Home Italia 1 Il capo-progetto di Colorado, Cesare Vodani, a TvBlog: “Il successo del nostro programma è merito del collettivo. Le veline un esempio negativo? Per me lo è di più Franceschini”

Il capo-progetto di Colorado, Cesare Vodani, a TvBlog: “Il successo del nostro programma è merito del collettivo. Le veline un esempio negativo? Per me lo è di più Franceschini”

Abbiamo incontrato il capo-progetto di Colorado, Cesare Vodani, che ha al suo attivo successi come autore dell’Isola dei Famosi, di Quelli che il Calcio, solo per citare gli ultimi. Colorado, in onda ogni venerdì alle 21:10 su Italia 1 è prodotto da Colorado Film di Maurizio Totti insieme a 3Zero2 di Piero Crispino. Gli autori

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pubblicato 16 Ottobre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 22:06


Abbiamo incontrato il capo-progetto di Colorado, Cesare Vodani, che ha al suo attivo successi come autore dell’Isola dei Famosi, di Quelli che il Calcio, solo per citare gli ultimi. Colorado, in onda ogni venerdì alle 21:10 su Italia 1 è prodotto da Colorado Film di Maurizio Totti insieme a 3Zero2 di Piero Crispino. Gli autori sono oltre a Vodani, Andrea Boin, Federico Bianco, Raffaele Bruscella, Graziano Cutrona, Cristiano Fantechi, Luciano Federico e Lucio Wilson. Collaborano ai testi Antonio Losito e Pietro Saino. In questa intervista, Vodani non le manda a dire. Dice la sua sul velinismo, se la prende con un certo modo di fare politica (da uomo di sinistra) e da’ delle anticipazioni sulla puntata di stasera. Buona lettura.

Benvenuto a Cesare Vodani nella “gabbia dei leoni” di TvBlog.

“Vi conosco molto bene. E’ una di quelle cose che uno guarda per prima, soprattutto al giorno dopo per capire se ci sia stata un’ecatombe o meno. Diciamo che alla mattina arrivi al lavoro e attendi con ansia il titolo perchè già da quello capirai se sarai impiccato o no”. (ride ndr).

Diciamo che nel caso di Colorado questo non è successo perchè cresce ogni settimana e venerdì ha toccato il 15%…

“Per noi è un risultato enorme. Per come è fatto questo programma e il meccanismo che ha dentro non si può proprio che gioire”.

Qual è il motivo di così tanto successo?

“Riusciamo a parlare ai bambini, ai ragazzini, ai ragazzi e a qualche adulto. Non a caso ha pochissime parolacce. Colorado è trasversale nell’età: abbiamo deciso di puntare come patrimonio vero del programma su quello dei ragazzi e dei bambini, e da lì in avanti sono arrivati anche i genitori. E poi da noi la singolarità è meno importante del collettivo, ossia lavoriamo come se fosse un varietà e il ‘mescolamento’ dei comici è un nostro punto di forza. Siamo una compagnia di giro che sta in televisione. Colorado, lo dimostra anche dalle curve d’ascolto, è fatto perchè non ci sia una persona singola che primeggi, ma tutti sono importanti, ed è l’insieme di allegria quello che arriva a casa”.

Si può dire quindi che sia questa la vera differenza tra voi e Zelig, fermo restando che come ci ha detto Maurizio Totti, non siete affatto in competizione con il teatro comico di Gino e Michele…

“La differenza è stata quella di inseguire Zelig puntando su un progetto diverso. Tanto per cominciare rispetto a loro non siamo più al Teatro delle Erbe, benchè Aldo Grasso ne sia tutt’ora convinto, e inoltre noi abbiamo deciso di smarcarci dal lavoro su cui loro sono bravissimi e forse sono i migliori sulla piazza, ossia quello di puntare sul target più adulto. Noi siamo più legati al mondo di Internet, al mondo di YouTube dove vai dentro e ti guardi le cose in maniera veloce; pensiamo che i ragazzini oggi ci guardino con quella mentalità, in un certo senso abbandonata. Una volta ti facevano marcire prima di arrivare in prima serata, oggi se sei bravo e capace puoi farlo anche attraverso un programma come Colorado perchè ci comportiamo quasi da talent. Ovvio, poi starà al pubblico decidere se potrai continuare o meno. Ci tengo in ogni caso a sottolineare che non siamo contro Zelig, siamo due programmi diversi che possono tranquillamente convivere”.


Cesare Vodani - Colorado Possiamo azzardare che Colorado, con le dovute proporzioni, possa essere l’erede del mitico Drive In?

“Mi stai facendo forse il miglior complimento che mi potessi mai fare perchè se c’è una persona che è un mio punto di riferimento è proprio Antonio Ricci. Ci tengo a precisare che non voglio fare quello che voglia farsi bello dicendo che stima Ricci per leccaculismo. Se ci sono stati dei programmi in questi anni che abbiano identificato la comicità sono stati quattro: Drive In, Su la testa con Paolo Rossi, Striscia la notizia e Zelig: nel caso del Drive In, credo che Ricci abbia realizzato forse in assoluto un vero varietà dove i comici si mescolavano, dove avevi la sensazione che tutto avvenisse per caso, dove si utilizzavano delle ragazze prosperose per ironia…”

A questo proposito, in questo periodo è in corso una feroce campagna contro le veline e il velinismo…

“E’ demenziale quello che accade, e lo dico da uomo di sinistra da sempre. Sempre più è diventato Falce e Bancomat, altro che Falce e Martello. Fino a quando questi signori non capiranno che il male assoluto non sta dall’altra parte ma piuttosto sull’incapacità organizzativa di un pensiero politico che rimette insieme della gente, parleranno di veline, di Papi, di nonne e di zie. Ma non sarà con quello che ricompatteranno un’idea. Pensare che Ricci sia il nemico perchè ha ideato le veline non significa solo essere alla frutta ma aver pagato il conto ed essere usciti dal ristorante. E il modo di ragionare di questi signori è deleterio, perchè molti elettori sono passati non a caso da Rifondazione Comunista alla Lega. Riguardo poi alle veline, per loro sarà un esempio negativo, per me lo è molto di più Francheschini“.

Stavamo parlando di Antonio Ricci e del Drive In…

“Ricci è una persona dalla quale un autore non può prescindere, basti pensare al Tenerone, HasFidanken o lo stesso Gabibbo. I Simpson se ci pensi fanno la stessa cosa che fa Ricci: il bambino ride per il primo grado di lettura, il genitore, per il secondo. Ricci è da vent’anni che cerca di dare una doppia lettura alla comicità e alla satira e Colorado, in piccolo, cerca di prendere spunto da persone che insegnano la televisione. Colorado diventerà sempre più varietà nei prossimi tre anni: arriveremo al punto che due maschere, due personaggi, faranno un pezzo insieme. Pensate ad esempio se Baz diventasse l’Ipod di Suor Nausicaa. Tornando a Ricci, non si pensi che io voglia fare parte in questa fase dell’impero dei leccaculo: innanzitutto ho firmato per conto mio da un’altra parte e poi non credo lavorerò mai con lui. Detto ciò, anche di Maradona si dice che era un campione ma non tutti dicono che tu ci voglia giocare insieme. Ricci è un Maradona della televisione”.

Torniamo a Colorado. Come mai la vostra decisione di non inserire satira politica nel programma?

“A dire il vero c’è ma non ci sono le macchiette politiche. La nostra intenzione è stata di far toccare alla satira solo temi sociali, i veri problemi che interessano alla gente. Abbiamo parlato di precariato, di usura, di banche. Il resto, lo lascio tutto con grande piacere a persone come Sabina Guzzanti“.

Parliamo delle tue prime esperienze lavorative. Sei stato un attore partecipando al Costanzo Show, ad un varietà di Carlo Conti e ad altre trasmissioni della Rai. Cosa ricordi?

“E’ stato un amore incredibile, mi piaceva recitare ma non sopportavo tutta la fase pubblica. Se mi dicessi domani di recitare per il gusto di farlo non ci penserei due volte ma è quello che viene dopo che non mi piace, ossia essere riconosciuto per la strada e accettare la popolarità. Quando andavo da Costanzo, e ho fatto 79 puntate, mi veniva l’ansia all’uscita con le persone che mi riconoscevano. Oggi ho trovato la mia dimensione naturale che è quella di scoprire talenti”.

In cosa è cambiato, il modo di fare comicità rispetto ad allora oggi?

“Direi che sostanzialmente manca la formazione. C’è troppa gente che guida la macchina senza avere la patente e spesso questi, se sono talenti veri, la prendono in corsa. Altrimenti guidano un anno o due e poi spariscono. Ci vuole la stessa dedizione per questo lavoro che ha il tornitore con la fresa. E’ vero anche che la tv oggi tritura molto di più, una carriera di 15 anni è impensabile”.

Nicola Savino, Baz, Rossella Brescia
Tra i programmi a cui hai partecipato come autore c’è stato Bulldozer che ha avuto anche notevole riscontro su Raidue. Come mai poi non si è più fatto?

“Sono andato via prima dal programma dopo uno screzio col capo degli autori di allora quindi non saprei risponderti. Sono legatissimo però a Bulldozer perchè mi ha portato all’incontro che considero tra i migliori della mia vita, quello con Simona Ventura. E’ una persona alla quale devo tutto, mi ha insegnato tanto, davvero tanto e le sarò sempre riconoscente”.

Infatti sei stato autore dell’Isola per 3 edizioni, di Quelli che il calcio proprio con la Ventura…

“Crederci sempre, arrendersi mai è il mio slogan. All’Isola per Simona facevo il copionista di studio: scrivevo i lanci per lei, i racconti dei video, le domande di quello che facevamo in diretta. E non si pensi fosse un programma scritto: se c’è un programma che non si può scrivere è proprio quello: pensate al taglio di 25 punti di Giada De Blanck, poteva essere da copione?”

Tra le cose che non hanno funzionato in questa unione con Simona Ventura c’è stato Colpo di Genio dove eri tra gli autori insieme a tanti altri, anche se la colpa se l’è presa solo lei…

“Lei è una persona che fa sempre muro. Quel programma non ha funzionato nonostante ci fosse un gruppo di autori pazzeschi. Per come è stato modificato era destinato a fallire: non era nè Portobello nè I Cervelloni. Perchè non le hanno fatto fare Portobello che era ben radicato nei gusti del pubblico? E poi, perchè a noi con il 15% ci hanno chiuso senza appello e oggi hanno tenuto in piedi altri varietà con il 12%? Qualcuno prima o poi questo dovrà spiegarcelo.”

Per concludere, qualche anticipazione riguardo alla puntata di questa sera di Colorado?

“Ci sarà un’incursione, un vero e proprio cameo di Gigi D’Alessio prenderà per un orecchio Nicola Savino portandolo fuori dal palco. Un omaggio a Thriller fatto dai Fichi d’India su Michael Jackson e un balletto su Moulin Rouge. E poi avremo il Baz tarocco cinese. Non perdete stasera l’appuntamento dove vedrete anche una Melita Toniolo in versione sempre più soubrette. Questo sarà il viatico per un’evoluzione delle tre ragazze che vedrete nelle prossime settimane. Se ci pensi, oggi si dice che le Coloradine fanno solo da contorno, ma anche ai tempi di Macario le soubrette come Delia Scala o Sandra Mondaini non intervenivano troppo per non prevalere sul comico”.

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