Home Rai 2 Livio Beshir: il 1° annunciatore maschio della tv italiana non è “italiano” e… fa fuori il Signorino Buonasera e Michele di Amici

Livio Beshir: il 1° annunciatore maschio della tv italiana non è “italiano” e… fa fuori il Signorino Buonasera e Michele di Amici

RaiDue ha lanciato una bella provocazione. In una congiuntura televisiva in cui bisogna stupire sempre e comunque, sulla seconda rete di stato sbarca il primo annunciatore maschio della tv italiana. Che non è il tipico ragazzo “italiano” e neanche “abbronzato”, ma dalla pelle nera (per usare un eufemismo canoro che non offenda nessuno, visto che “negro” resta dispregiativo, “di colore” è ipocrita e nero suona per qualcuno altrettanto discriminante).

6 Luglio 2009 11:14

Il suo nome è Livio Beshir, laureato in scienze della comunicazione con Erasmus alla Sorbona, reduce da studi di recitazione, teatro, pubblicità, dal nome “esotico” ma con l’accento romano, visto che è nato 32 anni fa a Paliano, in provincia di Frosinone, da mamma italiana e papà egiziano (con cittadinanza americana).

Il neo-volto di RaiDue è fiero di aver vinto la battaglia per le pari opportunità per cui tanto si è speso il “povero” Max Cordeddu, alias il signorino Buonasera, scartato ai provini. La sua assunzione, infatti, è il frutto di una richiesta esplicita avanzata circa un anno fa dal Cordeddu al ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, che l’ha inoltrata a sua volta al direttore generale della Rai, per far rispettare le pari opportunità tra sessi in ogni concorso dell’azienda radiotelevisiva pubblica.

E Livio, a scanso giustamente di ogni antiquato razzismo, ha sbaragliato un’agguerrita concorrenza, a partire da un già popolare aspirante annunciatore come l’ex ballerino di Amici Michele Maddaloni. Ecco le sue prime dichiarazioni ufficiali in un’intervista a Il Giornale:

“È un po’ anacronistico essere chiamati signorini buonasera, anche per le mie colleghe. Diciamo anche buongiorno, buon pomeriggio… Credo che prima o poi il pubblico si abituerà al concetto di annunciatore. O testimonial di rete. Comunque capisco che piaccia, c’è tutta una storia dietro (…) Il mio primo annuncio è andato in onda (ieri ndr) alle sei e quarantacinque del mattino. E il secondo alle due meno un quarto di pomeriggio. Dal lunedì al venerdì abbiamo cinque turni e ce n’è uno alle 18. Poi alle 21 e all’una di notte. Quindi capiterà. (…) Mi alterno con Natasha (Cicognani ndr), la mia collega. Sabato abbiamo registrato 15 annunci a testa (…) Sono ancora un po’ impacciato. Papere ne sono capitate, sorrisi impacciati. Servono i tempi giusti, l’enfasi adatta. Pian pian prenderò confidenza”.

Ciò che “dà da pensare” è che l’emergente Livio non si sia recato alle selezioni di sua spontanea volontà, ma vi sia stato dirottato senza troppe spiegazioni:

“Mi hanno chiamato per un provino, senza specificare il motivo. Eravamo cento. Tutti uomini. Ci hanno anche fatto improvvisare un annuncio. Dopo una settimana mi hanno chiamato per una selezione più ristretta, dicendomi che era per fare l’annunciatore. Ero incredulo. Ho fatto un altro provino. Poi mi hanno detto che Rai Due voleva farmi il contratto. Sono emozionato ancora adesso. L’altro giorno un tecnico mi ha gridato: ‘Ehi, ma sai che tu passerai alla storia? Sei il primo annunciatore della Rai’. Mi ha un po’ destabilizzato”.

Non sarà che i casting erano uno specchio per le allodole e si voleva puntare sin dal principio su una presenza “di colore” per fare notizia? Lui, ovviamente, esclude che il colore della pelle sia stato la sua carta vincente per “spiccare” su tutti:

“Credo mi abbiano scelto perché comunico in un certo modo attraverso la telecamera. Non certo perché ho la laurea e il master. Qualcuno mi ha chiesto se, dopo tante esperienze, non sia riduttivo fare l’annunciatore. Certo che non lo è. Ma mi piacerebbe continuare con le mie passioni, la recitazione, la scrittura. E magari un programma su Rai Due, in seconda serata”.

Piccoli miracolati “si allargano”?

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