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Giro d’Italia 2013: la Rai rinuncia?

Viale Mazzini non ha ancora trovato un accordo con Rcs, la società che gestisce le gare di ciclismo italiane. La presentazione del Giro 2013 non avrà diretta tv. E Sky e Mediaset stanno a guardare.

pubblicato 20 Settembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:43

La Rai rischia di perdere il Giro d’Italia 2013. L’azienda televisiva pubblica e Rcs, la società che gestisce le più importanti corse nostrane, faticano a trovare un accordo. Il punto in discussione, secondo quanto racconta il quotidiano La Repubblica, non è solo quello economico. In ballo ci sarebbero anche questioni legate alla gestione dell’evento. Andiamo con ordine.

La prima notizia è che la Rai diserterà la presentazione del Giro in programma il prossimo 30 settembre. La cerimonia, infatti, si terrà a Milano alle ore 12.30, senza diretta tv. Ciò si aggiunge all’assenza della tv pubblica in occasione del vernissage delle squadre azzurre in partenza per il mondiali di Valkenburg.

La problematica – lo scrivevamo prima – è legata innanzitutto a questioni di soldi. La Rai vorrebbe non andare oltre i complessivi 12 milioni di euro per la nuova stagione sportiva. La Rcs avrebbe obiettivi molto più alti e soprattutto vorrebbe che il ‘prodotto’ venisse valorizzato in maniera più moderna, con un’attenzione maggiore alle leggi del marketing.

In discussione infatti c’è l’approccio antico – per qualcuno perfino obsoleto – da parte della Rai nei confronti delle dirette ciclistiche e di quello sport in generale. Insomma, dirette troppo lunghe e con poco appeal nei confronti del pubblico più giovane.

Così Rcs, guidata nel settore ciclismo da Michele Acquarone, si starebbe guardando intorno. La prossima maglia rosa sarà ripresa dalle telecamere di Sky? Idea suggestiva per via Solferino, ma difficile da mettere in pratica, dato che la tv di Murdoch ha già collezionato diritti tv per molti sport. E allora la soluzione potrebbe essere Mediaset. A meno che, alla fine, Rai e Rcs riescano a trovare un accordo. Come auspicabile, soprattutto alla luce delle recenti rinunce di Viale Mazzini: il calcio, le Olimpiadi (in parte) e la Formula Uno.

 

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