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The Voice 2016: prime impressioni sui giudici (anteprima Blogo)

TvBlog si è infiltrato ad una registrazione delle Blind di The Voice of Italy 2016. Ecco un primo parere.

pubblicato 28 Gennaio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 05:32

Mercoledì 27 gennaio anche TvBlog ha voluto prendere parte alle registrazioni di The Voice of Italy per capire che aria si respir(er)a(‘) nella nuova edizione del talent di Rai 2. Tutti convocati alle ore 18 presso lo studio 2000 del centro di produzione Rai di via Mecenate dove si registra la prima fase del programma, quella delle Blind (sono previste altre due sessioni di registrazione: una già andata in scena domenica 24, l’altra ancora da registrare sabato 30). Prima di entrare in studio, però, tocca attendere quasi due ore in fila a cui si deve aggiungere un’ampia mezz’ora in studio. Dove dovremo stare per le prossime cinque ore.

Dunque ecco gli scalda-pubblico degni dei peggior villaggi turistici del globo, le raccomandazioni di rito fatte dagli addetti alla sicurezza ed arriva sul palco il conduttore Federico Russo con i quattro coach. Tre nuovi (Dolcenera, Emis Killa e Max Pezzali), un ritorno (Raffaella Carrà). Tocca subito segnalare l’assenza di novità nel meccanismo di questa fase, la più avvincente del format: i ‘giudici’ devono stare di spalle, ascoltare un talento e valutarlo in base ad una performance ‘al buio’ di un minuto e pochi secondi.

Non siamo qui per spoilerarvi chi ha convinto i coach e chi no. Questo lo vedrete in tv. Vogliamo piuttosto concentrarci sul resto. I giudici sono nuovi, non si conoscono ancora così bene e si vede palesemente. Ci sono poche dinamiche (giusto uno scazzo tra Dolcenera e Emis Killa, qualche bacio fra il rapper e la Carrà ma niente più), c’è poca interazione e ne risente il ritmo, un po’ appesantito. Forse non aiutano neppure i cantanti, molti scarsi e senza guizzi di particolarità (la maggioranza, addirittura, riceve un ‘no’ unanime).

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“Manu” – la sentirete chiamare così – Dolcenera è incontentabile, cerca qualcosa di particolare e moderno. È quella più sincera, dura e tecnica nei commenti. Gioca con l’ironia, è la giudice fuori dalle righe e più imprevedibile. Viene addirittura redarguita dagli autori durante una pausa: “Io dico quel che voglio, sono dei ragazzini…”, sembra di capire dalla sua risposta. Bisognerà capire come reagirà il pubblico da casa, a noi convince.

La Carrà è quella di sempre, la più acclamata dalle persone presenti in studio e l’unica senza autori che le ronzano attorno. Fa promesse – vane – a chi le piace, come quella di voler far esplodere un talento all’estero (“Estero? Forse intendi San Marino”, stuzzica il rapper). Non è cambiata.

Max Pezzali appare inadeguato. Si prende troppo sul serio, risulta prolisso e quindi noioso nei giudizi. Si salva giusto per qualche battuta qua e là. Speriamo di sbagliarci, sarebbe un peccato.

Emis Killa è un emblema, difficile da commentare. Forse non si mette in gioco fino in fondo e non sembra neanche così coinvolto. Spesso non si gira perché – ripete – “siamo molto distanti, non saprei come lavorare con te”, usa anche la parola “credibilità” (citofonare Elio) e si diletta nel dare consigli ai concorrenti rifiutati. Alcune sue metafore o perle, però, valgono il prezzo del biglietto.

I nostri giudizi saranno confermati o smentiti dalla messa in onda (molto lo farà il montaggio)? Lo scopriremo solo guardando la prima puntata, mercoledì 24 febbraio, su Rai 2.