Home Rai, polemiche sullo spot per il 25 novembre: “Venga ritirato, la violenza non è un destino”

Rai, polemiche sullo spot per il 25 novembre: “Venga ritirato, la violenza non è un destino”

Lo spot Rai contro la violenza sulle donne nella bufera.

pubblicato 25 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 16:50

Lo spot Rai per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2016 ha indignato molte associazioni impegnate nella tutela delle donne e anche l’Usigrai, tanto da chiederne il ritiro. La clip ritrae alcuni bambini che rispondono con aria scanzonata alla classica domanda “Cosa vuoi fare da grande” (con la declinazione, a sentire le risposte, “Cosa farai da grande”); in chiusura una bimba dallo sguardo serio chiosa con “Da grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia”.

Appena lo spot ha iniziato a girare su Twitter, postato dal profilo RaiPlay, sono fioccate critiche e accuse: in prima linea l’associazione Non una di meno che ha immediatamente reagito su Twitter puntualizzando che “alle bambine insegniamo la ribellione, non la remissione” e inviando, poco dopo, una sorta di lettera aperta alla Presidente della Rai Monica Maggioni, chiedendo il ritiro immediato dello spot, ritenuto “diseducativo e dannoso” perché veicola l’ineluttabilità della violenza come destino e perché usa bambini per farlo.

“Cara Presidente Monica Maggioni – si legge nella missiva dell’associazione – ci rivolgiamo a lei per chiederle il ritiro dello spot Rai, lanciato in occasione del 25 novembre. Questo video è offensivo e dannoso. Utilizza una bambina per dire a lei e alle sue coetanee che le toccherà una delle sorti più dolorose e difficili che possa toccare a una donna. Un destino che le donne in tutto il mondo si battono per vedere scongiurato il più presto possibile. La violenza sulle donne non è un destino, non è una condanna, non è inevitabile. I Centri Antiviolenza e il movimento delle donne lottano da trent’anni per affermare l’inviolabilità del corpo femminile fin dall’infanzia, per fare in modo che sempre più donne si sottraggano alla violenza e che le generazioni future crescano libere e sicure.”

Viene individuato anche un altro sottotesto, ovvero l’incapacità delle donne di difendersi e di scegliersi un marito. Nel prosieguo della lettera, infatti, si legge:

“Il vostro spot dà invece per scontato che almeno una bambina da grande sceglierà un uomo violento per marito, che non saprà mettersi in salvo per tempo né chiedere aiuto, che non potrà scegliere la sua vita e il suo destino, che sarà picchiata e finirà in ospedale. Ancora peggio, che questa sarà la sua identità: gli altri faranno l’architetto, la veterinaria, la stilista, ma lei no. Lei sarà soltanto una moglie picchiata”.

Contrari allo spot e favorevoli alla sua cancellazione la Fnsi, Federazione nazionale della Stampa italiana, e l’Usigrai, l’unione sindacale giornalisti Rai che in una nota dichiara che “non è così che si aiutano le donne! La campagna di comunicazione della Rai trasmette un messaggio devastante: il futuro delle bambine è farsi ammazzare”.

Rai 1