Home Rai 1 Swingtown, lo scambismo sdoganato in Rai?

Swingtown, lo scambismo sdoganato in Rai?

In un’estate seriale più radiosa che mai (Le sorelle McLeod, Ghost Whisperer e Close to Home sono già appuntamenti cult) si delineano già gli scenari futuri di casa Rai. In particolare c’è un acquisto nuovo di zecca che la tv di stato ha in esclusiva per due anni. Una serie piuttosto scomoda, destinata a fare

10 Agosto 2008 10:56

swingtown

In un’estate seriale più radiosa che mai (Le sorelle McLeod, Ghost Whisperer e Close to Home sono già appuntamenti cult) si delineano già gli scenari futuri di casa Rai. In particolare c’è un acquisto nuovo di zecca che la tv di stato ha in esclusiva per due anni. Una serie piuttosto scomoda, destinata a fare scandalo per la tematica su cui è incentrata: lo scambismo. Stiamo parlando di Swingtown (gallery), una scommessa Cbs ambientata nel 1976. Ci troviamo in un’America che inizia a remar contro il moralismo e a cavalcare la rivoluzione sessuale, all’insegna di uno stile di vita più libertino.

Così Giorgio Buscaglia, responsabile fiction e serie tv della seconda rete Rai, l’ha presentata al Telefilm Festival:

“E’ una soap spregiudicata che racconta la vita di tre famiglie negli anni ’70. Per lo sciopero degli sceneggiatori il suo debutto è stato rimandato al 3 giugno per 13 episodi. Quest’anno la stagione tv si è chiusa più tardi e hanno deciso di non tenere l’estate a bagnomaria. Pensate a Oc che partì d’estate con una big season. Anche Swingtown è stata lanciata d’estate e potrebbe avere delle possibilità di un debutto estivo anche da noi. Non è da prima serata e la vedrete su RaiDue o su RaiTre. Ci teniamo a darle un buon doppiaggio”.

Swingtown è stata venduta in molti paesi europei, probabilmente in virtù di un pilot che spacca. Ma la sensazione è che, esaurito il filone pruriginoso e smentita ogni velleità pornografica, resti ben poco. C’è il ghigno seduttivo di Grant Show, il “meccanico” bello e dannato di Melrose Place. E alla direzione del primo episodio c’è Alan Poul (già mente creativa di Six Feet Under, Big Love, Rome).

Ottime le premesse ma, come segnalato dall’altrettanto ottimo sito Serialmente, troppi gli abusati clichés. Già l’incipit gioca sul doppio senso che lega una donna china su un uomo e un rapporto orale, come in Californication. Le protagoniste femminili, intrappolate nei loro sobborghi residenziali, fanno tanto Casalinghe Disperate ante litteram. E l’idea di un pilot così caricato esaurisce ogni curiosità per lo sviluppo della trama, un po’ com’è accaduto con la sparatoria d’apertura di Hidden Palms.

Che la Rai abbia un sesto senso particolare per le serie mordi e fuggi (forse anche perché non costano troppo)? Difficile dare a Swingtown un futuro. Ma una cosa è certa: da una serie tv con personaggi di mezza età ci si aspetta un pubblico di riferimento non smaccatamente giovanile. Lo scambio di coppia, bigottismi a parte, riduce molto il target per una tv generalista “perbene”.

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