Home Carlo Conti David di Donatello, il live dal red carpet è da dimenticare. Fallito l’ammiccamento agli Oscar

David di Donatello, il live dal red carpet è da dimenticare. Fallito l’ammiccamento agli Oscar

Durante il red carpet dei David è accaduto di tutto. Su Rai Movie il conduttore Livio Beshir impallato da fiumana di gente e tradito dalla regia. Il fuori onda: “Mamma mia…”

pubblicato 22 Marzo 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 01:58

Che la Rai puntasse sui David di Donatello lo si era capito dall’imponente battage pubblicitario cominciato addirittura durante il Festival di Sanremo, che la sua importanza fosse mutata dopo il biennio targato Sky era stato facilmente intuibile osservando la nuova collocazione in palinsesto della cerimonia.

Una prima serata di Raiuno affidata a Carlo Conti, a differenza di una diretta in precedente relegata su Rai Movie, con il canale 24 che mercoledì si è comunque accontentato del live dal red carpet, trasmesso per oltre un’ora a partire dalle 19.50.

Alla guida il bravo Livio Beshir, che ha tuttavia dovuto fare i conti con un contesto a dir poco ostile, che spesso lo ha considerato un intruso.

Sul tappeto rosso è accaduto di tutto. Dalla fiumana di gente che, puntualmente, impallava la telecamera anche nel corso delle interviste ai super ospiti, ai giornalisti Alberto Farina e Paola Jacobbi, collegati a distanza, protagonisti di domande a Ferzan Ozpetek e Alessandro Borghi, privi però di auricolare e quindi impossibilitati ad ascoltarli.

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Nel bel mezzo del caos ci si è messa pure la regia, con servizi annunciati e non partiti, che hanno evidenziato l’irritazione di Beshir. Credendosi fuori onda, il presentatore si è infatti lasciato andare a smorfie eloquenti seguite da uno sconsolato e liberatoriomamma mia….che caciara, salvo poi accorgersi che a casa avevano visto tutto.

L’ammiccamento agli Oscar si è dunque rivelato un flop, per un motivo molto semplice: prima di importare un format occorrerebbe preoccuparsi di coglierne innanzitutto lo spirito. Se oltreoceano il red carpet rappresenta un rito irrinunciabile, in Italia – dove il cinema appare sempre più un universo incontaminabile – è sembrato piuttosto un fastidio.

Carlo Conti