Home Sky Atlantic In Treatment 2 su Sky Atlantic a inizio 2015: prime anticipazioni sulla trama

In Treatment 2 su Sky Atlantic a inizio 2015: prime anticipazioni sulla trama

New entry Michele Placido, Maya Sansa e Alba Rohrwacher, mentre il personaggio di Sergio Castellitto diventa sempre più inquieto.

pubblicato 30 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:58

Giovanni Mari si separa dalla moglie, cambia casa e inizia ad affrontare col suo supervisore il rapporto col padre: è questo il nucleo intorno al quale si dipana la seconda stagione di In Treatment, versione italiana della serie israeliana portata al successo internazionale dal Gabriel Byrne dell’edizione USA.

Intervistato da la Repubblica, il regista Saverio Costanzo dà qualche anticipazione della seconda stagione, attesa su Sky Atlantic nei primi mesi del 2015. Intanto ritroveremo solo un paziente della precedente edizione, ovvero la coppia formata da Giancarlo Giannini e Barbora Bobulova, che ritroviamo alle prese con la loro difficile relazione e con un figlio obeso. Il resto dell’agenda del protagonista, interpretato da Sergio Castellitto, cambia con l’ingresso di Michele Placido e Greta Scarano, già anticipati, e con l’arrivo di Maya Sansa e Alba Rochwacher, che Saverio ha già diretto ne La solitudine dei numeri primi.

«Maya Sansa è un’avvocatessa quarantenne che a vent’anni aveva abortito e torna con una grande rabbia per quella scelta. Greta Scarano è una ragazza malata di tumore che non vuole curarsi; Michele Placido è l’amministratore delegato di un’azienda chimica finito in uno scandalo che comincia ad avere attacchi di panico non tanto per la perdita del lavoro ma per il rapporto con la figlia Alba Rohrwacher. Poi torna la coppia Bobulova-Giannini, in analisi col figlio obeso».

spiega Costanzo e il mantenimento della coppia Lea – Pietro e una ‘novità’ rispetto alla versione USA, dove invece la storia della coppia si esaurisce per lasciar spazio a una nuova coppia alle prese con i disturbi alimentari del figlio a causa della loro separazione.

 

La puntata del venerdì, invece, è sempre dedicata all’incontro di Giovanni Mari con la sua terapeuta, Anna (una splendida Licia Maglietta). E quest’anno il disagio intimo di Giovanni trova ancora più spazio, come spiega il regista:

«Entriamo nel privato dello psicanalista Giovanni Mari: si è separato dalla moglie, ha una nuova casa con annesso studio, è una dimensione più personale. [Con la sua terapeuta] Affronta il rapporto col padre, diventa lui il paziente».

Si conferma dunque la struttura di cinque episodi da 30′, a simulare la settimana del protagonista ‘vista’ dai suoi quattro pazienti e dal suo supervisore. Una formula innovativa per il mercato italiano che con la prima stagione ha regalato una ‘novità’ di programmazione non trascurabile. Peccato, invece, che La7 abbia deciso di programmare la prima stagione di In Treatment in prima tv in chiaro con cinque puntate di fila tra prima e seconda serata. Il punto non è la durata, ma la densità emotiva di ogni puntata, che merita di depositarsi e di essere elaborata e non può consumarsi nel tempo di un break pubblicitario. Non a caso il valore aggiunto di questa serie sta nella scrittura, oltre che nello spessore del cast e anche della regia che per ‘sottrazione’, ma con una precisione chirurgica, riesce a coniugare interpretazione e racconto.

«Quando la Wildside me lo ha proposto ho pensato che fosse un’occasione per lavorare su sceneggiature di livello altissimo. Grazie a una scrittura così ben congegnata in ogni episodio c’è qualcosa di imprevedibile, qualcosa che l’attore non controlla e rende In treatment un prodotto unico. Per una serie così un interprete deve essere coraggioso, deve buttarsi e guardare cosa succede. Lo “scontro” tra l’accademia e l’imprevedibilità provoca quel colpo geniale inatteso che fa diventare unico il momento ripreso sul set. Il ruolo del regista è relativo»

si schermisce Costanzo, sottolineando con Repubblica il valore quasi esclusivo della scrittura:

«Il format esiste in 18 paesi: è chiaro che l’opera non sarà mai uguale all’originale — ci sono attori e lingue diversi — ma l’emozione sì, nasce da una scrittura perfetta».

L’appuntamento quindi con lo studio, nuovo, di Giovanni Mari è per l’inizio del 2015 su Sky Atlantic: iniziate ad appuntarlo sulle agende…

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