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Supercar, KITT: la prima auto dotata di intelligenza artificiale

Supercar giocava con l’idea dell’intelligenza artificiale che supera l’uomo e diventa protagonista assoluta di avventure mozzafiato ed inseguimenti spettacolari…

pubblicato 9 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 07:53


Cucine che preparano da sole il pranzo, termostati che si autoregolano a seconda dell’orario di rientro, telefonini capaci di girare video dalla qualità sempre più vicina ai mezzi usati dai professionisti del video. Prima di tutto questo, ma molto prima, c’era un’altra intelligenza artificiale che fece impazzire e sognare mezzo mondo. Non era un elettrodomestico o un nuovo svago ideato da qualche multinazionale, ma un’auto. Ed il suo nome era KITT.

Chi non conosce Supercar (“Knight Rider”), la popolare serie tv andata in onda negli Stati Uniti sulla Nbc per quattro stagioni, dal 1982 al 1986 e proposta da noi su Italia 1 negli stessi anni, diventando immediatamente un cult? Erano altri tempi, certo, ma già allora Supercar giocava con l’idea dell’intelligenza artificiale che supera l’uomo e diventa protagonista assoluta di avventure mozzafiato ed inseguimenti spettacolari, nello scenario di una provincia americana dove i cattivi potevano essere sconfitti solo con l’aiuto della tecnologia mista all’istinto umano.

Un’idea che, fin dall’episodio pilota andato in onda il 26 settembre 1982, ha visto sul piccolo schermo una delle coppie più improbabili ed irresistibili del mondo delle serie tv: Michael Knight e KITT, appunto, una Pontiac Firebird Trans Am che, proprio come il suo autista, ha un passato e dei nemici da cui difendersi.

Supercar, la trama


Tutto inizia con il sogno dei milionari Wilton Knight (Richard Basehart) e Devon Miles (Edward Mulhare), a capo della Fondazione Knight. I due lavorano ad un progetto che possa ripristinare il rispetto della legge in tutti gli Stati Uniti e che si trasforma nella realizzazione di K.I.T.T., acronimo di Knight Industries Two Thousand, un’auto dotata di intelligenza artificiale e di una serie di funzioni -tra cui la capacità di interagire con le persone che la rendono unica nel suo genere.

I due decidono che ad affiancare KITT sarà Michael Arthur Long (Larry Anderson), ex poliziotto che, dopo uno scontro a fuoco, resta gravemente ferito e sfigurato. Per questo, viene salvato ed il suo viso assume un nuovo aspetto, così come la sua identità. Long diventa Michael Knight (David Hasselhoff), dalle sembianze identiche a quelle di Garth, figlio diseredato di Wilton. Quest’ultimo, in punto di morte nel primo episodio, chiede a Michael di accettare l’incarico di guidare KITT e di salvaguardare il rispetto della legge. Michael accetta: ha così inizio Supercar.

Supercar, i punti di forza


Come ha fatto una serie come Supercar ad avere successo? I motivi stanno innanzitutto nell’originalità dell’idea di partenza, quella di introdurre in una serie tv un’intelligenza artificiale che sappia fare cose incredibili e che, negli anni Ottanta, desse l’idea che in un futuro non troppo lontano chiunque avrebbe potuto disporre di un’auto così eccezionale.

Poi, ovviamente, si sono i casi di puntata, che richiedono per forza di cose la dimostrazione delle innumerevoli qualità di KITT, ma anche la bravura di Michael nel saper dare la caccia ai criminali e consegnarli alla giustizia. Ovviamente, gran parte del successo dello show lo si deve anche al cast, guidato -è proprio il caso di dire- da David Hasselhoff, che grazie a Supercar ha visto la propria carriere prendere il volo: se negli anni Ottanta è l’uomo che guida KITT, negli anni Novanta sarà colui che darà rappresenterà la categoria dei bagnini americani con un altro cult, Baywatch.

Ma il bello di Supercar sta anche nel fatto che non è stata solo una serie da “guardie e ladri”, ma ha avuto una sua mitologia, che ha dato profondità anche ai personaggi ed addirittura a KITT. Questa, infatti, aveva non uno, ma ben due nemici: il “gemello cattivo” KARR, la prima auto intelligente ad essere stata sviluppata dalla Fondazione Knight, che però aveva come obiettivo primario non la difesa degli umani ma la propria salvaguardia, diventando così un nemico pericolosissimo per chiunque non l’aiutasse nella sua missione di distruggere KITT e Michael.

Il suo secondo nemico, invece, era Goliath, enorme camion realizzato da Garth, figlio di Wilton, con l’aiuto della perfida madre. Il giovane aveva delle manie di grandezza che non piacevano al padre, che l’aveva diseredato. Da qui, la sete di vendetta di Garth verso Michael, che gli aveva addirittura rubato il volto, e KITT.

Supercar, il cast

Abbiamo accennato al cast che, oltre ad Hasselhoff era composto da un nutrito gruppo di attori, ciascuno dei quali ha dato volto a personaggi che hanno contribuito a creare una squadra a cui il pubblico si è subito affezionato. In primis, la voce di KITT, nella versione originale di William Daniels (attore che noi conosciamo anche per essere stato George Feeny in Crescere, che fatica! e nel sequel Girl Meets World) ed in quella italiana di Adolfo Lastretti nella prima stagione e Massimo Venturiello -attore di numerose fiction italiane- dalla seconda alla quarta.

A loro si aggiungono il già citato Edward Mulhare e Patricia McPherson, che ere Bonnie Barstow, il tecnico che si occupava di KITT, verso cui è iperprotettiva. Nella seconda stagione il personaggio di Bonnie era stato sostituito da April Curtis (Rebecca Holden), mentre nell’ultima stagione viene introdotto il personaggio di Reginald Cornelius III (ovvero RC3), interpretato da Peter Parros.

Supercar, la sigla

Indimenticabile la serie, ma indimenticabile anche la sigla: quel motivetto che è sopravvissuto alla chiusura della serie e che, ancora oggi, viene utilizzato per numerosi remix che vengono ballati in discoteca. Artefici di quel motivo musicale furono Stu Phillips e Glen A. Larson. L’ispirazione per quel “Ta-ta-ta-taaaaa Ta-ta-ta-taaaaaa” è, però, classica: nell’atto III della “Marche et Cortège De Bacchus” del compositore francese Léo Delibes si sentono quelle note che hanno dato l’idea della sigla ai compositori.

Supercar, i sequel ed il remake

Dopo quattro stagioni, gli ascolti di Supercar iniziarono a calare, non riuscendo più a reggere il confronto con le ingenti spese di produzione che una serie come questa richiedeva. La Nbc decise così di chiudere lo show all’improvviso, senza dargli un finale vero e proprio.

Supercar, però, era già diventato un cult e nel corso degli anni seguenti ci furono vari tentativi di riportarlo in tv. Il primo tentativo fu del 1991, con il film-tv Supercar 2000-Indagine ad alta velocità, con protagonisti ancora Hasselhoff e Mulhare. Il film serviva per capire se il pubblico fosse interessato ad un revival, cosa che però non avvenne. Sfortunato fu anche la serie tv Team Knight Rider del 1997 (che vedeva non un protagonista ma cinque, con vari mezzi intelligenti) che durò solo 22 episodi.

Dieci anni fa, un nuovo tentativo, da parte della Nbc, che realizzò prima il film-tv Knight Rider e poi l’omonima serie, sequel dell’originale e che vedeva come protagonista Mike Traceur (Justin Bruening), figlio di Michael Knight (che compare anche in questa serie). La voce di KITT, invece, era di Val Kilmer. Ma anche in questo caso il pubblico non gradì, e la serie durò appena una stagione.

Eppure, Hasselhoff sembra intenzionato a non demordere: in un’intervista dell’anno scorso, l’attore ha rivelato di aver parlato con James Gunn (regista de “I guardiani della Galassia”) per un remake cinematografico della serie. Per ora non ci sono aggiornamenti, ma in un’epoca in cui remake e revival sono all’ordine del giorno, riportare KITT sullo schermo non sembra essere una follia.

Supercar, le innovazioni di KITT al giorno d’oggi

Negli anni ottanta le intuizioni di KITT sembravano ancora lontane, oggi molte sono realtà, o meglio, alcune funzioni sembrano essere stai in prese in prestito dai moderni creativi e designer di automobili. Certo, le auto a venire non spareranno missili o raggi laser come KITT, non disporranno del Turbo Boost per scavalcare ostacoli e auto in corsa, ma qualcosa sembra derivare dal quell’immaginario che ha lasciato un segno in tutti noi. Oggi se pensiamo ad un’auto parlante in grado di guidare da sola, la famosa guida autonoma, pensiamo subito a Supercar.

C’è un’auto che sembra ricalcare questo stile e che intende modificare con uno sguardo al futuro il rapporto uomo-auto. E’ la nuova Mercedes Classe A che utilizza al sistema Voicetronic per comprendere il linguaggio colloquiale “Hey Mercedes!” ed è capace di memorizzare abitudini e percorsi, nonché tutte le impostazioni della vettura utilizzate dal guidatore. Un po’ diverso dal Voicebox di KITT che era in grado di parlare e di interagire con Michael Knight grazie ad un sintetizzatore vocale.

Se KITT era in grado di calcolare il percorso più veloce tra due punti tenendo anche conto del traffico, la nuova Classe A lo fa in maniera ancora più avveniristica rappresentando sullo schermo touchscreen una rappresentazione cartografica integrata che impiega la realtà aumentata. L’immagine dei dintorni ripresi dalla telecamera anteriore viene arricchita da una serie di informazioni utili alla navigazione rappresentate da frecce direzionali, cartelli o numeri civici visualizzati sul display multimediale.

Se KITT ci sembrava il futuro, oggi le auto, grazie alle nuove tecnologie, ci stupiscono sempre di piĂą e sono sempre piĂą pronte a rivoluzionare nuovamente i nostri bisogni e le nostre esigenze.

Iniziativa realizzata in collaborazione con Mercedes