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TgLa7 – Al momento, il migliore

D’accordo, potrà anche sembrare scontato, dirlo adesso. Eppure, credete. Prima di decidermi a scrivere questo pezzo ho aspettato, mi sono preso la briga di confrontare edizioni di tg diversi, di valutare le notizie scelte, il modo di darle, il modo in cui vengono trattati gli spettatori, la correttezza delle parole utilizzate e via dicendo. Volevo

pubblicato 1 Settembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 13:14

D’accordo, potrà anche sembrare scontato, dirlo adesso. Eppure, credete. Prima di decidermi a scrivere questo pezzo ho aspettato, mi sono preso la briga di confrontare edizioni di tg diversi, di valutare le notizie scelte, il modo di darle, il modo in cui vengono trattati gli spettatori, la correttezza delle parole utilizzate e via dicendo. Volevo essere certo di poter scrivere del TgLa7 senza passare per tifoso. Del resto, non è che il sottoscritto “tifi” per Mentana o per la sua squadra. Piuttosto, auspico un’informazione libera e pluralista che non prenda mai in giro il telespettatore.

E così, dopo le osservazioni di Lord Lucas, che si concentra più che altro sulla figura di Mentana e sulla sua conduzione dell’edizione delle 20, mi sento di offrirvi queste breve considerazioni.

Il TgLa7, se non altro per impostazione e scelta delle notizie, dovrebbe far paura alla concorrenza. Perché c’è il rischio che il telespettatore che dovesse capitare, anche solo per caso, su La7 durante il tg, be’, si senta più rispettato e decida di rimanere e di diventare ospite fedele della nuova creatura di Enrico Mentana e della sua redazione.

Intanto, c’è spazio, ampio, per la politica e l’approfondimento. C’è fatto e opinione. C’è correttezza nei termini. Il TgLa7 è l’unico, per fare un esempio, a ricordare che Marcello Dell’Utri, contestato a Como, è condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E poi, intervista lo stesso Dell’Utri per parlare della contestazione subita, mostrata nella sua completezza e con un’accurata spiegazione delle ragioni della contestazione stessa.

E’ l’unico a parlare dei numeri degli indicatori di disoccupazione leggendoli come tali e senza offrire un’interpretazione in senso ottimistico o pessimistico: i numeri sono fatti.

E’ un Tg che parla correttamente. Che non enfatizza, per esempio, la nazionalità di chi ha commesso un reato. Che non parla di gattini e cagnolini e calippo e del fatto che se l’estate sta finendo, forse farà meno caldo.

Certo, c’è qualcosa da migliorare, forse ci sono momenti un po’ lenti. Ma personalmente, quando guardo un telegiornale non ho l’ansia del ritmo: se voglio velocizzare la mia ricerca di informazioni utilizzo la rete.

Forse c’è una tendenza un po’ moralizzatrice. Ma tutto sommato, meglio la morale dell’amorale.

Enrico Mentana