Home Notizie Conversazione con Patrick Ray Pugliese: “Basta inviato, al Karaoke Super Show! faccio il conduttore ironico. Ho detto no all’Isola e ‘strumentalizzato’ il Grande Fratello”

Conversazione con Patrick Ray Pugliese: “Basta inviato, al Karaoke Super Show! faccio il conduttore ironico. Ho detto no all’Isola e ‘strumentalizzato’ il Grande Fratello”

L’ex gieffino racconta la sua nuova esperienza nella tv dei ragazzi, voltando pagina dopo il reality.

pubblicato 3 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:41

RETTIFICA: In merito all’intervista a Patrick Ray Pugliese pubblicata su TvBlog ieri, l’ex concorrente del Grande Fratello ci conferma di aver avuto contatti per l’Isola dei famosi, ma non da parte di Beppe Caschetto dal quale peraltro mai è stato rappresentato.
Non c’erano dubbi. Il Grande Fratello 12 è terminato con un grande punto interrogativo sul suo futuro e tutti i suoi ex concorrenti sono praticamente spariti dalla circolazione. L’unico ad aver trovato un’occupazione, per giunta valorizzato dalla mitica Cristina D’Avena, è lui, il veterano di reality: Patrick Ray Pugliese.

Li ritroveremo al timone di due baby-squadre, in giro per l’Italia al Karaoke Super Show!, da sabato 7 luglio ogni sabato e domenica alle 20,30, sul canale De Agostini Super! (47 del digitale). Saranno uno contro l’altro in ogni puntata, per incoraggiare dei bambini a cantare con loro sigle dei cartoni animati come Mila e Shiro, motivetti storici dello Zecchino (il programma è una produzione dell’Antoniano), ma anche successi senza tempo della musica italiana, da Ragazzo fortunato di Jovanotti a Balliamo sul mondo di Ligabue.

Un po’ figlio dell’era Monti che premia l’esperienza e il merito, il più burlone degli ex gieffini è molto meno ingenuo e più professionale di quanto possa sembrare. Abbiamo conversato con lui al margine della conferenza stampa del Karaoke Super Show! (che presenteremo con tutti i particolari venerdì dando voce alla D’Avena, finalmente tornata a regnare sulla tv dei ragazzi).

Le famiglie italiane ti affideranno i loro figli. Un editore per ragazzi autorevole come De Agostini ti dà la possibilità di crescere professionalmente. Come vivi questa responsabilità?

«Per me il Karaoke Super Show è un bellissimo modo per prendere in mano la televisione, una volta per tutte, come conduttore ironico. La considero una grande opportunità, arrivata un momento in cui non volevo più lavorare in questo settore. Non ce la facevo più a fare solo l’inviato».

Addirittura. Come mai? E dire che, in fondo, non ti abbiamo mai perso di vista…

«Sì, ma ho fatto l’inviato per otto anni, da Striscia alle Iene, senza riuscire a esprimermi totalmente. Le stesse interviste che ho fatto per VideoNews (nei programmi della d’Urso, ndr) non avevano riscontro. Poi sono bastati di nuovo tre mesi di Gf per ritrovare la grande popolarità e l’affetto della gente. E’ un paradosso, che ti dià più un reality come ritorno di immagine che anni di lavoro. Alla fine Striscia è un grande successo, ma ha dato più a una professionista come la Hunziker che a uno come me».

Insomma, sei pentito o no di aver rifatto il Grande Fratello? Quest’anno voi “veterani” siete sembrati una bombola di ossigeno. E tu sei quello che ha resistito di più…

«Sono contento di essere stato uno dei pochi a essere riusciti a strumentalizzare il Grande Fratello, anziché farsene strumentalizzare. Alla fine ne ho preso le redini, sfruttandone il bacino di utenza che ha: nonostante quest’edizione non sia andata bene resta sempre molto ampia. Ho ricevuto una richiesta da parte degli autori Endemol di portare allegria in un’atmosfera tetra, per cercare di cambiare direzione alla trasmissione. Mi hanno detto che potevo fare tutto, ad esempio ho anche usato l’estintore, penale permettendo (ride, ndr)».

Che avessi “un ruolo” lo fai capire tu…

«Diciamo che sono contento che, se il Grande Fratello è riuscito a durare altre settimane, è anche un po’ per merito mio».

Secondo te perché non ha funzionato quest’anno?

«Posso dire che ho riscontrato un po’ di stanchezza negli altri ragazzi. Io almeno, anche se l’ho sempre percepito come un lavoro, la prima volta l’ho fatto per divertimento. Per il resto penso che è l’intera tv che si sta esasperando. Il pubblico si è stufato. E, io che ho rifatto il Gf, vedo ancora più stanchezza in tutti gli altri reality, che considero minori rispetto al Gf».

Tipo l’Isola?

«Questo lo dici tu. Io posso solo dire che mi aveva proposto di fare L’Isola dei Famosi il mio vecchio agente, Beppe Caschetto, ma ho rifiutato».

Nel tuo futuro cosa c’è?

«Si parla di un talk show. Ho un progetto con Gip delle Iene, che è il collega che stimo di più in assoluto, sempre con la De Agostini».

Qualcuno potrebbe pensare che tu sia più ambizioso del compagno di giochi che tutti vorrebbero avere, nei reality come nella vita…

«Sono una persona che ama divertirsi e comunicarlo, ma prima di tutto ci tengo a lavorare seriamente. Ho iniziato a Montecarlo Sat intervistando anche personaggi come Michael Jackson e Monica Bellucci. E ho appena finito di condurre il programma Glam su Radio M20, che è di Radio Deejay. Poi faccio il pittore».

E ora “disturbi” la D’Avena. Com’è lavorare con lei?

«Comunica un’energia straordinaria, è bravissima. Anche se mi dispiace imbrattare pure la sigla che ha scritto per il Karaoke, con un inciso rap… Ma una cosa ve la assicuro, entro la fine del programma sarò io ad avere la meglio al Karaoke».

Da ragazzo tifavi più per Mirko o per Satomi? Vedevi Kiss me Licia vero?

«Non guardavo Kiss Me Licia e neanche Holly e Benji, odiando il calcio. La mia vera passione erano cartoni animati con Lupin e Ken il guerriero».

Dai, almeno un cartone con una sigla storica cantata da Cristina…

«Beh, i Puffi. Di loro andavo matto».

Anche nella Casa tornavate bambini cantando le sigle dei cartoni animati. A proposito, sei ancora rimasto in contatto con Katia e Ascanio?

«Assolutamente sì, sono davvero due belle persone. E dire che lei era innamoratissima di me. Se allora non fossi stato fidanzato. Ahaha (ride)».

Rido anch’io. Patrick è di una simpatia disarmante. Un po’ lo invidio, perché lui ha fatto della sua simpatia il suo lavoro, preservando una spontaneità di fondo. Non è da tutti. Almeno, non da tutti gli ex gieffini.