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Lorenzo Crespi su Twitter: “Quelle che affiancano Giusti stanno facendo ammattire la Rai”

L’attore, oggi intimo amico della Clerici, svela un’indiscrezione clamorosa sulle primedonne del venerdì sera di RaiUno.

pubblicato 19 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:18

La televisione comporta sempre più chiavi di lettura. C’è quella entusiasta di Max Giusti, che continua a spacciarci Resteranno i nostri eroi come la cura televisiva del secolo con una miopia imbarazzante. E poi quella dei beninformati, che lasciano intravedere un’altra versione dei fatti.

Mentre Giusti spaccia Laura Chiatti e Donatella Finocchiaro come due prestiti illustri del cinema italiano, “l’icona glamour” e “l’attrice impegnata”, così che “finalmente quelli di cinema tornano a fare spettacolo in televisione”, a quanto pare gli umori dietro le quinte sono meno entusiasti.

A spifferarli su Twitter è l’indomabile Lorenzo Crespi. Ieri il sottoscritto ribadiva sul social network la scarsa credibilità del conduttore. L’attore, invece, ha voluto spostare l’analisi su chi lo affianca chiedendomi che ne pensassi. Io gli ho risposto in modo secco e lui ha rilanciato ben più audacemente:

Riusciranno i nostri eroi - La seconda puntata del 18 gennaio 2013

“Quelle che affiancano Giusti sono credibili? E’ vero che sono inutili. E dietro le quinte stanno facendo ammattire l’intera Rai. Ma le cose vengono fuori solo se le fa Crespi”.

A Crespi, ovviamente, non va ancora giù il caso Ballando del 2010. E’ stato, infatti, il solo, nella storia del vip show, a opporsi alla fuorviante strumentalizzazione fatta negli rvm. Crespi accusava in diretta gli autori di Milly Carlucci di alimentare una rivalità mai esistita tra lui e Raz Degan, aggiungendo poi in una missiva:

“Che ballo con la testa l’ha detto solo una persona in giuria su nove milioni di ascolto che faccio per ogni fiction. Dire di me, mente e anima, è perché non c’è gara di ballo e non si sa più a cosa attaccarsi. Io sono un caro amico di Raz. Lo conosco da dodici anni. Lo rispetto e lo stimo, ma non c’è sfida nel ballo tra noi. Lo dico col cuore. Ci può essere sfida di simpatia, ma io sono un professionista, non mi vedrete mai saltare sui mobili della giuria. Entro, ballo, sono quello che sono nel bene e nel male. Non vedo la sfida tra me e Raz nel ballo, non perché io sia più bravo degli altri, ma perché sono onesto. Non sono costruito, non dico quello che mi devono dire gli altri. Non mi va di perdere per agevolare gli altri, perché è già combinato. Voglio sfidare lealmente. Son venuto qua per ballare, voglio uscire qui con tante ore di lezioni e poter entrare in teatro per due ore e renderlo magico. Se tutto deve essere falsato per rendere felici gli altri non mi va. Se devo sottopormi a certe figure ed è tutto stabilito non ci sto”.

Da allora, Crespi è stato non a caso epurato per due anni dalla Rai, in cui l’ha fatto rientrare con una bella ospitata a Ti lascio una canzone Antonella Clerici. Tra i due è nata un’amicizia speciale, su cui i giornali di gossip hanno ricamato, e Crespi si è scagliato di recente su Twitter anche contro la deriva sensazionalistica di certa stampa.

Tornando alla Chiatti e alla Finocchiaro, trovo che l’esasperarne il divismo – in tempi in cui le dive mancano come il pane – abbia nuociuto al loro gradimento. Anziché porsi nei confronti del pubblico in modo spontaneo e sorprendente, hanno recitato tutto il tempo il ruolo delle snob finendo, forse, per esserlo sul serio.

La Chiatti, nell’atteggiarsi a erede di Mina, ne ha raccolto l’eredità in modo imbarazzante, evocando nelle sue esibizioni lo spettro della Marini al Bagaglino (e venerdì scorso lamentava pure di sentirsi emarginata). La Finocchiaro, pur intensa, ierim alle prese con Gabriella Ferri, si è prestata a siparietti triti e ritriti che hanno finito per invecchiarne ulteriormente un’immagine già austera.

Più che altro, il progressivo calo di ascolti del varietà, che denuncia una volta per tutte i limiti di Giusti come showman, starà facendo ammattire un po’ tutti. E, in effetti, i nostri Eroi il grande riscontro di pubblico, che Crespi ha trovato nei primi Carabinieri e Gente di mare, se lo sognano.