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Cristina D’Avena a Tvblog: “Love Me Licia” ha successo perchè fa tornare bambini

Cristina D’Avena è nel cuore di molti bambini di oggi e di quelli che un tempo erano bambini. Fa concerti per interpretare le sigle dei cartoon che hanno fatto epoca, continua ad essere l’interprete più richiesta per le sigle delle nuove serie animate, e si occupa di intrattenimento per bambini. Dopo l’esperienza di “Matricole &

pubblicato 9 Dicembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 10:28


Cristina D’Avena è nel cuore di molti bambini di oggi e di quelli che un tempo erano bambini. Fa concerti per interpretare le sigle dei cartoon che hanno fatto epoca, continua ad essere l’interprete più richiesta per le sigle delle nuove serie animate, e si occupa di intrattenimento per bambini. Dopo l’esperienza di “Matricole & Meteore”, da un paio di settimane è tornata anche in tv con la sit-com “Love Me Licia”, la serie tratta dall’anime del 1983 che ha come protagonista la dolce Licia, che sta avendo un successo straordinario. L’abbiamo incontrata per chiederle il motivo del grande successo della serie di fine anni ’80, in onda su La5, per parlare di cartoon, dell’importanza che ricopre la sigla in una serie animata.

E’ partita da poco la sit-com “Love Me Licia” su La5 interpretata da te e molto attesa dai fan. Secondo te qual è il motivo di tanto seguito, ancora oggi, per un telefilm del 1987?

I ragazzi vivono in una realtà così complicata, e in una società tecnologica così diversa rispetto agli anni’80, che con i cartoni ripercorrono quella parte della vita, l’infanzia, in cui si emozionavano. Faccio concerti e i ragazzi mi dicono che ogni volta che vedono un cartoon, ascoltano la sigla o vengono ai miei concerti ritornano bambini, e si sentono bene e più forti..

Hanno voglia di fanciullezza, di allegria, di spensieratezza che li discosti dalla realtà, di gioco, di divertimento, di ingenuità. Il telefilm ha successo perché c’è chi è cresciuto con la storia d’amore di Mirko e Licia. E poi non dimentichiamoci che siamo stati i primi a realizzare una sit-com in Italia. In un televisione ‘privata’ come Canale 5 o Italia1 sono stati i primi a realizzare una sit-com negli studi, ai tempi produzioni del genere si importavano dall’estero.

Negli anni ’80 la tv si ricordava di più perché c’erano pochi canali. La tv di allora era molto diversa da quella di oggi, un periodo in cui i bambini guardano più i canali su digitale terrestre o su satellite rispetto alla tv generalista. A grande richiesta è stato trasmesso il telefilm e spero che anche le serie successive siano trasmesse. E poi le 20.00 è l’orario perfetto per i ragazzini. Amo da impazzire La5 perché vuole ricreare lo spazio cartoon che esisteva un tempo, durante il quale genitori e figli possono riunirsi davanti al piccolo schermo.

Raccontaci un aneddoto divertente vissuto durate le registrazioni della sit-com che ricordi.

Ero giovane e non facevo certo l’attrice. Ma neanche i miei colleghi che interpretavano i Bee-Hive. Soprattutto Pasquale-Mirko che era napoletano, scelto perché assomigliava al personaggio del cartone animato, ma che faceva il modello e non l’attore. Io quel mondo bene o male lo conoscevo mentre lui quando doveva imparare a memoria le battute, spesso aveva delle difficoltà e si dimenticava tutto. Una scena, ad esempio, ricordo che l’abbiamo ripetuta almeno cento volte nonostante l’assistente di studio si fosse messa sotto il bancone del Mambo a suggerirgli le battute, e nonostante questo non la sentiva e non si ricordava le parole della poesia che doveva recitarmi nella serie.

Credo di non aver mai riso così tanto, poi si è arrabbiato e ha cominciato a parlare in napoletano stretto, e lì tutti a ridere. Era così emozionato da non riuscire pronunciare nulla, ci bloccavamo ogni volta, è stato un giorno drammatico, erano tutti arrabbiati. Io ero struccata perché piangevo dal ridere, lui non riusciva a dire nulla. Ma poi ce ne sono tantissime…io che sono scivolata con la torta in mano in diretta, per non fare cadere la torta sono caduta io. Ma questi sono solo alcuni degli episodi…

Le sigle dei cartoon hanno la stessa importanza di una volta?

Le sigle sì, ma bisogna stare attenti a quello che si fa se si prospetta un nuovo cartone. Io di solito mi impegno per la migliore interpretazione possibile. Sicuramente le cose sono un po’ cambiate, dopo il periodo delle canzoni dance dedicate più a un pubblico pop piuttosto che a un pubblico dei bambini. C’è stato quel momento, ora siamo tornati alle vecchie melodie. Un esempio è il brano di Augusto Martelli intitolato “Sorridi Piccola Anna”, cartone che va in onda su Italia1. Piace a tutti con un ritornello un po’ anni ’80. Questo vuol dire che le melodie devono avere anche qualcosa di infantile, la canzone deve essere bella, moderna (perché no?) , però deve essere anche un po fanciullesca. A meno che sia un cartoon indirizzato agli adulti. Un esempio è la musica di “ Emma” (n.d.r. dell’anime trasmesso su Hiro “Emma – Una storia romantica”), uno dei pezzi più belli che ho interpretato, dolce ma semplice, che ascolti volentieri, e come il cartoon ti fa ritornare bambino.

Quali sono le sigle dei cartoon più amate tra le più vecchie e tra le nuove?

I bambini preferiscono Holly e Benji, Mila e Shiro, Occhi di gatto, Kiss Me Licia tra le vecchie, e tra le ultime Angel Friends, Principesse Gemelle, Sorridi piccola Anna.

Cosa pensi del fenomeno de bambini-cantanti in programmi come “Io canto” e “Ti lascio una canzone”?

Trovo che siano bravissimi, piacevolissimi da ascoltare, l’unica cosa è che non devono dimenticare che sono dei bambini. Nel momento in cui tu canti puoi atteggiarti a grande ma una volta finito di cantare i piccoli devono tornare ad essere piccoli e vivere la loro infanzia. Anche perché una volta diventati adulti non saranno più dei fenomeni ma saranno delle persone comuni che sanno cantare ma che hanno bruciato una parte importantissima della loro vita che è l’infanzia. Bisogna seguire questi bambini. Ogni fase della vita deve essere percorsa senza saltarne alcuna. Non è il primo che sento e mi dice:”Però, sai, mi manca un pezzo della mia vita, quello della mia infanzia. Facendo concorsi canori di continuo non ho goduto di quegli anni.

Dopo l’esperienza di Matricole & Meteore hai in mente di partecipare ad altri programmi tv? Ti piacerebbe condurre un programma tutto tuo?

Mi piacerebbe condurre un programma sulla famiglia o anche un programma sui cartoon dove i protagonisti siano i ragazzi che hanno vissuto i cartoni e sanno tutto sull’argomento. O uno show in cui ragazzi si sfidano a colpi di cartoon o uno show per la famiglia anche musicale. Mi piacerebbe anche fare un altro film o telefilm. Sono un tipo ironico e mi piacerebbe riprendere in quel senso.

I prossimi impegni dove i fan possono incontrarti?

Farò altri concerti con i Gem Boy e sarò impegnata in una serie d’eventi anche di intrattenimento per bambini, ma potete vedere tutte le news su mio sito Cristinadavena.it dove c’è un calendario.

La 5