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Rai, il governo: “Niente tetto stipendi 240 mila euro per gli artisti”

Il Ministero dello Sviluppo economico abolisce il tetto, le star della Rai sono salve

pubblicato 21 Aprile 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 10:49

Questa mattina il ministero per lo Sviluppo Economico ha spedito una lettera alla Rai autorizzando di fatto la televisione di Stato a pagare gli artisti in sostanziale libertà e secondo criteri di mercato. Dunque le prestazioni artistiche devono essere escluse dal tetto alle retribuzioni di 240 mila euro lordi annui, che resta confermato invece per dipendenti, consulenti e collaboratori di alto genere.

Secondo quanto si apprende, alla lettera del ministero è allegato anche il parere dell’Avvocatura dello Stato, che aveva considerato impropria l’estensione agli artisti dei limiti ai compensi introdotti dalla legge sull’editoria di ottobre 2016.

Da specificare che il ministero chiede a Viale Mazzini di dotarsi di un regolamento interno che le consenta di individuare che cosa sia una prestazione artistica. In questo senso andranno valutate posizioni come quelle di Bruno Vespa che opera a cavallo tra l’attività artistica e autorale e quella giornalistica. Infatti, i giornalisti, a differenza degli artisti, rientrano nel tetto.

Ricordiamo che il Cda Rai aveva dato via libera al tetto stipendi come atto cautelativo in attesa di un parere chiarificatore da parte del Ministero dello Sviluppo economico, al quale era stato chiesto di esprimersi riguardo all’interpretazione della norma sull’editoria che prevede l’applicazione del tetto dei 240 mila euro a tutti i soggetti “la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate”. Ora il nuovo capitolo di una vicenda che, prevedibilmente, finirà per accontentare le star milionarie che potranno quindi rimanere in Rai senza vedere nettamente decurtato il loro cachet (o che dovranno trovare nuove scuse per cambiare aria).

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