Home Notizie Altri tempi, l’innocenza perduta delle prostitute in una fiction sincera e coraggiosa

Altri tempi, l’innocenza perduta delle prostitute in una fiction sincera e coraggiosa

Altri tempi, il film-tv di Raiuno, racconta le case chiuse senza moralismo e con una protagonista che rappresenta le difficoltà delle donne di essere indipendenti anche oggi

pubblicato 13 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 13:16

copia 2″ width=”620″ height=”350″ class=”aligncenter size-thumb_620x350 wp-image-414409″ />

Con “Altri tempi”, le case chiuse arrivano in prima serata su Raiuno. Senza, però, bigottismi o moralismi su chi le frequentava, chi ci lavorava e chi le voleva abolire. La fiction, piuttosto, fa un’analisi toccante e drammatica sulla condizione femminile negli anni Cinquanta, e non solo.

La forza del film-tv di Marco Turco sta nel voler raccontare la storia di una donna che, nei soprusi e nelle difficoltà che incontra, rappresenta una triste attualità di violenza e mancanza di rispetto di cui sentiamo parlare tutti i giorni. Vittoria Puccini con la sua protagonista riesce a portare in televisione le vite di molte donne, costrette a vendere il proprio corpo ed a perdere le speranze di un futuro migliore. E seguendo solo la storia della protagonista Maddalena, tolto il contesto storico e sociale, siamo di fronta ad un racconto che avrebbe retto anche se ambientato ai giorni nostri.

I moralismi che una fiction di questo genere avrebbe potuto contenere sono sostituiti da una sfrontatezza senza la quale “Altri tempi” sarebbe stato l’ennesimo film-tv fintamente coraggioso. Invece, a sorpresa, la fiction si dimostra capace di guardare in faccia alla realtà che affronta senza abbassare lo sguardo. Vedere Stefania Rocca, nei panni di Duchessa, insegnare alla protagonista come fingere l’orgasmo nella prima serata di Raiuno ha un effetto sorpresa misto ad una divertita incredulità che spiazza e diverte.

Fatta eccezione per certi salti narrativi (Maddalena diventa la migliore prostituta nel giro pochi secondi), “Altri tempi” deve molto alla veridicità dei suoi personaggi e della storia che, seppur inventata, riesce a tenere davanti allo schermo senza sbadigli.

Brava Vittoria Puccini, che si è calata nel personaggio trasmettendo paure, ansie e voglia di riscatto, ed il resto del cast, quasi tutto femminile. Le donne sono al centro del racconto, ovviamente, ed il loro universo va ben oltre il lavoro che le ragazze nelle case chiuse sono costrette a fare. Riuscire a fare una fiction su un tema così discusso, ancora oggi, evitando i luoghi comuni, dialoghi imbarazzanti e musiche fuori posto era una sfida difficile, che è stata però affrontata con il coraggio di una visione d’insieme che non si è fermato solo su un’idea, ma ne ha mostrate tante.

Se alla base di “Altri tempi” ci sono le case chiuse, a rendere questa fiction una gradevole sorpresa sono gli sviluppi che da qui partono e che riescono a reggere intere scene svelando la vera natura della fiction. Il dolore, le violenze, gli abusi, le illusioni: gli altri tempi, per alcune donne costrette ad essere chi non vogliono, non sono ancora passati.


Altri tempi









Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi


































Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi
Altri tempi