anche per quanto riguarda i Ris l’anno prossimo non li faremo”.

Torneranno tra quanto?

“Ancora non lo sappiamo, abbiamo molte cose a cui pensare ma magari la serie passerà a Italia 1 oppure andrà direttamente su Premium. Abbiamo una grande televisione che è appunto Premium e dovremo necessariamente metterci la testa perchè è un canale che sta crescendo e anche molto in fretta”.

Avete intenzione di produrre serie per il digitale terrestre?

“Taodue dovrà occuparsi di pensare storie, film e serie espressamente per questa nuova televisione. Abbiamo in casa una ventina di format tra vecchi e nuovi e svilupperemo delle storie per Joi. Pensiamo in questo caso ai giovani che seguono questa nuova televisione dando loro prodotti innovativi e adatti a loro”.

Ci sarà spazio anche per il fantasy, filone un po’ abbandonato dalla nostra tv?

“C’è spazio per tutto. Io adesso sto preparando una serie che si avvicina al fantasy e credo avrà lo stesso appeal di Intelligence. Non so se andrà sulla generalista o su Premium, ne discuterò con l’editore tra pochi giorni. Ciò che posso dire con certezza sulla nostra produzione è che dopo la serie con Raoul Bova andranno in onda su Canale 5 I Liceali 2 dopo l’ottimo riscontro avvenuto su Joi”.

Crimini Bianchi Il genere medical invece lo ha definitivamente abbandonato?

“Il medical lo abbiamo realizzato ma è stato cassato dal pubblico. Mi era stata commissionata una serie sui medici, ‘Crimini Bianchi‘ che ritengo ancora oggi avanzata, purtroppo non gradita dai telespettatori. Forse in Italia non si possono toccare nè santi, nè preti, nè medici. Probabilmente si sarà spaventata la gente a casa, però so che la serie, che parla di malasanità, viene guardata dal Centro di Umberto Veronesi e ne discutono tutt’ora”.

Taodue si è caratterizzata in questi anni per le istant-fiction sull’attualità. C’è qualcosa che bolle in pentola?

“Di progetti ne ho una trentina che vorrei anche cedere perchè non riesco a realizzarli tutti. Adesso ce n’è uno molto importante e costoso che dovrei fare e che spero possa riuscire bene. E inoltre posso annunciare in anteprima la produzione di una serie che svilupperemo in America con la sceneggiatura di Nicholas Pileggi che andrà su Canale 5 e che verrà distribuita in tutto il mondo. Il titolo, anche in omaggio a Sergio Leone, sarà C’era una volta la mafia“.

Taodue è specializzata soprattutto nelle fiction in tv ma proprio a Venezia abbiamo visto il ritorno anche sul grande schermo con la produzione del film di Michele Placido, Il grande sogno.

“Mi interessava fare un film sul ’68 perchè per tutti è stato un periodo meraviglioso. Quando Michele Placido mi portò il suo film, si chiamava a dire il vero ‘I compagni’, che ho giudicato retorico e modificato appunto in ‘Il grande sogno’. E’ il sogno della mia generazione e dovrebbe essere quello dei ragazzi di oggi che non ne hanno. Michele in questo film racconta la sua storia, quella di un poliziotto che vuole diventare attore e alla fine ce la farà. Questo film ti racconta quanto è difficile ma quanto possibile realizzare un sogno. E il ’68 è stato un sogno planetario che ha cambiato il modo di pensare, di vestirsi, di sentire la musica, del costume, dell’arte. Ha messo in discussione tutta quella retorica che c’era allora e ha liberato i giovani da tutti, è stato un grande movimento, nel bene e nel male. Sono grato a Michele per un film sincero e onesto come questo che tra l’altro sta andando molto bene al botteghino. So che in sala spesso alla fine della pellicola si applaude e questo non può che essere positivo per tutto il cinema italiano”.

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