Home Domenica In Lorella Cuccarini e Marco Mengoni: i due ‘mostri’ dell’estetica di Luca Tommassini a Domenica In

Lorella Cuccarini e Marco Mengoni: i due ‘mostri’ dell’estetica di Luca Tommassini a Domenica In

L’immagine di Lorella Cuccarini e Marco Mengoni che “scheccano” insieme (perdonatemi la parola che non vuole essere omofobica o offensiva, ma semplicemente realistica), oltre a essere fuori contesto nella Domenica In più catechistica degli ultimi anni, è l’ennesimo parto del Dr. Frankenstein della televisione italiana, colui che vi ha introdotto un’estetica gotica degno di un

pubblicato 11 Ottobre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 12:04


L’immagine di Lorella Cuccarini e Marco Mengoni che “scheccano” insieme (perdonatemi la parola che non vuole essere omofobica o offensiva, ma semplicemente realistica), oltre a essere fuori contesto nella Domenica In più catechistica degli ultimi anni, è l’ennesimo parto del Dr. Frankenstein della televisione italiana, colui che vi ha introdotto un’estetica gotica degno di un saggio di Edmund Burke.

Con Burke, autore dell’Inchiesta sul bello e il sublime, il bruto irrompe nell’immaginario estetico come nella letteratura, producendo l’incanto del mostruoso. Il tetro, il tenebroso, l’orrorifico smentiscono l’estetismo tradizionale e la bellezza nel senso classico del termine, meritando pieno diritto di cittadinanza nell’espressione artistica.

E’ quello che fa Luca Tommassini da anni, spacciandolo per “modernità in televisione”. Tommassini, nelle sue reminiscenze gotiche, è persino medievale, altro che moderno. Come visto e rivisto è il concept della queen di mezza età con a fianco il toy-boy spogliato di ogni virilità.

Come è pretestuosa l’idea che, per essere avveniristici in tv, bisogna conciare tutti da teatro degli orrori (vedi l’eliminazione della diva Manuela Zanier da X Factor, travestita da Minnie stuprata la notte di Halloween). Non è escluso che, a far scappare il pubblico timorato dal talent di RaiDue, siano proprio le coreografie trucide e le improbabili mascherate, visto che il loro ritorno da qualche puntata è coinciso con ascolti al ribasso.





Prendete la stessa Cuccarini. Grande donna di spettacolo, esemplare conduttrice domenicale (ieri si è difesa con la d’Urso facendo vedere l’Italia delle carrozzelle anziché quella dei coming out), perfetta testimonial della tv della fatine. La dai in pasto a Tommassini e ti finisce imbucata in un flashmob tra isterici fan dell’ultima ora (che però non gridano il suo nome, ma quello del vincitore di grido di X Factor). Per carità, lei è una forza della natura ma, a forza di vederla “scalmanarsi in quel modo”, dà ansia a quello stesso pubblico familiare che pure vuole riconquistare.

La carriera della Cuccarini nel varietà deve comunque tanto a Tommassini come partner nel ballo (anche se le coreografie delle sue storiche sigle non erano di certo merito di Luca, che oggi si limita a scopiazzarle). Per Mengoni la “clonazione tommassiniana” è invece ancora più evidente: dalle mossette di Stanco – Deeper Inside alla deriva pop di un’identità, a cui pure Morgan aveva dato delle prospettive artistiche più ampie.

Sembra quasi, insomma, che il coreografo e direttore artistico si sia morbosamente appropriato del potenziale dei suoi adepti. Entrambi, come Mefistofele, si sono visti rubare l’anima dal diavolo, impersonato da un mostruoso videoclip a due teste. Perché tutto ciò che fa Tommassini è condannare la tv a diventare videoclip di Madonna, sempre e comunque e senza variazioni sul tema.

Fai smettere a Marco e Lorella di rivivere gli anni ’80 e di svaccare sul palco? Di lei resta una showgirl a cui mancano ancora i tempi televisivi, di lui un cantante che non riesce a trasmettere contenuti in musica, ma si limita all’ adrenalina. Da una parte hai la regina del retrò con la sigla a comando, dall’altra la popstar del futuro che non sa esprimere un concetto che sia uno (mattità, ma che vol dì?).

Entrambi sono due talenti, rispetto alla media delle rispettive categorie, ma sono stati talmente caricati da diventare macchiettistici. Vedendo “le due creature” per la prima volta insieme, non sai se farti conquistare o dar loro degli invasati, perché tutto ciò che è targato Tommassini produce un effetto straniante: dopo qualche secondo di entusiasmo hai il bisogno fisiologico di ritrovare il contatto con la realtà. Si consiglia di scendere sulla Terra anche ai suoi “mostri”, specie se la loro follia non è degna dell’arte, ma indotta da un registro sempre più forzato.

Domenica In