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Il bambino cattivo, su Raiuno Pupi Avati racconta la storia di un bambino non voluto

Su Raiuno Il bambino cattivo, film-tv in onda in occasione della Giornata internazionale dei diritti del bambino e dell’adolescente, in cui il protagonista è un bambino alle prese con il divorzio dei genitori, troppo concentrati sul voler avere ragione

pubblicato 20 Novembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 11:42

Raiuno, in occasione della Giornata internazionale dei diritti del bambino e dell’adolescente, manda in onda, questa sera alle 21:10, “Il bambino cattivo”, film-tv prodotto da Rai Fiction e Duea Film, scritto da Pupi Avati (anche regista della fiction), Tommaso Avati e Claudio Piersanti.

La storia racconta le vicende di un bambino, Brando (Leonardo Della Bianca), i cui genitori si dimenticano del loro ruolo e sfruttano la presenza di loro figlio per ottenere la ragione sulle continue liti alle quale il ragazzino deve assistere. Brando, infatti, figlio di due professori universitari, Flora (Donatella Finocchiaro) e Michele (Luigi Lo Cascio), assiste spesso alle discussioni dei suoi genitori, diventando incosapevolmente sostenitore del padre o della madre a seconda delle situazioni.

Flora, che soffre spesso di attacchi di depressione, e Michele, immaturo, non sono i genitori che Brando vorrebbe, tanto che diventa, ai loro occhi “cattivo”, perchè non prende le difese di uno dei due. Quando Michele inizia una relazione con Lilletta (Eleonora Sergio), Flora tenta il suicidio. Inizia così per Brando una serie di spostamenti che lo porteranno prima dalla nonna paterna, Giuditta (Erica Blanc), che nonostante tenga a lui non può tenerlo.

Brando finisce così dai nonni materni, che però vogliono usare il bambino per ottenere informazioni sul genero e screditarlo. Per il bambino arriva quindi lo spostamento in una Casa Famiglia: il Giudice dei minori riconosce che Flora non può prendersi cura di lui, mentre Michele rinuncia alla paternità, spinto da Lilletta. Il trauma che Brando deve affrontare lo porta a chiudersi in sè stesso, abitando in un luogo che non conosce e circondato da persone di cui non si fida. In questa situazione, dovrà crescere nella speranza di poter essere felice.

“Il bambino cattivo” è mandato in onda in una giornata importante, che ricorda i diritti del bambino, ed anche per questo assume particolare significato. Puoi Avati, la settimana scorsa, aveva dichiarato di aver scritto la sceneggiatura senza soffermarsi sugli elementi fantasiosi, ma raccontando una storia molto reale:

“Tra tutti i miei film, ‘Il bambino cattivo’ è quello per cui ho inventato meno. Non mi sono lasciato andare a fantasticherie; mi sono posto il problema della verità. Non amo la parola ‘fiction’. Ho cercato, man mano che lavoravo, un margine di verosimiglianza sempre maggiore”.

Un elemento di realtà che rende “Il bambino cattivo” una produzione che vuole evidenziare il fenomeno dei bambini che si trovano tra genitori arrabbiati e feroci senza sapere il motivo per cui stiano attraversando tutto ciò. Un buon intento, quello della Rai, che ha voluto sottolineare l’importanza della difesa dei bambini con una fiction che, fin dalla regia, promette una garanzia di qualità ed attenzione alla storia.


Il bambino cattivo