Home Notizie Ilaria Dallatana: “Ho cancellato Virus da sola, a Porro un preserale domenicale”

Ilaria Dallatana: “Ho cancellato Virus da sola, a Porro un preserale domenicale”

Al posto di Virus un programma “reale”. In arrivo su Rai2 ll collegio, docu-reality con adolescenti catapultati negli anni 60

pubblicato 21 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 00:37

Ilaria Dallatana è uscita allo scoperto dopo le polemiche su Virus, per cui si è subito gridato all’epurazione sulla scia dei vecchi editti bulgari. Il Direttore di Rai2 ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui chiarisce la versione ufficiale dei fatti:

“La decisione di cancellare Virus è mia, l’ho presa in totale autonomia, quella di Nicola Porro non è un’epurazione politica ma rientra in una logica di innovazione dei generi televisivi. A Porro abbiamo proposto un nuovo programma la domenica, nella fascia dalle 19 alle 20.30: un infotainment in cui si traccia il bilancio della settimana e si analizzano le prospettive di quella successiva. Certo quella fascia oraria è una scommessa, ma successe anche a Fazio quando partì su Rai3. E poi sappiamo com’è andata a finire”.

Una bella sfida di palinsesto in una fascia atipica per il talk show, ma che promette davvero bene in quanto a sperimentazione. Per il resto la Dallatana non ha gradito la reazione pubblica del giornalista:

“A leggere le sue dichiarazioni sembra che lui non prenda in considerazione il cambiamento, ma un no ufficiale non l’ho ancora avuto. Personalmente non mi era mai capitato in tanti anni di lavoro che un professionista che sta ancora discutendo di un possibile rinnovo si lasciasse andare ad esternazioni così inopportune”.

La scelta di cambiare è anche dovuta alla crisi negli ascolti di tutto il genere talk in prima serata:

“Il modello di talk show politico tradizionale è in crisi di ascolti e creatività, una parabola che negli ultimi due anni si è conclamata. Le giovani generazioni non concepiscono il racconto della realtà come talk, li puoi conquistare mostrando loro un’esperienza reale: e questo è quello che cercherò di fare”.

Ecco cosa prenderà il posto di Virus:

“Un programma dove l’esperienza e il vissuto in prima persona sono al centro del racconto. E’ il modo di continuare e presidiare l’informazione, ma raccontandola con una cifra diversa e innovativa: il tempo ci dirà se riuscirà a germogliare qualcosa. Ma l’idea che sta sotto al progetto è quella di passare dalla chiacchiera sulla realtà all’analisi della realtà, dal giudizio sui fatti all’esperienza dei fatti. Il commento non è un’esperienza diretta della realtà. Far parlare i protagonisti e raccontare quello che gli succede è sempre un modo – nuovo rispetto a quello tradizionale a cui siamo assuefatti – di fare politica”.

E nel resto di Rai2 che succede?

“Non sono venuta a demolire quello che c’è di buono. Il daytime è consolidato e proseguiremo su quella strada, la discontinuità piuttosto sarà in prima e seconda serata. Non bisogna più pensare alle reti con identità monolitiche: la platea è vasta, il pubblico eterogeneo e si distribuisce su varie fasce. Mi piace pensare a una rete con molte anime, anche in contraddizione, diverse personalità, registri differenti”.

Se Pechino Express è confermato perché “l’esempio perfetto per raccontare realtà lontane, sconosciute al grande pubblico attraverso l’intrattenimento: documentare senza dimenticare l’alleggerimento“, The Voice è in dubbio ma “il talent musicale è comunque una risorsa che non può essere abbandonata”.

Da buona amante dei docu-reality la Dallatana promette grandi novità in materia:

“Il collegio è un docu-entertainment, un viaggio nel tempo fatto da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che vivranno come negli anni Sessanta: un’esperienza educativa, di formazione, di relazioni. Anche questo rientra nell’idea di tv che ho: un modo per raccontare il Paese di quegli anni in maniera accattivante, ma anche rigorosa attingendo al grande materiale che abbiamo nelle Teche Rai. E poi una serie in 4 puntate in seconda serata dedicata al fenomeno del bullismo, raccontata in prima persona dai protagonisti. Un tema che è nelle corde e nella vocazione del servizio pubblico”.

Favoritismi a Magnolia, storica casa di produzione per cui la Dallatana è stata anche capoprogetto e direttrice?

“Sono anni che lavora con la Rai, mi sembra una polemica pretestuosa. La mia esperienza lì sì è chiusa da tempo, ora sono a Viale Mazzini con il mio bagaglio di professionalità. Che non prevede favoritismi ma solo impegno, competenza e serietà”.