Home Tv Talk Giacomo Campiotti a Tv Talk: “Maria di Nazaret un film anche per i non credenti”

Giacomo Campiotti a Tv Talk: “Maria di Nazaret un film anche per i non credenti”

Giacomo Campiotti, regista e sceneggiatore di Maria di Nazaret, il film-tv di Raiuno, interviene a Tv Talk e spiega “E’ un film per tutti, anche per i non credenti”

pubblicato 7 Aprile 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:37


Giacomo Campiotti, regista di “Maria di Nazaret”, il film-tv andato in onda domenica e lunedì scorso su Raiuno, è intervenuto a “Tv Talk” per parlare del suo ultimo lavoro. Una produzione internazionale che ha vinto entrambe le prime serate di messa in onda (7,1 milioni ed il 25,2% di share la prima puntata, 8,3 milioni ed il 29,50% di share la seconda), complice un lavoro, secondo il regista, che ha mirato a conquistare un pubblico più trasversale possibile:

“Ci tengo a dire che questo film, come dimostrano i risultati, e come i miei altri film sui santi che fatto (‘Giuseppe Moscati’, ‘Preferisco il Paradiso’, ‘Bakhita’, ndr), sono per tutti. Li dedico a tutti, possono vederli anche i non credenti, magri poi qualcosa trovano”.

Per lui, parte del successo va anche al cast azzeccato della fiction, che aveva tra le fila Alissa Jung (Maria), Paz Vega (Maria Maddalena) ed Antonia Liskova (Erodiade):

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“Sicuramente gli attori avevano un qualcosa, dei visi e dei volti a cui poter credere. Ovviamente, quando si indica la luna, c’è sempre qualcuno che guarda il dito”.

Agli attori, poi, fanno notare gli analisti in studio, è stata affiancata una scelta di costumi meno canonici rispetto ai film precedenti dedicati alla vita di Gesù ed in generale alla Bibbia. Una scelta, secondo il regista, voluta per distaccarsi maggiormente dalla produzione televisiva e cinematografica esistente ed esaltare i personaggi:

“Noi abbiamo fatto proprio una scelta di non storicizzare la storia, ma di seguire la tradizione culturale. L’idea era, nei costumi, di essere liberi, anzi, di ispirarsi al rinascimento ed ai grandi pittori italiani. Erodiade è vestita in modo glamour: il male è molto fascino, è molto presente, molto contemporaneo.”

Le scelte scenografiche e costumistiche, secondo Campiotti, non avrebbero quindi danneggiato la resa della storia o dei personaggi, che anzi sarebbero risultati più vicini al pubblico:

“Personalmente, penso che l’aspetto umano è forse proprio quello che è uscito di più. Maria e Gesù sono usciti come persone, e penso che il successo della fiction sia dovuto a questo.”

A nostro pare, come abbiamo già detto, a mancare alla fiction di Campiotti era proprio la necessità di approfondire alcuni aspetti dei protagonisti, la cui storyline è stata invece protagonista di una fusione tra documentazione storica e fantasia degli autori. A proposito di documentazione, l’ultima parte dell’intervento del regista è dedicato ad una delle scene clou della prima parte del film-tv, quella della nascita di Gesù, che avviene all’interno di una suggestiva grotta. Campiotti spiega così la scelta di quella location:

“Ho visto questa grotta per caso, era anche molto lontana [dal luogo delle riprese], con la produzione c’è stato un braccio di ferro per poterla utilizzare. L’ho amata subito perchè mi sembrava un ventre dolce, dove potesse entrare tutta l’umanità”.

Infine, un’annotazione sulla decisione di far passare il Gesù appena nato tra le mani dei pastori, giunti nella grotta dopo la visione della stella cometa. Secondo Francesco Arlanch, sceneggiatore con Campiotti del film, si tratta di una citazione de “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini del 1964 (di cui il programma trasmette uno spezzone dei sopralluoghi). Opinione non condivisa da Campiotti:

“Penso che sia la prima volta che avviene che i pastori ed i re Magi entrano nella grotta, è come se fosse un nuovo universo. Devo contraddire il grandissimo Arlanch, ma onestamente questa idea non è venuta da Pasolini, nel suo film Gesù non viene passato tra i pastori, ma è stata aggiunta in sceneggiatura dopo aver letto che la mistica Maria Valtorta raccontava questo episodio, visto in una sua visione in cui Maria alla fine non vede più il bambino. Mi è sembrata l’immagine più sintetica per raccontare il destino di questo bambino e di questa donna che capisce che il figlio che ha fatto non è suo. C’era anche del timore sul set perchè il bambino che si vede aveva due settimane e di figuranti se lo passano su un precipizio.”



Maria di Nazareth, il film-tv di Raiuno
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