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Gazebo, il Movimento Arturo dal virtuale alle Primarie di piazza: seggio aperto fino alle 15

La community virtuale del programma di Rai 3 si ritrova a Roma per ‘votare’ il proprio leader. Seggio aperto dalle 11 alle 15.

pubblicato 29 Aprile 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 10:31

Dal popolo dei gazebo al ‘popolo di Gazebo’: dopo aver aperto sezioni virtuali in ogni parte del mondo, il Movimento Arturo si ritrova fuori dalla tv per eleggere il proprio ‘segretario’ oggi, sabato 29 aprile 2017, dalle 11 alle 15 in Via Monte Asolone a Roma dove è allestito l’unico seggio utile per esprimere il proprio voto. Tre i naturali candidati alle #Arturarie: il conduttore, Diego ‘Zoro’ Bianchi, il genio, Makkox, e il deus ex machina (cum cascum) Andrea Salerno, pronto alla conquista dell’Impero (cfr. l’omaggio di Makkox per la chiusura della campagna elettorale).

Nato come ‘parodia’ della scissione del PD, alimentato del polemico addio di D’Alema e Bersani al partito ‘di Renzi’, giocato ironicamente sulla nostalgia per una tradizione politica di sinistra ormai scomparsa (cfr l’organo di partito L’Arturità), il Movimento è diventato una sorta di naturale collettore delle illusioni perdute di generazioni di elettori che non ritrovano una rappresentanza politica e si sono compattate intorno a uno dei programmi più intelligenti della tv degli ultimi decenni.

Dalla ‘community’ virtuale (che si piazza sui social a ridosso di quelle dei ‘veri’ partiti) alla comunità reale in cerca di qualcosa cui aderire il passo è stato sostanzialmente breve e probabilmente inatteso. La quotidiana esplorazione delle contraddizioni della comunicazione politica italiana, lo sguardo diretto sulle realtà strumentalizzate da una classe politica chiusa sui suoi smartphone (sguardo che si traduce in alcuni dei migliori reportage realizzati in Italia, capaci di raccontare e coinvolgere senza retorica aggiunta e senza noia indotta) ha fatto del programma una piattaforma di riflessione politica, nella sua dimensione più sociale, non solo social. Il tutto con l’ironia a far da filo conduttore e il piacere della partecipazione ad alimentare la nobile arte del (solo apparente) cazzeggio.

Ma al di là di superficiali analisi del fenomeno, che merita altri approfondimenti, c’è un fatto: il programma esce dalla tv e non solo grazie alla telecamerina di Diego Zoro Bianchi che va in giro a raccontare quel che accade dietro i set canonici dell’informazione tv. Gazebo esce dal piccolo schermo e si fa evento, si fa ‘congresso’, si fa ‘festa dell’Unità’ dal sapore ‘berlingueriano’ e si diverte a raccontarsi, riuscendo a essere più contemporaneo del contemporaneo, smarcandosi dai partiti di tradizione e dai movimenti che fanno del click la propria ‘arma di democrazia’. Due piccioni con una fava.

I risultati li scopriremo probabilmente nel pomeriggio, via web, anche se una ‘maratona Mentana’ per l’occasione sarebbe un ironico crossover. Personalmente mi auguro che i dati saranno svelati solo mercoledì 3 maggio quando Gazebo tornerà in onda dopo la ‘pausa’ del 1 maggio e ci racconterà la ‘vera’ Festa della Democrazia che si svolgerà questa settimana, la più genuina. E, off topic, la striscia quotidiana di Gazebo è davvero una chicca: pensavo che la durata minore e l’appuntamento giornaliero potessero depotenziare il programma. E’ avvenuto esattamente l’inverso. Chapeau.