Home Beati Voi, Alessandro Sortino a Blogo: “Non c’è niente di quello che dico su Tv2000 che non direi altrove. Non mi piace condurre ma lo faccio”

Beati Voi, Alessandro Sortino a Blogo: “Non c’è niente di quello che dico su Tv2000 che non direi altrove. Non mi piace condurre ma lo faccio”

Il giornalista e direttore creativo di Tv2000 è tornato anche sul famoso caso del fuorionda con un attivista del Movimento 5 Stelle: “Spiegavo che Piazzapulita aveva problemi con i politici proprio perché faceva domande scomode ma questo concetto non era passato”.

pubblicato 22 Maggio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 14:37

A partire dal prossimo 25 maggio, ogni lunedì, alle ore 21:05 su Tv2000, andrà in onda Beati Voi, il nuovo programma ideato e condotto da Alessandro Sortino, giornalista, vicedirettore e direttore creativo del canale della Conferenza Episcopale Italiana.

Beati Voi è un programma che tratterà le Beatitudini Evangeliche, una parte del Discorso della Montagna di Gesù, riportata dal Vangelo secondo Matteo e dal Vangelo secondo Luca, raccontando storie e testimonianze di persone che condivideranno il loro modo di vivere e interpretare gli insegnamenti evangelici.

Blogo ha intervistato Alessandro Sortino che ha descritto il programma nel dettaglio, facendo due esempi concreti. Il giornalista, ex Iena ed ex inviato di Piazzapulita, ha anche parlato del suo ritorno davanti alla telecamera e di alcune polemiche riguardanti il suo passato, in primis il famoso fuorionda riguardante Grillo e Renzi.

Questa è l’intervista.

Beati voi è un programma che attualizzerà le beatitudini evangeliche, raccontando la realtà e la società di oggi. Può farci un esempio concreto?

In “Beati i poveri…”, ad esempio, parleremo del fatto che nonostante ci sia la crisi, aumentano i ricchi e aumentano i poveri, quindi, affrontiamo questa stranezza e affrontiamo il tema della massa di liquidità che incombe sull’economia. Dimostriamo che il problema non è tanto il rapporto tra impresa e lavoro ma anche l’imprenditore che è schiacciato da questa massa di liquidità che estrae valore e lo porta chissà dove. Da questo, arriviamo a dimostrare che l’impoverimento, anche a causa delle differenti crescite demografiche, è una prospettiva molto concreta per l’Europa e che quindi, imparare ad includere gli altri nel proprio sguardo, arricchirsi socialmente, è un modo per farcela. I miei figli vivranno in una situazione di maggiore povertà, quindi se non parleranno la lingua dell’altro, se non saranno capaci di includere e di farsi includere, di chiedere o di dare, vivranno in una società molto difficile. Le persone che oggi sono “beati” perché hanno scelto la povertà, permettono di dare una chiave di trasformazione della società in cui il valore dei beni comuni permette di contrapporsi all’apocalisse finanziaria delle disuguaglianze in cui stiamo precipitando. Questo è il primo esempio. Un altro esempio è il seguente: nella beatitudine “Beati i miti perché erediteranno la terra”, si collega la mitezza alla terra. Noi abbiamo fatto un’inchiesta sull’inquinamento di Brescia: lì hanno talmente l’industria dentro che hanno il doppio dell’inquinamento della Terra dei Fuochi e più di Taranto, ma nessuno protesta. Quella non è la mitezza, perché le persone si ammalano, si tratta di quieto vivere. La mitezza è una forma di azione, di modo di agire, nella società che non risponde al male con il male ma al male con il bene. Questo vale anche per ereditare la terra in senso concreto, per restituire la terra alla sua funzione di nutrire e di essere abitata, cosa che oggi le persone che vivono nella Terra dei Fuochi non possono più fare. Sono diseredati proprio perché hanno avuto una mitezza sbagliata.

Questo programma è stato influenzato dal contesto lavorativo dove ti trovi attualmente? Nel senso, se tu fossi a La7 o a Mediaset, ti sarebbe venuto in mente un programma di questo tipo?

A La7 un programma sulle beatitudini non me l’avrebbero fatto fare! Anche se Benigni ha fatto I dieci comandamenti ma Benigni è più bravo di me! Comunque sì, io avrei fatto le Beatitudini anche altrove, non c’è niente di quello che dico su Tv 2000 che non direi altrove.

E’ provocatorio dire che questo programma mette anche un po’ in discussione i valori della cristianità enunciati da Gesù nel Discorso della Montagna?

Non è una questione di mettere in discussione, l’approccio è un altro, l’approccio è quello di mettere in circolo. Quando si parla di valori si esprime una concezione normativa, di morale e di etica, mentre secondo me il Vangelo non ha un approccio etico ma si fonda tutto sulla relazione, sull’avvenire di un cambiamento dentro di te. Io non ho le risposte, cerco di far accendere delle scintille, dei dubbi, non sul Vangelo ma sui modi di vivere delle persone. Non sono né un teologo, né un prete, né sono sicuro che lavorerò tutta la vita per Tv 2000, nè farò per sempre il conduttore. Ho fatto questa cosa, poi vedremo.

Come mai hai voluto prenderti un periodo di pausa dallo schermo?

Non è la prima volta che mi prendo una pausa. Io comunque non volevo nemmeno tornare davanti alle telecamere. Io ho questo limite. A me non piace stare davanti alle telecamere ma lo faccio. Non ne sento il bisogno. E’ un limite. Quelli che hanno questa vocazione, combattono di più e forse sono anche più bravi. Io considero questa cosa come un “incidente”. Non lo dico per finta umiltà, io sto male quando mi rivedo, quando monto i servizi. Nei servizi, in qualche modo, mi ci ritrovo di più.

Riguardo le polemiche del passato, da Le Iene fino al video del Movimento Cinque Stelle, quale la tua posizione attuale visto che non c’è stata finora una replica?

Io stavo provando a spiegare al militante del Movimento 5 Stelle che il motivo per cui una persona è invitata o non è invitata in un talk show è la sua capacità di fare ascolti. Questa cosa, che è la prova che avevo ragione, è stata dimostrata anche dal fatto che Beppe Grillo è andato da Vespa! Gli stavo dicendo anche, ma è stato tagliato dal video, che siccome Piazzapulita non è esclusivamente un talk ma fa anche inchieste, i politici ci vengono molto più malvolentieri. Loro si lamentarono del fatto che Renzi andava in tv e Grillo no, io risposi che il modo migliore era mandare Grillo in tv perché se Grillo va in tv, stai sicuro che poi lo vogliono tutti. La gestione sapiente di Battista e degli altri ha dimostrato che le cose sono andate come ho detto io ma non c’è nulla di male. Spiegavo al ragazzo che si lamentava che la cosa migliore era mandare Grillo in tv. Cosa che, infatti, hanno fatto. Non c’è nessuna polemica, saluto con affetto quel ragazzo al quale stavo solo spiegando meccanismi televisivi uguali in tutto il mondo. Poi, che ci siano troppi talk show e che non se ne può più mi pare evidente! Parte del M5S ha criticato l’abuso del talk show e lo stesso M5S non mi sembra tanto deciso: ogni tanto ci vanno, poi ci ripensano… Renzi viene invitato perché funziona, Grillo funziona altrettanto, se non di più. Se Grillo volesse pareggiare le apparizioni, dovrebbe soltanto alzare il dito e lo prenderebbero tutti ma a Piazzapulita, a causa dell’attività giornalistica che viene fatta (e ci siamo occupati spesso del M5S), i leader ci vengono con più preoccupazione, meno volentieri. Per questo, Piazzapulita dovrebbe essere il programma preferito dal Movimento 5 Stelle ma non lo è perché ci siamo occupati anche di loro.

Da quel video, veniva fuori un messaggio del tipo “Teniamo buono quel politico con domande non troppo cattive così poi ritorna”… La polemica fu questa.

Al ragazzo, spiegavo, ma la cosa è stata tagliata, che Grillo venne ad una puntata di Exit dedicata alla privatizzazione dell’acqua, si rifiutò di rispondere alle domande sull’acqua, che era il suo tema, e fece una polemica per mettere in discussione La7 e Telecom. Gli raccontavo questo episodio tragico perché noi avevamo fatto un’inchiesta bellissima sull’acqua. Piazzapulita ha il problema opposto: siccome fa domande, spiegavo che in un programma fondato sugli ospiti, il successo di un programma dipende dalla quantità di ospiti che ci vengono, se viene un ospite e gli fai una trappola, quello non ci viene più. Cosa che è successa a Piazzapulita che, poiché fa domande, gli ospiti non ci vengono. Questa cosa l’ho detta solo per spiegare un meccanismo evidente, meccanismo ancora più evidente dalle domande che sono state fatte a Grillo da Vespa. Non gli sono state fatte le domande peggiori che si potessero fare. Sono state fatte domande che mantenessero un rapporto con lui. Se tutti i programmi tartassassero gli ospiti, come vogliono i militanti grillini, quelli non ci vengono più e la volta dopo, quindi, il programma non lo fai. A Piazzapulita, infatti, i 5 Stelle non vengono. A dimostrazione che quello che dicevo è vero. Come mai i 5 Stelle non vanno da Formigli? Perché Formigli si comporta in maniera opposta al meccanismo che io spiegavo. In breve, spiegavo: 1, i talk sono fondati sugli ospiti, 2, il modo migliore per pareggiare la presenza in tv è di andarci, aggiungendo che l’atteggiamento accomodante su Renzi sarebbe stato replicato con Grillo perché Grillo fa ascolti, 3, Piazzapulita ha problemi proprio perché fa le domande. Questo ultimo concetto non è passato. Piazzapulita ha problemi con Renzi, Grillo e tutti gli altri. Formigli, le domande le fa e ha sempre l’inchiesta. Questo fa sì che gli ospiti vanno in talk show dove c’è un atteggiamento diverso e fanno più fatica a confrontarsi in un talk show dove le domande le fanno. A prova di ciò, i 5 Stelle vanno dappertutto tranne che lì. Cercavo di aiutare quel ragazzo ad alzare lo sguardo, a non pensare che il giornalista è sempre quello che punta il dito, altrimenti i talk show durerebbero una puntata sola. I 5 Stelle, infatti, non ci vanno più. Ci vuole un modo, che Formigli non ha abbastanza, di mediare. Se una puntata di un talk show parla di occupazione, si fa la domanda sull’occupazione. L’intervista non è un processo costante all’intervistato. Dipende da quello che tu fai. Altrimenti a Grillo, uno gli dovrebbe fare sempre la domanda sull’omicidio colposo e sarebbe una cosa assurda. Secondo quella logica, però, i giornalisti dovrebbero fargli sempre quella domanda. Questi programmi sono mezzi giornalistici e mezzi show, sono show fondati sul talk e il talk si fa con qualcuno che parla, quelli che parlano devono tornarci, se tu lo massacri ogni volta che viene, quello non ci torna più, e infatti a Piazzapulita non tornano. Quando Grillo andò a Exit, invece di rispondere alle domande che facevamo, criticò il programma che fece l’inchiesta ante litteram proprio sulla cosa principale che diceva lui. A Grillo, non glie n’è fregato nulla di tutti i giornalisti che fecero l’inchiesta, venne a parlare di Tronchetti Provera quando noi stavamo parlando dell’acqua sulla quale avevamo fatto l’inchiesta. Grillo non ha risposto su quella cosa. Secondo quella logica, è come se a Renzi non gli dovessi chiedere dell’argomento per il quale l’ho chiamato ma gli dovessi fare l’elenco di tutti i suoi peccati. I grillini, invece, volevano proprio questo. Io, nella vita, ho fatto solo domande scomode, lo chiedevano a me che nella vita ho avuto qualche problema per colpa delle domande scomode. La realtà è fatta di testate e uffici stampa. Il M5S è il più attrezzato in questo campo, si informano, contestano quando una cosa non gli va bene, sono attentissimi. Grillo, sulla base del ragionamento di quel ragazzo, da ospite, ha criticato la trasmissione che era d’accordo con lui e che aveva fatto l’inchiesta su quello che diceva lui ossia la privatizzazione dell’acqua. Lui se n’è fregato perché doveva parlare male di Tronchetti Provera, con il risultato di danneggiare il lavoro dei giornalisti. Dicevo che era una follia andare in giro con questi capi di imputazione ma dicevo anche che a Piazzapulita i politici non ci vengono. Ma questo nel video non c’era. Ma io non protesto e non rispondo. Cercavo di spingere quel ragazzo verso una consapevolezza che oggi i 5 Stelle hanno raggiunto tant’è che gestiscono le loro ospitate televisive con corrispondenza a questi principi.

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