Home Notizie Storie Maledette, Roberta Bruzzone contro Franca Leosini: “Errori e inesattezze, non è aggiornata”. E Franca risponde…

Storie Maledette, Roberta Bruzzone contro Franca Leosini: “Errori e inesattezze, non è aggiornata”. E Franca risponde…

La criminologa Bruzzone riprende via Twitter Franca Leosini, per la sua ricostruzione non accurata e non aggiornata del caso Scazzi.

pubblicato 20 Marzo 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 02:02

Roberta Bruzzone ‘rimprovera’ Franca Leosini via Twitter mentre su Rai 3 va in onda Storie Maledette sul caso Scazzi. Sarebbe un ottimo spunto per un succoso faccia a faccia tra due delle donne più carismatiche del genere crime in tv, anzi ci si potrebbe costruire uno spin-off che manderebbe in sollucchero i patiti – diciamo piuttosto i maniaci – delle ‘soap’ processuali, ma per ora resta solo un tweet (che speriamo abbia anche una risposta).

Andiamo ai fatti.

Mentre su Rai 3 va in onda la seconda puntata di Storie Maledette sul caso Scazzi, con le interviste di Franca Leosini a Sabrina Misseri e Cosima Serrano, Roberta Bruzzone twitta

Tutto nasce dal riferimento che la Leosini fa, per amor di precisione, sulle accuse rivolte da Michele Misseri a chi lo “seguiva professionalmente” nel periodo delle ritrattazioni che hanno portato all’incriminazione della figlia Sabrina. Michele avrebbe detto di essere stato ‘consigliato’ a indirizzare le colpe alla figlia da parte dei suoi consulenti: tra questi la criminologa Bruzzone, che per questa ragione lo ha querelato. Questo quanto riportato dalla Leosini nel corso della trasmissione, registrata a quanto si capisce tra la fine di novembre 2017 e i primi di marzo 2018.

La Bruzzone, dunque, interviene per specificare che Misseri è sotto processo per calunnia e che la sentenza è ormai vicina. E fin qui, il tutto è ricondotto alla propria vicenda processuale. Ma la criminologa continua, entrando nel merito del lavoro della Leosini quando aggiunge che “ci sono parecchie inesattezze e diversi errori nella ricostruzione effettuata durante la trasmissione”, con tanto di laconica chiosa (“Peccato”), come se si fosse persa una preziosa occasione per ‘far chiarezza’ nel caso omicidiario e processuale.

Sempre ammesso, aggiungerei, che fosse questo l’obiettivo della Leosini, visto che si è definita “un’indagatrice dell’anima” più che dei casi affrontati. Che poi col caso Scazzi abbia fatto altro è un altro discorso: mai come in queste prime due puntate di Storie Maledette, infatti, la Leosini si è addentrata nella ricostruzione dei fatti, delle dichiarazioni dei testimoni, delle contraddizioni degli assenti (Michele Misseri, inquirenti, giudici) più che sull’animo delle due protagoniste. La Leosini, però, conferma la sua tendenza a sovvertire le certezze, più accentuata nelle ultime stagioni: con lei le verità processuali sono sempre sotto la lente di ingrandimento, più che le motivazioni all’azione di coloro che sono stati dichiarati colpevoli oltre ogni ragionevole dubbio.

La querelle è continuata via fattoquotidiano.it, con l’intervista raccolta da Giulio Pasqui, nella quale la criminologa ha insistito sulle inesattezze della ricostruzione (“Dovrei dedicarci due o tre giorni di lavoro perché le imprecisioni sono davvero tante e ho ben altro da fare”) e sulla scelta narrativa della Leosini (“Stavolta non ci siamo proprio. La storia è proprio un’altra. Le persone che non hanno letto niente e hanno capito ancora meno, si sono lasciate suggestionare e ora sono convintissime che ci siano due innocenti in carcerequando la vicenda ha ampiamente dimostrato che è il contrario”), arrivando a contestare anche i ‘vezzi linguistici’ dell’autrice di Storie Maledette (“Dopo il “ditino birichino” di Rudy Guede, mi aspettavo una maggiore sobrietà. Alcuni passaggi e alcune scelte lessicali le ho trovate discutibili, considerato che è morta una ragazzina di 15 anni”).

La replica di Franca Leosini

Franca Leosini ha replicato dai microfoni di Radio Capital: raggiunta da Massimo Giannini per Circo Massimo (e qui potete risentire tutta la puntata), la Leosini non si è affatto scomposta davanti alle critiche della Bruzzone.

“Io non entro nel merito delle scelte lessicali della dottoressa Bruzzone e neanche nel merito dei programmi televisivi a cui sceglie di partecipare. Ognuno ha il suo lessico: io sono napoletana e un narratore napoletano ha nel DNA squarci di ironia che chi è nato al Nord potrebbe non avere”

la stoccata della Leosini, che in merito alle accuse di ricostruzione incompleta e inesatta ha precisato che

“Io non potevo rifare il processo in tutti i dettagli anche perché io non processo nessuno. Di una storia processuale e umana io afferro il filo portante della vicenda. Le imprecisioni… per carità, rispetto il pensiero e la sapienza di Roberta Bruzzone…”.