Home In mezz'ora Brunetta a In 1/2 h: “No ai radical chic con stipendi pubblici”. Annunziata: “Io metalmeccanica della tv”

Brunetta a In 1/2 h: “No ai radical chic con stipendi pubblici”. Annunziata: “Io metalmeccanica della tv”

Lite tra Annunziata e Brunetta a In mezz’ora di domenica 22 settembre 2013

pubblicato 22 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 14:08

Digerire il pranzo della domenica gustandosi Renato Brunetta ospite di Lucia Annunziata è un’esperienza da augurare a tutti (i peggior nemici). La seconda puntata di In 1/2 h, andata in onda in diretta su Rai3 alle 14.30, ha visto protagonista il presidente dei deputati del Pdl, peraltro nella rete che tanto ha accusato di faziosità nell’operazione Raiwatch.

Inizialmente i toni della conversazione sono stati misurati e Brunetta ha risposto a tono alle domande incalzanti della giornalista, senza scaldarsi troppo. Poi è iniziato un crescendo, con tanto di difensiva sospettosa dell’ospite:

“Dove vuole arrivare lei?”.

Oggetto del contendere tra i due è stato, soprattutto, il commento di Brunetta a un’intervista del ministro dell’Economia pubblicata oggi sul Corriere della sera:

“Io penso che il titolo ‘Saccomanni pronto a lasciare’ sia sbagliato da parte del Corriere, nel senso che Saccomanni non ha detto che è impossibile coprire l’iva per il 2013, ha detto semplicemente che sarà riformata dal 2014, come sarà riformata l’Imu”.

L’Annunziata ha risposto perplessa:

“E allora è un’intervista completamente sbagliata? Il Direttore del Corriere della Sera ha sbagliato a capire?”.

Brunetta ha, così, motivato la sua considerazione:

“Intanto a me le interviste piacciono ‘a domanda rispondo’, con le domande in neretto e le risposte non in neretto, così capisco la differenza. Queste interviste minestrone, in cui non si sa dove sono le domande e le risposte, come le chiamate voi giornalisti ‘colloqui con’, hanno una cosa un po’ ambigua”.

L’Annunziata lo ha subito messo in riga, per poi rinfacciargli di aver messo in discussione uno dei più autorevoli quotidiani italiani:

“Il Financial Times fa la stessa cosa. Domanda e risposta sono solo italiane. E’ molto interessante intervistarla. Lei oggi ha smentito Ferruccio De Bortoli, dicendo che lui non ha capito… Trovo questo godibile. Perlomeno lei va controcorrente su queste cose”.

E qui Brunetta ha lanciato una frecciatina sottilissima, ma inconfondibile:

“Trovo questo vero, poi la verità può essere godibile. Io nella mia vita sono sempre andato controcorrente. Non ho mai sopportato i radicalchic che vivono di stipendi pubblici”.

L’Annunziata, punta nel vivo, ha cominciato a spazientirsi:

“Le posso dire una cosa? Se fa riferimento a me io sono figlia di operai, non sono una radical chic”.

E Brunetta:

“Io sono figlio di venditore ambulante del turismo”.

E, ancora, l’Annunziata:

“Tra me e lei facciamo quattro quarti della povertà. Io non vivo di servizio pubblico”.

Ottima rimonta, a questo punto, quella di Brunetta:

“Spero che non abbia la coda di paglia. Io non mi riferivo a lei. Mi riferivo ai radical chic che mettono in scena…”.

L’Annunziata ha cercato di smorzarlo:

“Questo termine è così abusato, su”.

Brunetta ha ribattuto:

“Me lo lasci dire, sono un piccolo borghese”.

Ottimo assist all’Annunziata:

“Io sono una metalmeccanica dell’informazione. Io la chiamo ancora Ministro, insomma…”.

Chapeau per la chiosa epica di Brunetta sui titoli di coda:

“Io la chiamo Direttore”.

Fossero tutti così i confronti televisivi. Risse finte british, ma forti di contenuti, da cui Gianluigi Paragone dovrebbe imparare.

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