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Caverzan: “La Perego non ha colpe”. Freccero: “Grasso coraggioso. Se ti chiami Presta vai comunque in prima serata”

La lite tra il più potente agente tv e l’influente critico del Corriere continua a essere commentata sugli altri quotidiani.

pubblicato 3 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:51

La querelle Grasso – Presta non poteva non fare il giro dei quotidiani e occuparne le pagine degli spettacoli per giorni. Noi, grazie alla tempestività del web, l’abbiamo ripresa in tempo reale la sera di Capodanno, cercando di mediare tra i due poli altrettanto estremi. Ieri a fare il punto sul Giornale è stato Maurizio Caverzan che, pur cercando di essere imparziale nell’esporre il lato giornalisticamente godibile dell’affaire, ha poi finito per difendere la scuderia più che la sua categoria:

“Aldo Grasso Vs Lucio Presta è roba tosta, roba divertente. Con accuse di imporre velati ricatti a Mamma Rai tipo ti porto un fuoriclasse che spacca ma fai lavorare mia moglie. E controreplica senza sfumature, condite di coglione eccetera. Grasso muove dalla sua cattedra del Corrierone. Presta replica sul social network. Grasso è autorità indiscussa. Presta è in grado d’influire sui palinsesti di mezza tv. Ma per una presentatrice non può essere una colpa avere un marito manager. E certi rigori possono risultare eccessivi”.

A intervenire oggi nella questione, con un punto di vista altrettanto interessante, è il Direttore di Rai4 Carlo Freccero. Lo fa in una lunga intervista rilasciata al Fatto quotidiano in cui si oppone al conflitto di interessi in tv:

“Non mi interessano gli insulti, ma il fatto che chi lavora in televisione si pretenda immune dal conflitto di interessi. Non si capisce come mai Report possa generare riprovazione con il caso di un primario che fa lavorare moglie e figli e nella querelle con Grasso-Presta gli interventi di chi lavora in tv siano tutti a suo favore. Il prodotto del conflitto di interessi è un paese allo sfacelo, ma nei palazzi del potere di tv si continua a far finta di nulla. Ammesso che stia sorgendo la Terza Repubblica, la tv generalista non l’ha ancora registrata”.

Poi Freccero prende più schiettamente posizione a favore di Grasso e contro lo strapotere degli agenti tv:

“Grasso detiene potere, ma ha avuto il merito e il coraggio di svelare quel che nell’ambiente televisivo si dice da anni. Che l’agente Beppe Caschetto si divide tra le consulenze a LA7 e quelle a Mediaset orientando i palinsesti di entrambi e che l’omologo Presta lo imita tra RaiUno e Canale5. Sono gli eredi laici di Bibi Ballandi e Lele Mora. Hanno il loro posto e un ‘clan’ da mantenere. Ti vendono diamanti e, nel sacco, mettono anche pietre meno preziose. Normalmente la mercanzia è differenziata tra fasce pomeridiane, mattutine e notturne. Se ti chiami Presta sai che ciò che proponi andrà comunque in prima serata”.

Vedo e prevedo che Freccero sta per essere eletto coglione del giorno. Per quanto mi riguarda, spendo una sola parola di “primato” in tutta questa storia.

Sono stato il primo a denunciare, portando delle prove ugualmente consistenti e mai offensive, lo strapotere di Presta in tv, come anche l’ambigua parzialità delle critiche di Grasso. Ma si vede che i meriti del web sono ancora lontani dall’essere riconosciuti. E’ il conflitto di interessi con la carta stampata, bellezza.