Home Rai 1 Il sindaco pescatore, Sergio Castellitto a Blogo: “La Rai con questo film dimostra vocazione di servizio pubblico” (VIDEO)

Il sindaco pescatore, Sergio Castellitto a Blogo: “La Rai con questo film dimostra vocazione di servizio pubblico” (VIDEO)

Il sindaco pescatore: l’intervista all’attore protagonista del film tv i n onda su Rai1 lunedì 8 febbraio 2016

pubblicato 6 Febbraio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 05:12

Lunedì 8 febbraio in prima serata su Rai1 andrà in onda Il sindaco pescatore, il film, per la regia di Maurizio Zaccaro, ispirato alla storia vera di Angelo Vassallo, il coraggioso sindaco di Pollica assassinato in un agguato a settembre 2010. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction-Solaris Media (Guglielmo e Azzurra Ariè).

Blogo ha intervistato l’attore protagonista Sergio Castellitto.

Quando le è stato proposto il film qual è la stata la sua prima reazione? Un po’ di timore per dover mettere in scena una figura così contemporaneo e la cui vicenda giudiziaria non è ancora oggi chiusa?

Il timore non lo sento mai, men che mai in questa occasione. Ho da subito capito quanto fosse importante e necessario fare un film sulla figura di Angelo Vassallo.

Qualche anno fa lei aveva pensato di comprare i diritti del libro (Il sindaco pescatore, di Dario Vassallo e Nello Governato, edito da Mondadori) da cui è ispirato il film.

Sì, avevo letto il libro e ne ero rimasto molto affascinato e colpito. Poi non se ne fece più nulla. Qualche anno dopo Guglielmo Ariè mi ha proposto il film e sono saltato subito sul carro.

Lei ha avuto modo di parlare con i famigliari di Vassallo. Cosa l’ha colpita in particolare dei loro racconti?

Sono ammirato della fermezza e della serenità con cui Angelina e i suoi figli convivono con questo ricordo e con questo dolore. In qualche misura, con questa presenza. Perché quello che Angelo ha fatto in quella comunità è talmente formidabile e importante che permea la vita e il sentimento di tutta la comunità anche a distanza di anni.

Il dialetto cilentano, usato da Vassallo, non è rotondo come quello napoletano. Ha avuto qualche difficoltà?

Difficoltà no, è il mio lavoro. Volevo lasciargli uno spolverio di meridione, lui era un uomo del Sud. Però bisogna anche recitare in una lingua divulgabile, che in televisione capiscano tutti, anche nel profondo Nord (ride, Ndr).

Il fatto che questo lavoro sia co-prodotto dalla Rai assume un valore particolare o avrebbe aderito comunque?

La Rai dimostra, attraverso questo film, ancora, per fortuna, la sua vocazione a produrre film che abbiano una intenzione sociale. Noi pensiamo sempre che l’elemento sociale escluda sempre quello emotivo, emozionale, psicologico. Non è vero: la narrazione è fatta di tante cose. Servizio pubblico, si chiama così, no?

Questo film segna il suo ritorno in Rai dopo tanti anni…

Non so se mi trattengono o se mi rimandano via (ride, Ndr).

Ci sarà una terza stagione di In Treatment su Sky?

Chi lo sa!

In apertura di post il video integrale dell’intervista.

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