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Vincenzo Mollica a TvBlog: Supereroi, l’agendina di Lello Bersani ed i narcisisti a piede libero

L’intervista al cronista degli spettacoli del Tg1 Vincenzo Mollica

di Hit
pubblicato 24 Agosto 2017 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:44

Da tutte le persone dell’ambiente viene chiamato “Il Presidente“, questo perchè gli viene riconosciuta una autorevolezza ed un valore inestimabile. Parliamo di Vincenzo Mollica che noi di TvBlog siamo felicissimi di ospitare, lui molto schivo e parco a concedere interviste. Lo abbiamo incontrato poche ore prima della messa in onda dell’ultima puntata di Supereroi , il programma di Rai1 che conduce insieme all’amico Massimiliano Pani e che stasera avrà come ospite Ivano Fossati. Ci risponde al telefono in maniera molto cortese, in un pomeriggio di agosto che lo vede al lavoro, mentre sta andando in sala di montaggio per preparare il suo servizio per il Tg1 delle ore 20.

Con Mollica abbiamo parlato di Supereroi, ma anche di altro, della sua carriera lunghissima al Tg1 (37 anni nel Telegiornale del primo canale della Rai), del mondo dello spettacolo, della televisione e di altro ancora. Buona lettura

Supereroi una scommessa vinta. Ci racconti questa esperienza ?

E’ stata una esperienza molto positiva e che ha generato degli incontri molto belli. Da Fiorello, passando a Paolo Conte fino a Ivano Fossati che andrà in onda stasera. Sono stati degli incontri ricchi e secondo me hanno aggiunto qualcosa alla conoscenza di questi personaggi. Approfitto di TvBlog per ringraziare tutte le persone che hanno lavorato alla trasmissione, faccio due nomi per tutti: l’autore Francesco Valitutti ed il capostruttura Maria Vittoria Fenu.

Come é nata la coppia Pani e Mollica?

L’idea è venuta a Massimiliano Pani, che un giorno mi ha chiesto se volevo far parte di questa avventura, malgrado avessi deciso di lavorare solo al Telegiornale per dedicarmi al lavoro che amo di più in assoluto, che è fare il cronista degli spettacoli al Tg1. Ho accettato perchè ho molta stima di Massimiliano e perchè mi piaceva l’idea che un musicista come lui ed un cronista come me incontrassero ogni volta un artista per fargli raccontare, anche da una prospettiva un po’ inedita, le loro storie.

Tu e Pani vi conoscete da molti anni ?

Si, ci conosciamo da molti anni. L’ho sempre considerato un grande musicista, non per niente chiacchieriamo di musica come due grandi appassionati della materia. Poi mi ha sempre colpito la sua curiosità e dato che io sono figlio di quella frase di Federico Fellini che dice “E’ la curiosità che mi fa svegliare la mattina”, estendere quindi la mia curiosità alla sua per questo programma, mi è piaciuto molto.

Vi rivedremo insieme ancora in tv in una nuova serie di questo programma ?

Io credo che questa sia la sede che mi piace e se potessimo continuare sarei felice.

Tu grande giornalista di spettacoli, come vedi gli spettacoli nei nostri confini oggi? In che stato sono?

Secondo me è uno stato di transizione. E’ come se ci fosse una grande energia che si sta riposizionando, dopo aver vissuto dei periodi davvero straordinari. Ci sono delle cose ottime, altre parodistiche che mi piacciono di meno, ma credo che ci sia grande fermento e questo lo percepisco dalla grande quantità di materiale, ovvero cd, cortometraggi fatti col telefonino, fumetti, romanzi e quant’altro che mi arrivano ogni giorno. Io ho una abitudine che conservo ormai da vent’anni e cioè ogni quindici giorni dedico una giornata, quando sono a riposo, per guardare tutte queste cose, perchè avrei voluto che qualcuno della mia età mi avesse dato retta quando ero giovane. Dove c’è del talento mi piace poi chiamare questi ragazzi e dire loro di proseguire, perchè ne vale la pena. Credimi, sono davvero tante le telefonate che faccio alla fine del mese, perchè c’è davvero del bel movimento in giro.

Tu sei arrivato al Tg1 quando c’era un gigante che si occupava di spettacoli ovvero Lello Bersani. Com’è stato lavorare con lui, tu giovane cronista ?

Quando sono arrivato nel 1980 -sono 37 anni di Tg1 perchè non mi sono mai spostato da lì- era per me come arrivare a Disneyland, c’erano personaggi pazzeschi da Paolo Frajese a Lello Bersani appunto. Lello è stato il primo cronista di spettacoli della televisione italiana. Lui è stato una persona fondamentale per me. Posso raccontarti un episodio per farti capire chi era ?

Certo, volentieri

Lui ha visto la mia passione per lo spettacolo, perchè io fin da ragazzino amavo il cinema, la musica, i fumetti, la letteratura, la fotografia e la pittura, sono sempre stato immerso in questo mare di passioni. Arrivo al Tg1 nel 1980, l’allora direttore Emilio Rossi mi chiede cosa volevo fare, io gli rispondo che volevo occuparmi di spettacoli, lui mi dice: “allora vai agli esteri così inizi a farti le ossa”, allora si usava così. Andai agli esteri, ma nel frattempo io ed Enrico Mentana, che era da poco arrivato pure lui al Tg1, ci facevamo raccontare da Lello tante storie che lui aveva vissuto nella sua lunghissima carriera di cronista di spettacoli. Lello capì la mia passione, un giorno mi chiamò e mi disse: “guarda Vincenzo, io vedo che hai una grande passione per lo spettacolo, mi piacerebbe che tu un giorno prendessi il mio posto, io non so se riuscirò a fare questa cosa, però una cosa la posso fare subito”. Prese la sua agendina telefonica e mi disse: “copia tutti i numeri che ti servono”. Io mi copiai i numeri dei vivi e dei morti, perchè pensai che non si sa mai (ride, ndr). Un gesto bellissimo quello di Lello, che non dimenticherò mai. Tuttora conservo quella agendina come porta fortuna. Poi nel 1982 sono passato agli spettacoli del Tg1, ho lavorato tanto con Lello, per esempio in “Prisma” la rubrica di spettacoli del Tg1 del sabato pomeriggio, fino a quando lui passò a Canale5. Con lui però siamo rimasti sempre in contatto. Lello è stato una persona fondamentale per me, prima umanamente e poi professionalmente.

Se ti chiedessi un nome di eccellenza per la musica, uno per il cinema, uno per il teatro ed uno per la letteratura, quali mi diresti?

Posso farti dei nomi di artisti che mi appassionano e che mi hanno appassionato. Per la musica Paolo Conte, per il cinema Federico Fellini, che è stata l’altra persona fondamentale della mia vita insieme a Lello Bersani. Per la letteratura certamente Andrea Camilleri, mentre per il teatro ti faccio il nome di Eduardo De Filippo.

Ti accusano di essere troppo buonista nei tuoi pezzi, cosa rispondi a questa critica?

Che rispetto la critica. Quando posso scegliere le cose di cui parlare preferisco occuparmi delle cose che mi hanno appassionato e convinto, anche perchè ci sono tanti narcisisti a piede libero.

Cosa ti piace e cosa non ti piace della Tv di oggi?

Credo che la televisione rispetti sempre il tempo che si sta vivendo, quindi occorre guardarla con molta attenzione, anche quella che non ci piace, proprio per capire i nostri tempi.

Ti sarebbe piaciuto fare il direttore di rete o di Tg e te l’hanno mai chiesto?

Guarda, mi hanno fatto molte proposte nella mia vita, ma io ho sempre detto di no perchè la mia priorità è sempre stata quella di fare il cronista, che è la cosa che io amo di più, insieme alla mia famiglia. Sono entrato 37 anni fa cronista al Tg1 e uscirò cronista da questo Telegiornale.

Ne hai viste passare tante nella tua carriera…un episodio e un personaggio particolare che ti vengono in mente

Risposta davvero difficile, ce ne sono tanti di episodi e di personaggi. Uno dei momenti davvero più belli della mia carriera è stata la vittoria di Roberto Benigni con “La vita è bella” agli Oscar, un avvenimento straordinario. Poi mi viene in mente il Nobel a Dario Fo. In quell’occasione a Stoccolma gli ho fatto l’intervista più stramba della mia vita: io gli facevo le domande in italiano e lui mi rispondeva in grammelot (ride, ndr).

Del tuo mestiere cosa ti mancherà di più e cosa ti porterai dietro quando appenderai il microfono al chiodo?

Mi porterò dietro tutto il mio lavoro, tutto quello che ho fatto. Non so cosa mi mancherà, so soltanto che grazie a quella curiosità che sentivo ogni giorno e di cui ti parlavo prima, cercherò di scoprire nuove storie da raccontare, nuove persone da incontrare. Credo poi che ognuno di noi che fa questo mestiere non smette mai di farlo.

C’è un rimpianto nella tua carriera? Una cosa invece che non rifaresti e una di cui sei molto orgoglioso ?

Credo che nella vita i rimpianti sono l’ultima cosa con cui avere confidenza. Bisogna lavorare e farlo con passione. Tutto è servito, sia quello che hai sbagliato, sia quello che pensi di averlo fatto bene. Sia quello che ti ha dato gioia, sia quello che ti ha dato tristezza.

Qual è la canzone del cuore di Vincenzo Mollica?

Domanda complicata. Guarda ti dirò quella che forse in assoluto mi piace di più ed è “Hallelujah” di Leonard Cohen. Cohen è uno dei miei cantautori preferiti da subito ed è stato un grande poeta.

Federico Fellini, grande amico di Vincenzo Mollica, ha dichiarato proprio al cronista del Tg1 in una intervista, che lui non metteva la parola “Fine” al termine dei suoi Film un po’ perchè si ricordava che da piccino, quando andava al cinema e vedeva quella parola sul grande schermo, significava che la festa era finita e si doveva tornare alla vita di tutti i giorni ed anche perchè gli piaceva pensare che i personaggi dei suoi film s’incontrassero anche al di fuori delle sue pellicole e procedessero insieme, come in un corteo, a proseguire le loro storie.

Noi conoscevamo Vincenzo Mollica per il suo lavoro al Tg1, il lavoro di un grande professionista che è sotto gli occhi di tutti, ma dopo questa chiacchierata lo abbiamo scoperto anche umanamente. Un uomo straordinario, di una straordinaria modestia e rispetto verso il prossimo, gli auguriamo il meglio e facendo riferimento alla sua risposta quando ci dice “Credo poi che ognuno di noi che fa questo mestiere non smette mai di farlo” ci vengono in mente proprio le parole di Fellini e della mancanza della parola “Fine” nei suoi lungometraggi. Perchè veramente chi fa questo mestiere e lo fa bene, non solo professionalmente parlando, continuerà a farlo, sempre.

Chiudiamo proprio con un ritratto di Vincenzo Mollica del suo amico Federico Fellini, un ritratto molto bello, sincero, confezionato con la consueta cura e professionalità, ma è proprio il tratto umano che spicca e che lo rende speciale. Buona visione.

Rai 1