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TvBlog consiglia: Fringe, da stasera su Italia 1 (il vero erede di Lost?)

Finalmente anche in Italia arriva “Fringe”: la nuova serie di J.J. Abrams (“Alias” e “Lost”), scritta con Alex Kurtzman e Roberto Orci -“Transformers”- partirà su Italia 1 da stasera alle 22:05, subito dopo “Dr. House”, con due episodi a settimana. Il pilot in onda stasera è costato ben 10 milioni di dollari, diventando uno dei

pubblicato 9 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:50

Finalmente anche in Italia arriva “Fringe”: la nuova serie di J.J. Abrams (“Alias” e “Lost”), scritta con Alex Kurtzman e Roberto Orci -“Transformers”- partirà su Italia 1 da stasera alle 22:05, subito dopo “Dr. House”, con due episodi a settimana. Il pilot in onda stasera è costato ben 10 milioni di dollari, diventando uno dei numeri zero più costosi della televisione americana.

In onda sulla Fox, rete che negli anni ’90 lanciò il cult “X-Files”, “Fringe” è nato proprio con le intenzioni di catturare lo stesso pubblico di Mulder e Scully, proponendo una serie di casi raggruppabili nella cosiddetta “fringe science”, la “scienza di confine”, che cerca di spiegare fenomeni apparentemente paranormali.

La Divisione Fringe, voluta dall’agente speciale Broyles (Lance Reddick, Abbadon in “Lost”) nasce quando l’agente dell’Fbi Olivia Dunham (Anna Torv, australiana vista ne “Le sorelle McLeod” e prossimamente in “The Pacific”) inizia ad indagare su uno strano caso che coinvolge un aereo di linea ed i suoi passeggeri, e che vedrà partecipare anche il suo collega e fidanzato John (Mark Valley, che nella realtà ha sposato la Torv qualche mese dopo).

Fringe

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Anna Torv

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Per risolvere il caso, Olivia ha bisogno di un esperto in materia scientifica e paranormale. Le indagini la portano a Walter Bishop (John Noble, Denethor ne “Il Signore degli anelli”), scienziato impegnato in passato in esperimenti a cura del Governo e che, segnato da un progetto fallito, è stato rinchiuso in un centro d’igiene mentale.

Olivia, per avere il permesso di far uscire Walter, deve rintracciare l’unico possibile tutore dell’uomo, ovvero il figlio Peter (Joshua Jackson, Pacey in “Dawson’s creek”), ragazzo dall’alto quoziente intellettivo che non parla più col padre da anni.

Il trio, al quale si aggiunge l’assistente Astrid (Jasika Nicole), dalla risoluzione di un unico caso passerà al lavoro serrato in giro per l’America, dove di fatti inspiegabili ne accadono parecchi: da persone intrappolate in una specie di resina all’interno di un bus, a serpentoni giganti che si aggirano per i parchi giochi, passando per insetti assassini.

La Divisione Fringe dovrà spesso vedersela con la multinazionale Massive Dinamics, e in particolare con l’amministratrice Nina Sharp (Blair Brown), la quale pare avere molte più informazioni di quelle che dice di sapere.

Ci riferiamo in particolare allo “Schema”, una serie di eventi che porteranno a qualcosa di veramente imponente, e su cui Olivia è chiamata ad investigare. Ovviamente, prima di giungere a qualche rivelazione importante, dovremo incontrare vari personaggi e situazioni.

Come promesso da J.J. Abrams, “Fringe” si fa seguire anche da chi non ha visto ogni episodio: le puntate autoconclusive permettono di non perdere il filo del discorso, anche se la linea gialla della serie viene comunque portata avanti nel corso della stagione.

Amato da molti fin da subito, questo telefilm non è il nuovo “X- Files”, ma propone casi altrettanto interessanti ai quali, però, viene sempre data una spiegazione (più o meno) razionale. Il mix tra azione e fantascienza è quindi ben realizzato, anche se si percepisce che il progetto voluto dagli autori è solo all’inizio.

“Fringe” è una serie alla quale ci si affeziona con calma: la prima stagione serve a preparare il terreno a fatti più interessanti, all’evoluzione dei personaggi ed ai loro colpi di scena. Proprio in virtù di questa “pazienza” richiesta ai suoi telespettatori, accompagnata da una campagna di marketing che fa molto leva sul pubblico più giovane e frequentatore di internet, si potrebbe dire che “Fringe” sia il vero erede dell’altra serie cult che ha fatto del mistero la sua colonna portante, ovvero “Lost”.

L’uso di immagini promozionali enigmatiche (e ricche di indizi, secondo gli autori) e l’inserimento, tra una scena e l’altra, di strani simboli che compaiono per pochi secondi, oltre alla firma di Abrams stesso, ci portano a pensare che sia questa la serie che abbia sfruttato al meglio l’esperienza dello show della Abc a proprio vantaggio. Non è un caso che, tra le tante ipotesi sul finale di “Lost”, ne circolassero alcune collegate proprio a “Fringe”, definendolo un suo spin-off in incognito. Non siamo a questi livelli, ma sicuramente il telefilm della Fox si può definire molto più vicino a “Lost” di quanto lo sia “FlashForward”, indicato dalla Abc come ideale successore della serie del decennio passato.

E’ un peccato, dunque, che la seconda stagione ora in onda in America non sia seguita tanto quanto la prima. Complice, l’abbiamo già detto altre volte, la collocazione del giovedì sera, quando vanno in onda telefilm molto più popolari.

Con la conferma dell’arrivo di una terza stagione -composta da altri 22 episodi- non ci resta che sperare che “Fringe” abbia una collocazione migliore in America (e, perchè no, una messa in onda italiana un po’ più tempestiva). Ora che la storia comincia ad ingranare, sarebbe un peccato vedere sprecato un telefilm così originale.



Fringe
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Anna Torv
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Anna Torv
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Anna Torv
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Anna Torv
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