Home Servizio Pubblico, Santoro fa l’editoriale baudesco: “Travaglio l’ho inventato io”. E rivela: “Grillo tornerà da Vespa” (VIDEO)

Servizio Pubblico, Santoro fa l’editoriale baudesco: “Travaglio l’ho inventato io”. E rivela: “Grillo tornerà da Vespa” (VIDEO)

“Io ho deciso di fare di Marco Travaglio il simbolo della lotta alla censura. Travaglio lo ospitai per la prima volta per parlare di Moggi, mi accorsi che era un giornalista di razza, di talento”.

pubblicato 23 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 22:54

Michele Santoro questa sera ha aperto con uno degli editoriali più egoriferiti la puntata di Servizio Pubblico. Il conduttore del talk show di La7, entrato in studio sulle note di Lucio Dalla, ha parlato del suo rapporto professionale con Marco Travaglio, a 7 giorni dalla rottura avvenuta in diretta con tanto di abbandono dello studio da parte del condirettore del Fatto Quotidiano:

Caro amico ti scrivo e non sei Marco Travaglio. Di Travaglio lessi un libro molto bello sulle tangenti alla Fiat e lo ospitai per la prima volta per parlare di Moggi, che usava regali e prostitute per arruffianarsi gli arbitri. Travaglio è juventino. (…) Dissi: ‘cavolo, questo è un giornalista di razza, di talento’. Gli proposi subito di lavorare con me, ma Repubblica gli offrii un contratto a tempo indeterminato. Ci ri-incontrammo più tardi, quando Berlusconi scagliò un attacco terrificante contro la Rai.

Il riferimento è al caso Luttazzi e al conseguente editto bulgaro dell’allora Premier:

Nacquero con Travaglio protagonista le trasmissioni criminali per le quali fui cacciato per due anni da tutte le trasmissioni italiani. Quando tornai decisi di Marco Travaglio la mia bandiera, il mio simbolo nei confronti del potere politico e della censura. Non ci sarebbe stato più niente di cui non si potesse parlare nella televisione pubblica. Difendendo questo simbolo, penso di aver contribuito almeno un poco a toglierci dalla faccia la vergogna nei confronti del mondo per aver sopportato il più spudorato conflitto di interessi che la storia dell’occidente ricordi. Lottando contro la censura sono diventato molto amico di Travaglio, di Luttazzi, di Montanelli, di Biagi, di Celentano. Di tante persone diverse e lontane da me. Pensavo che il nostro Paese sarebbe diventato più libero, più tollerante, più rispettare delle idee diverse. Anche se oggi sono tentato di farlo, non sono ancora disposto a dire: ho perso, mi sbagliavo.

Santoro si è occupato anche di un altro suo ‘ex amico’. Beppe Grillo, il quale, nonostante il bonifico di 2000 euro per gli alluvionati (come fatto da Radio Capital), non andrà a Servizio Pubblico. Anzi, e questa è la notizia, molto probabilmente tornerà a Porta a Porta:

Caro amico ti scrivo, ma non sei Grillo. Anche per dare parola a Grillo ho rischiato il licenziamento ma ero convinto che il suo movimento avrebbe cambiato e rinnovato il sistema. Invece il sistema è però crollato e Grillo si è fatto un po’ Stato. Nonostante gli insulti dei suoi manipoli armati di computer, le espulsioni, i 2000 euro che ho versato puntualmente agli alluvionati, senza avere in cambio quell’intervista che probabilmente lui darà ancora a Porta a Porta, non sono ancora pronto a dire che su Grillo mi sono sbagliato.

Da segnalare che durante il talk Santoro ha ironizzato:

Renzi ha diviso Santoro e Travaglio ma ha unito Landini e Camusso.

La7