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Domenica live, Mastrangeli si autoinfligge il trappolone del talk show

Dopo la lite con Crimi per l’ospitata a Pomeriggio Cinque, il senatore 5 stelle bissa a Domenica Live

pubblicato 21 Aprile 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 19:04

Ma quanto si diverte il senatore Marino Mastrangeli a scherzare col fuoco? Che la sua voglia – non troppo nascosta – di visibilità televisiva ne autorizzi l’autolesionismo?

Come se non fosse bastata l’ospitata a Pomeriggio Cinque, che gli è costata la minaccia di espulsione da parte di Vito Crimi, portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, Mastrangeli ha fatto oggi il bis a Domenica Live.

Anche in questo caso ha peccato di ingenuità o di temerarietà. Perché si dà il caso che sia arrivato in ritardo, per seguire la conferenza stampa di Grillo a Roma. La D’Urso, così, non ha più potuto promettergli di intervistarlo da sola, inserendolo nel talk popolare-politico.

Inizialmente la conduttrice gli ha promesso di far tacere i suoi ospiti, ma – pur fingendo di tutelare così il senatore – ha velatamente sottolineato la sua anti-democrazia. Oltre al fatto che ha finito per ridicolizzarlo, tra le righe:

“Io ho un accordo. Può interfacciarsi solo con me, non può parlare con voi, gliel’ho promesso. Non può fare talk, è a rischio di espulsione per colpa mia. Lo dico, se no sembra tutto organizzato: sarebbe dovuto essere nei primi dieci minuti, non ho fatto nessun tranello. Ha preferito continuare a essere nella conferenza stampa di Grillo. Che ho combinato io? Tutta colpa mia? Sono nella black-list del Movimento 5 stelle, io”.

Come sempre l’egocentrismo di Barbara non ha avuto confini. Ma oggi, a essere persino più urticante della furbizia di lei, è stata la sicumera di Mastrangeli, quando la D’Urso – portavoce del parterre – gli ha chiesto perché lui è tanto sicuro di restare nel Movimento, mentre la Salsi l’hanno espulsa dopo Ballarò:

“Lei ha partecipato direttamente in un talk show”.

A questo punto, a Domenica Live, la D’Urso e gli ospiti hanno fatto di tutto per far cadere Mastrangeli nello stesso tranello. La Mussolini ha inscenato un teatrino indecente, aizzando una ragazza del pubblico a chiedere a Mastrangeli “se toglieranno l’Imu a giugno”. Questo perché “lei è cittadina, può fare le domande”.

La D’Urso è stata, come sempre, ambivalente:

“Mi è difficile zittirli. Mi chiedo scusa se si è trovato in un talk politico, loro sono stati frenati”.

Mastrangeli, ridendo sotto i baffi quasi da complice del teatrino, ha ribattuto:

“Rischiamo di essere ridicoli”.

E poi ha fatto una pessima figura lui, ridicolizzando Napolitano con lo studio che gliel’ha rinfacciato:

“Noi lo definiamo Morfeo. Speriamo si dimetta al più presto. Noi vogliamo Rodotà”.

Così gli applausi scroscianti sono stati serviti sul piatto d’argento alla Mussolini:

“Questo signore tinto che si deve fare la ricrescita… Perché non si può dire? Anche questo fa. Lui ha insultato il Presidente della Repubblica che è stato eletto ieri. Io ho origini napoletane. E’ la prima volta che un Presidente eletto a Napoli è stato eletto due volte, è una soddisfazione”.

Come far perdere la faccia al Movimento 5 stelle definitivamente? Estorcendo a Mastrangeli delle rassicurazioni sul suo rapporto invariato con Grillo. E fu così che anche il partito allergico alla tv si convertì, con tanto di appello di Mastrangeli:

“Possono i parlamentari del Movimento rilasciare interviste? Questo è un referendum da fare. Si potrebbe chiederlo ai 50.000 iscritti, potrebbe essere che nel frattempo abbiano cambiato opinione”.

Solo i cretini non cambiano idea. Missione D’Urso compiuta.

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