Home Rai 1 RAI – Pronte le nomine per Tg1, RaiUno e i quattro vice delle direzioni generali

RAI – Pronte le nomine per Tg1, RaiUno e i quattro vice delle direzioni generali

Mauro Masi, dg della RAI, domani porterà al consiglio d’amministrazione le proposte per i ruoli chiave del servizio pubblico che sono rimasti vacanti. Si tratta del direttore del Tg1, del direttore di RaiUno, dei vice di Masi.Se il vuoto di potere andava in qualche modo colmato, la tempistica appare quantomeno inopportuna: è prassi infatti che

19 Maggio 2009 19:03


Mauro Masi, dg della RAI, domani porterà al consiglio d’amministrazione le proposte per i ruoli chiave del servizio pubblico che sono rimasti vacanti. Si tratta del direttore del Tg1, del direttore di RaiUno, dei vice di Masi.

Se il vuoto di potere andava in qualche modo colmato, la tempistica appare quantomeno inopportuna: è prassi infatti che per decisioni di questi tipo si attendano le consultazioni elettorali, quando imminenti. Il che, però, ci consente di sottolineare una volta di più come la realtà della televisione italiana sia sempre legata, imbrigliata da questioni politiche.

In questo caso, va detto, la presa di posizione sembra proprio politica. Al Tg1 dovrebbe arrivare Augusto Minzolini. A RaiUno Mauro Mazza (che attualmente è il direttore del Tg2. E la cosa buffa è che a giudicare da quel che si legge in giro, non risulta ancora pronto il nome del suo sostituto). I vice di Masi dovrebbero essere Antonio Marano, Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei e una conferma, Giancarlo Leone. Le reazioni, ovviamente, non si fanno attendere, e le agenzie le battono, una dopo l’altra.

Dario Franceschini, segretario del PD, afferma:

Non ho mai visto fare nomine Rai che incidono direttamente sul sistema dell’informazione in piena campagna elettorale e in regime di par condicio. Il semplice buon senso dovrebbe portare a rinviare tutto a dopo le elezioni europee e amministrative.

Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza RAI, rincara la dose e non vede di buon occhio questa prima tornata di nomine, che denoterebbero:

l’intento di conferire al problema una soluzione che non tiene conto della ricchezza culturale dell’Azienda e del Paese. […] Durante l’audizione dei vertici della Rai, nella responsabilita’ dell’organo che presiedo avevo esplicitamente richiamato la questione delle nomine come la circostanza e il segno per capire se un’Azienda di oltre undicimila dipendenti, di cui 1700 giornalisti, con tradizioni di professionalita’ tali da competere con le piu’ reputate televisioni dell’Occidente, e’ in grado o no di esprimere dal suo interno le qualita’ richieste per la definizione di un articolato assetto dirigenziale.

Il mio richiamo alla necessita’ e al dovere di rispettare il pluralismo, ribadito al termine della recente audizione, si ripropone dunque in termini ancor piu’ stringenti

Anche Casini è contrario:

una credibilità di una dirigenza che non può permettersi di accettare qualche indicazione fotocopiata, senza tenere in alcun conto le esigenze di un’azienda che è la principale industria culturale del paese.

Naturalmente, tutto ciò genererà il solito valzer e una bella spaccatura all’interno del Consiglio d’Amministrazione: i Consiglieri in carica all’opposizione si opporranno, quelli in carica alla maggioranza si allineeranno. Il tutto a scapito di un lento ma inesorabile processo di occupazione politica della televisione che esiste, fondamentalmente, da quando sono esistite le trasmissioni televisive.

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