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Domenica Live, Lele Mora e la sua redenzione (con il vizietto del tribunale televisivo)

L’intervista di Lele Mora a Domenica Live.

pubblicato 20 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:17

A voler essere magnanimi a tutti i costi, con un’affermazione degna dell’anima più pia e nobile, sostengo che una seconda possibilità, alle persone che hanno commesso un errore nella loro vita, non si dovrebbe negare a nessuno.

Per questo, non si dovrebbe avere niente in contrario se Barbara D’Urso, a Domenica Live, abbia deciso di intervistare e redimere in diretta, l’ex manager e talent scout dei vip, Lele Mora, offrendoci nuovamente sprazzi di Dursintervista, uno dei neologismi televisivi più aberranti mai creati da mente umana.

Ricordiamo, per dovere di cronaca, che Lele Mora sta pagando i suoi debiti con la giustizia: dopo aver patteggiato una pena di 4 anni e 3 mesi per bancarotta fraudolenta, l’ex agente è stato scarcerato e affidato ai servizi sociali in attesa di un nuovo processo, il Ruby2, nel quale è imputato per induzione e favoreggiamento della prostituzione.

Detto ciò, considerando che c’è una magistratura che sta facendo il proprio corso, l’esistenza di certi tribunali televisivi, oltre ad essere altezzosa e inutile, è oltrettutto dannosa. Più di una volta, il salotto di Pomeriggio Cinque si è impossessato del diritto di bollare una persona colpevole o innocente, indipendentemente dal responso di un processo. Il riferimento a ciò che successe in trasmissione dopo l’assoluzione degli imputati del processo di Rignano Flaminio è puramente voluto.

Lele Mora, ripetiamo, ha scontato la sua pena e non ha intenzione di scappare dal nuovo processo che lo attende (e di questi tempi, anche questa è una notizia…).

Oggi, in diretta, è intervenuta la madre di Lele Mora, Amerina Pavan (si parla tante volte di minori in tv, occorrerebbe parlare anche dell’utilizzo degli anziani…) che ha commentato ciò che è successo con questa dichiarazione, ovviamente dettata da un naturale e scontato amore materno:

Mio figlio ha dato da mangiare al mondo e voi me lo mettete in prigione.

L’affermazione è fuori dalla realtà ed è evidente ma il pubblico in studio ha applaudito con decisione.

E ciò che sembrava una redenzione accettabile di un discusso personaggio televisivo, per qualche secondo, è sembrata nuovamente un’allusione, neanche tanto implicita, alla presunta malagiustizia in Italia.

Anche in questa occasione, la conduttrice si è salvata in corner con la chiusa finale, a dimostrarci che a pensar male, spesso ci si indovina:

Gabriele ha capito tanto, ha avuto un cambio di rotta, mi auguro che abbia ripreso la strada giusta che per un po’ ha dimenticato.

Anche questa è andata. Augurandoci che i salotti televisivi non si sostituiscano nuovamente ai tribunali.