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Festival di che cosa?

Questa notte, grazie a Rai International, ho visto dall’Honduras (dove mi trovo ora) la cerimonia di apertura del festival di Venezia. Senza scomodare pensieri o valutazioni troppo approfondite, mi è sembrata la sagra dello strapaese. La questione è a metà strada tra l’organizzazione della manifestazione e la trasmissione televisiva. Forse il festival è ancora una

30 Agosto 2007 19:02

Mostra del cinema di Venezia

Questa notte, grazie a Rai International, ho visto dall’Honduras (dove mi trovo ora) la cerimonia di apertura del festival di Venezia. Senza scomodare pensieri o valutazioni troppo approfondite, mi è sembrata la sagra dello strapaese.

La questione è a metà strada tra l’organizzazione della manifestazione e la trasmissione televisiva. Forse il festival è ancora una delle poche occasioni culturali del nostro paese riconoscibili all’estero. Ma siamo sicuri che la trasmissione dovesse dare risalto a tutto quello che accadeva sul tappeto rosso? E cosa era previsto in scaletta?

Certo non nego che vedere Rutelli che va a firmare autografi non richiesti è divertente quanto uno sketch di Sordi. Così come trovo perlomeno curioso che la trasmissione di Rai International non avesse l’audio in italiano ma solo il doppiaggio in inglese maccheronico. Un doppiaggio che traduceva anche i battibecchi fuori onda tra i conduttori. Conduttori…oddio conduttori…che conduzione è salutare chi entra (alcuni col bacino!) e fare domandine buttate lì tanto per darsi un ruolo. Spassosissimo anche quel signore – conduttore? …oddio conduttore…- che intervistava il regista cinese Zhang Yimou in inglese, l’interprete traduceva in cinese, il regista rispondeva in mandarino e l’intervistatore poneva una nuova domanda. Come se tutti praticassimo il cinese e non avessimo bisogno di una ulteriore traduzione. Risultava così evidente che l’importante non era la risposta, ma porre la domanda.

Fin qui gli aspetti grotteschi. Fino a quando non arriva la trentesima auto, sempre la stessa (Lancia) e cominci a pensare che c’è dell’altro. Ok, se l’organizzazione ha previsto l’arrivo con quelle macchine pazienza, ma è un caso che ad ogni arrivo una studiata panoramica inquadri le auto sempre dal lato del logo? E tutta l’indulgenza e bonarietà, per non dire piaggeria, dei conduttori – oddio…conduttori – nei confronti di tutti i politici, sia ex che in carica, fa parte di che cosa? Che cos’è? Informazione?

L’impressione è che, grazie a Rai International, abbiamo aperto una finestra su parecchie delle nostre miserie. Era proprio necessario?