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Giovanni Filippetto racconta a TvBlog Adesso tocca a me, in onda stasera su Rai1

Appuntamento stasera in prime time su Rai1 con la docu fiction su Paolo Borsellino

di Hit
pubblicato 19 Luglio 2017 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:42

Paolo Borsellino – Adesso tocca a me. Stasera l’appuntamento è con la docufiction in onda in prima visione su Rai1. TvBlog ha chiesto all’autore e coordinatore editoriale del programma Giovanni Filippetto di raccontarcela.

La prima volta che ho incontrato Antonio Vullo, ex agente di Polizia e della scorta del giudice Paolo Borsellino e unico sopravvissuto della strage di via D’amelio ho capito che c’era qualcosa di quel giorno di venticinque anni fa che doveva essere ancora raccontato.

Vullo mi aveva appena detto che ci tornava spesso a via D’Amelio, ma ci tornava quando non c’era nessuno, la mattina presto. In quei momenti si sentiva libero perché era insieme a loro, agli uomini della scorta e al giudice Borsellino. E poi aggiungeva:” provo un senso di liberazione, di stare assieme a degli amici, perché la mia vita un po’ l’ho persa in via D’Amelio.

A me quest’ultima frase mi fa sempre venire in mente a cosa anche noi abbiamo perso in via D’Amelio quel giorno: noi cittadini che conosciamo questa storia attraverso la tv, i giornali, il racconto di qualche amico o conoscente di Palermo. Sicuramente abbiamo perso delle persone, dei grandi uomini. Ma abbiamo anche perso qualcos’altro.

Abbiamo perso l’innocenza che avevamo nel combattere il fenomeno mafioso. Pensavamo di farlo tutti insieme, Falcone e Borsellino ce lo avevano dimostrato. Ma tutto quello a via D’Amelio sembrava perso: lo Stato, le Forze dell’ordine, la Magistratura, i cittadini non erano più così uniti contro la mafia. Avevano tutti paura. Quella è stata una guerra. Che forse non è ancora finita.

Questo per me è il senso di “Paolo Borsellino – Adesso tocca a me”. Raccontare di nuovo questa storia per capire cosa non dimenticare.

La docufiction.

Uno dei punti di forza di questo tipo di narrazione così potente, della docufiction appunto, risiede nel fatto che lo spettatore segue la storia, si appassiona, empatizza con il racconto, col valore aggiunto di sapere, di vedere che quella storia è vera, è realmente accaduta. Insomma lo spettatore non perde mai la consapevolezza che quel racconto emozionante a cui sta assistendo è vero. Che quella cosa è successa veramente. Questo lo si costruisce con il repertorio, con le interviste e con la scelta di mettere in scena ricostruzioni di fiction che siano assolutamente veritiere e verosimili. Per far questo ci vuole tantissimo lavoro di documentazione, di lettura degli atti processuali, delle cronache dell’epoca di libri che ricostruiscono quei contesto. Tutte informazioni necessarie per amalgamare ed equilibrare il racconto stesso.

E’ un valore aggiunto secondo me. La storia si illumina diversamente da come siamo abituati a conoscerla attraverso il reportage giornalistico o il film. Anche se sono fatti che tutti conosciamo più o meno bene.

Oggi raccontare Paolo Borsellino in questo modo, dopo 25 anni, significa per me dare speranza a quelle nuove generazioni che, come dice Rita Borsellino, sorella di Paolo, sono portatrici di un cambiamento, ragazzi che hanno assunto una consapevolezza che prima non c’era. Mi piacerebbe che “Paolo Borsellino Adesso Tocca a Me” sia apprezzato e visto anche e soprattutto da loro.


Giovanni Filippetto

Rai 1