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Travaglio condannato per diffamazione a Previti: i fatti

La condanna in primo grado di Marco Travaglio per la diffamazione dell’ex deputato e ministro Cesare Previti ha suscitato un clamore del quale sarebbe ipocrita sorprendersi. Il giornalista, ospite fisso della trasmissione di Michele Santoro Anno Zero, è uno dei più controversi e amati cronisti del nostro paese. Onnipresente nelle polemiche che riguardano le magagne

20 Ottobre 2008 16:05

La condanna in primo grado di Marco Travaglio per la diffamazione dell’ex deputato e ministro Cesare Previti ha suscitato un clamore del quale sarebbe ipocrita sorprendersi. Il giornalista, ospite fisso della trasmissione di Michele Santoro Anno Zero, è uno dei più controversi e amati cronisti del nostro paese. Onnipresente nelle polemiche che riguardano le magagne della nostra politica ha fatto della “precisione”, del rigore nel riferire ai suoi lettori/ascoltatori fatti che i media tradizionali (televisivi e della carta stampata) tendono colpevolemente ad ignorare, una sua bandiera.

Vedersi condannato per il reato di diffamazione, una diffamazione che sarebbe stata perpetrata ai danni di uno dei più chiacchierati protagonisti della vita politica italiana, ha una forza prorompente e mina la credibilità costruita negli anni da Travaglio. I suoi detrattori, inutile nasconderlo, hanno stappato bottiglie di champagne (metaforiche e non), in molti (compreso il Tg1, obiettivo storico delle reprimenda di Travaglio) hanno dedicato alla notizia un notevole spazio dopo aver ignorato per anni la cronaca giudiziaria se non per dare ampio risalto alle versione degli avvocati impegnati a difendere illustri imputati.

Chi si aspettava una “difesa” di Travaglio nella puntata di giovedì scorso di Anno Zero, come da tradizione aperta dai “5 minuti” affidati al giornalista, è rimasto deluso. Nessun riferimento. La replica sui fatti che gli sono valsi una condanna ad 8 mesi, pensa sospesa, ed una sanzione amministrativa di 100 euro, è stata affidata ad un’intervista su Corriere.it e ad un successivo articolo per “Ora d’aria”, la rubrica di Travaglio sull’Unità.

Travaglio è, nel bene e nel male, un “personaggio televisivo” ed è perciò utile conoscere nel merito i fatti contestati. Tutto questo premettendo che il giornalista ha già annunciato, naturalmente, un ricorso in appello nel quale conta di veder ribaltata la sentenza.

L’oggetto del contendere è tutto in un articolo, pubblicato da L’Espresso nell’Ottobre del 2002, dal titolo “Patto scellerato tra Mafia e Forza Italia“. Il pezzo racconta i rapporti fra Dell’Utri, da sempre braccio destro di Berlusconi, e Cosa Nostra, in particolare nel momento della “discesa in campo” del 1993. Stando alle confidenze del boss Luigi Ilardo, Dell’Utri avrebbe “contrattato” per Forza Italia il voto della Mafia in Sicilia nel 1994, in cambio venivano promesse misure legislative che “agevolassero” la criminalità organizzativa.

Il Colonnello dei Carabinieri, Michele Riccio, raccoglie i racconti del boss e, successivamente all’omicidio di Ilardo avvenuto pochi giorni prima di divenire ufficialmente un pentito, rimane l’unico in grado di testimoniare questo incrocio fra Mafia e Politica al centro delle accuse rivolte a Marcello Dell’Utri nel suo processo per concorso esterno in associazione mafiosa, conclusosi in primo grado con una condanna a 9 anni di reclusione.

Riccio ha dichiarato di fronte ai giudici che nel marzo del 2001 venne convocato da Carlo Taormina (il suo legale) nello studio di Roma. In quell’occasione lo stesso Taormina, in compagnia di Dell’Utri e del tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in mafia, lo invitò ad “omettere” le dichiarazioni di Ilardo che raccontavano i rapporti fra il Senatore di Forza Italia e Cosa Nostra.

Su quella circostanza Riccio aggiunge:

“In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti”

Questa è l’unica frase dell’articolo di Travaglio che riguardi Previti, un virgolettato tratto direttamente dalla testimonianza del Colonnello dei Carabinieri. Come si è potuti arrivare dunque alla condanna per diffamazione?

Semplice, la frase riportata da Travaglio è “tagliata”, a mio modo di vedere in maniera piuttosto sibillina: si lascia pensare che Previti sia in qualche modo coinvolto nella riunione durante la quale Taormina e Dell’Utri chiedono a Riccio di mentire di fronte ai giudici.

La versione completa delle dichiarazioni di Riccio è in realtà questa:

“In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri.”

Questi sono i fatti, a voi il giudizio.