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Mtv chiude (e noi non abbiamo più 16 anni)

Mtv chiude. Vogliamo ricordarla per com’era lei e per come eravamo noi. Se vuoi mandarci il tuo ricordo scrivilo a jesuismtv@gmail.com

di grazias
pubblicato 8 Gennaio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 06:21

jesuismtv@gmail.com: mandaci il tuo ricordo di Mtv, lo pubblichiamo qui

UPDATE: jesuismtv@gmail.com, ho creato questa mail perché nelle ultime ore ho scoperto quante persone siano state segnate, come me, dal canale musicale passato ormai a miglior vita. Poi mi son resa conto di aver messo solo i miei ricordi e questo mi è sembrato, in un certo senso, ingiusto. Anche perché manca, oggettivamente, un sacco di roba. Se volete condividere la vostra Mtv, noi saremo ben felici di pubblicare ogni aneddoto che riceveremo. Scrivetecelo qui: jesuismtv@gmail.com, se vi va precisando il vostro nome e la vostra età (non metteremo cognomi, tranquilli, è solo per rendere il tutto un po’ più “personale”). Nel 2015 siamo stati un sacco di cose, oggi potremmo essere qualcos’altro. Dei sedicenni, ad esempio. Cosa ne dite, si può fare?

Mtv chiude (e noi non abbiamo più 16 anni)

Da oggi Mtv perde la M, o forse no, vista la smentita di Sky. Ma, non raccontiamocela, ormai quel canale è stato chiuso da tempo, a prescindere dal nome che porta o porterà. Personalmente ho un sacco di ricordi di cui non so bene cosa farmi quindi ho pensato di metterli qui perché magari non tutti, considerando che chi è nato nel 1998 oggi ha già sui diciotto anni, sanno di cosa stiamo parlando e perché, in un certo senso, bisogna fare i conti con la fine di un’era. Fine di un’era annunciata da quella che è stata la più lunga veglia funebre catodica mai messa in atto finora (tra Geordie Shore, sedicenni incinte e sedicenni ginnaste). Ma un tempo Mtv era. E vorrei spiegarvi perché.

Non ho sempre osannato Mtv. All’inizio, quando ancora ero troppo piccola per capire cosa avessi davanti, ricordo un momento preciso in cui mi rifiutai di ascoltare Strong di Robbie Williams perché nella prima strofa parlava di “sigarette”. Ma poi, poi sono diventata una ribelle, mamma. E mi si è aperto un mondo. Un mondo con la M maiuscola.

C’erano i vj, c’era il sogno di diventare vj perché poi ti fai le vacanze spesate a Formentera (o se proprio ti va male a Rimini), lavori un’oretta al giorno cazzeggiando sul lungomare e via, eccola lì, l’estate. Perché presto o tardi finiranno le settimane al mare con la zia per prendere aria buona che poi respiri meglio. Mtv on the beach (quello che in molti si ricordano soprattutto per Valeria Bilello in bikini, lo so).

C’era Viva Las Vegas, sempre d’estate, e c’è stato quel giorno in cui Giorgia Surina e Alessandro Cattelan si sono sposati lì grazie a un sosia di Elvis compiacente. C’era Cattelan sul divano di Most Wanted circondato da ragazzi che se la chiacchieravano per tutto il pomeriggio mentre facevi merenda. C’era Cattelan, sempre lui, che si era messo in testa di fare il rap con gli 0131. C’era Cattelan, aridaje sempre lui, a cui un giorno fanno uno scherzone e gli fanno vedere la volta in cui, a stento sedicenne, era riuscito a salire a Trl (per incontrare i Blink 182, se non erro). Perché, capite, te li facevano incontrare sul serio i tuoi idoli. E, se ti andava di lusso, potevi pure fare una domanda in diretta diventando a tua volta l’idolo della scuola il giorno seguente. Io mi facevo chiamare Tiziana e un giorno, beffando la security, riuscii a incontrare Tiziano Ferro. Gli chiesi se avesse mai avuto storie con delle sue fan. Al femminile, ovviamente, perché l’intuito nella vita è tutto.

C’erano le interviste, e che interviste erano. Tra i primi ricordi c’era Andrea Pezzi con Kitchen (roba che Benedetta Parodi sei arrivata tardi) e in quella cucina lì ci passavano davvero tutti da Christina Aguilera a Platinette. Poi, parecchio tempo dopo, c’era l’oggi ingiustamente sottovalutata (al netto di un’edizione di X Factor da dimenticare) Victoria Cabello con un programma cucito su di lei fin dal titolo: Very Victoria. Qui a ogni ospite poteva succedere di tutto, come sa bene Marco Mengoni che si è ritrovato a cantare sulla linea gialla della metro di Milano. E poi c’erano le interviste, dicevamo, e che interviste erano, ribadiamo. Tipo J-Ax che racconta di essere stato scambiato per Max Pezzali in autogrill o Cremonini che parla di sess0 e tu sei lì che capisci che la vita non è proprio solo “Vorrei vorrei”. Per tutto il resto c’era LoveLine con Camila. C’era un periodo in cui il cantante dei The Ark e Cesare Cremonini avevano lo stesso, imbarazzante, taglio di capelli con le meches bordeaux e c’era che questa cosa qui te l’avevano fatta notare a Select. C’era Fabio Volo che ancora riusciva a stare simpatico a tutti col suo Italo Spagnolo. C’era Trl.

C’era Trl e quell’insensato impulso di votare via sms per far salire il tuo video preferito in quella top 10 pomeridiana pensando cose tipo: “Perché Tiziano (Ferro, ndr) ha bisogno di me“. C’era Giorgia Surina che si era laureata con una tesi in comunicazione rilegata in fucsia, c’erano i pomeriggi passati sotto a Quel Balcone sperando che i nostri “Fateci salire” smuovessero il cuore di qualche anima pia ai piani alti davanti alle guglie del Duomo di Milano. C’era che questa cosa non succedeva quasi mai, manco se spacciavi una tua compagna di classe per la sorella segreta di Alex Band dei The Calling (parlo per esperienza, ovviamente). C’era Marco Maccarini coi dread e poi c’era Marco Maccarini che si era tagliato i draed, finalmente. C’è stata quella sensazione di WTF totale quando Marco e Giorgia, i due conduttori storici dello show, alla fine di una puntata che pareva una puntata qualunque dissero: “E adesso succederà una cosa mai successa prima qui a Trl” lasciando entrare Federico Russo e Carolina Di Domenico, i loro successori. Ma successori di cosa, oh, non scherziamo. Ovviamente, poi, li avremmo amati uguale perché figurati. Anche se Giorgia Surina che, al termine della sua ultima puntata, grida: “È il momento che mi ha sempre fatto più paura nella vita ma chissenefregaaaa” e si butta in piscina è un’immagine che difficilmente ti dimentichi.

C’erano le orecchie a sventola di Enrico Silvestrin che aveva lo sguardo da bad boy, l’aria di uno che poteva essere benissimo il tuo vicino di casa (ma non lo era), e una voce, oh, una voce che da lui ti saresti fatta leggere pure la lista della spesa di nonna, la lezione di storia sul Medio Evo o in alternativa la classifica sul televideo se non fosse che quella già te la leggevi tu con microfono finto e telecamera intagliata nel cartoncino nero, certo, ma credendoci tantissimo. Lui comunque conduceva Supersonic e in genere era il volto (e la voce, oh, la voce) degli eventi live.

C’erano gli eventi live, appunto. Tipo che un giorno veniva deciso che fosse l’Elisa Day (o il Ligabue Day, il Giorgia Day e così via) e per 24 ore la programmazione era dedicata interamente a quell’artista con video a rotazione, interviste vintage, interviste inedite e la sera, ta dah, superconertone e due chiacchiere con Silvestrin tra un pezzo e l’altro seduti sulle casse. C’era, a tarda notte, insomma le 23 passate, Mtv Brand New con tutte quella musica che non capivo tipo i Radiohead.

C’era l’attesa. Quell’attesa degli Mtv Days perché, ragazzi, oltre a essere un evento musicale della durata di un sacco di giorni (tipo tre o quattro, quindi un sacco), si tenevano a settembre e settembre era un mese magico perché arrivavano sempre video nuovi, tanti video nuovi (tipo dieci, quindi un sacco) e l’unico modo per sentire il singolo inedito di Britney Spears e per vedere quanto (poco) e come fosse vestita era sintonizzarsi lì e sperare di beccarlo. Tanto mal che andasse ti capitava Bon Jovi che voglio dire buttiamolo via. C’era Paolo Ruffini che si tirava giù i pantaloni alla fine di Hit List Italia mostrando il tatuaggio di Gatto Silvestro e Willy Il Coyote che aveva (e credo abbia tuttora) sulle chiappe. E c’era che mi stava simpatico, a quei tempi lì, veramente. Non come il NonGiovane Francesco Mandelli ma se la giocavano.

Potrei andare avanti all’infinito e lungi da me tediarvi quindi citerò altre cose alla rinfusa tipo Say What o Comedy Lab (che vantava nel cast Geppi Cucciari, Katia e Valeria, Omar Fantini e così via), Celebrity DeathMatch (che meriterebbe un post a parte. Se solo non l’avessi scritto già), Daria, Scrubs, MtvTrip con Luca e Paolo e anche basta perché il fattaccio è che non abbiamo più quattordici anni e manco sedici e che certe cose sono passate e non torneranno. Manco se piazziamo in massa una petizione su Change.org. Perché sarebbe come farne una per riavere sedici anni. Quei sedici anni che nel dimenticatoio non ci finiranno mica, e lo stesso sarà per Mtv anche se i nostri figli, quando e se gliene parleremo, ci guarderanno storto come facevamo noi con mamma e papà quando ci raccontavano Carosello e quella strana consuetudine di andare a dormire subito dopo. Ora vado di sopra a leggermi Tribe. E occhio a non far tardi che domani c’è scuol…lavoro.

È stato bello anche solo ricordarti,
Grazie e #AddioMtv.

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