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The 4400

Presto in onda su RaiDue, The 4400 è una serie tv dal destino piuttosto singolare. Una prima stagione di soli 5 episodi, un grande successo di pubblico e critica – nonostante il low budget (che si palesa in particolare in alcuni effetti speciali dei pilot) – e una seconda stagione di 13. La season premiere

9 Dicembre 2005 01:30

Presto in onda su RaiDue, The 4400 è una serie tv dal destino piuttosto singolare. Una prima stagione di soli 5 episodi, un grande successo di pubblico e critica – nonostante il low budget (che si palesa in particolare in alcuni effetti speciali dei pilot) – e una seconda stagione di 13. La season premiere di season 3 è attesa negli States per l’estate del 2006. Nel frattempo, ce ne parla il nostro esperto di serie tv, Marcus Daly.

Ammetto di essermi avvicinato a questa serie in quanto orfano di Lost. O per meglio dire in crisi di astinenza, in attesa degli episodi della seconda stagione (che riprenderanno a gennaio 2006, ndr)
Ma veniamo a THE 4400. Ad attirare la mia attenzione su questa serie è stata la lettura del concept, a mio avviso davvero intrigante:

“Negli ultimi 60 anni, 4400 persone sono state rapite. Tutti quanti sono ritornati, senza alcun ricordo di dove fossero stati. Non sono invecchiati di un solo giorno, e qualcuno è tornato con nuove abilità. Tutti stanno provando a ricollegarsi con una vita interrotta. Non sono una minaccia. Sono la salvezza. Il mondo dovrà venire a patti con loro”.



Dalle frasi scritte sopra si intuisce che “The 4400” è solo apparentemente una serie di fantascienza, il telefilm in realtà affronta un argomento ben più interessante. Ovvero la difficile coesistenza sociale di un gruppo di “ritornati” (per di più con nuove capacità intellettive) all’interno della società. La prima puntata, di grande forza evocativa, mostra alcuni di questi rapimenti (in varie epoche storiche, nell’arco appunto di sessant’anni) e la ricomparsa, contemporanea, dei 4400 di cui al titolo in una radura nelle foreste dei dintorni di Seattle. Per molte di queste persone, soprattutto per quelle rapite negli anni più a ritroso, il reinserimento nel loro ambiente risulta essere alquanto traumatico ed improbabile (come può uno rapito nel 1951, tornato come se per lui non fosse passato un solo minuto, riprendere la vita di tutti i giorni con la famiglia quasi totalmente scomparsa e la casa abbattuta per far posto ad un’autostrada?).

Le autorità, spiazzate di fronte all’evento, dapprima tengono i 4400 in quarantena, in un’enorme base militare, sottoposti ad ogni sorta di visita medica e psicologica. Poi, quando dai risultati non traspare nulla di rilevante, ed anche in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica, che all’inizio considera i 4400 vittime innocenti di una tragedia indipendente dalla loro volontà, il governo è costretto a lasciarli liberi, con l’unica clausola di rendersi reperibili per controlli periodici.

Ben presto, però, i 4400 cominciano ad essere considerati diversi e indesiderabili, soprattutto quando alcuni di loro manifestano capacità razionalmente inspiegabili e potenzialmente pericolose (come forza sovrumana, telecinesi, facoltà premonitive). Alcuni fanatici cominciano a perseguitarli, ad additarli come “mostri”, e per loro la vita quotidiana diventa ingestibile. Ma i misteri che la serie semina di puntata in puntata sono molteplici ed interessanti: chi li ha rapiti? Perché sono tornati tutti insieme? Come mai posseggono poteri straordinari? Dove sono stati e perché non ricordano nulla?

Alcuni dei 4400, dotati di carisma e leadership, si convincono che solo l’unione e la mutua solidarietà può salvarli dal linciaggio collettivo. Nasce così un sobborgo abitato solo da “ritornati”, in cui poter vivere in sicurezza e sviluppare le proprie facoltà per fare del bene. Ben presto tale movimento viene considerato alla stregua di una setta, e i 4400 sono costretti a difendersi da un generalizzato sentimento di ostilità. Eppure quelle straordinarie capacità di cui sono dotati, a detta dell’agenzia governativa che si occupa di loro, non sono casuali. Hanno uno scopo ben preciso, che potrebbe avere come obiettivo finale la salvezza dell’umanità. Alcuni ricercatori scoprono infatti che tali capacità danno luogo ad eventi che, collegati tra loro, determinano un “effetto di rimbalzo” (meglio noto come “butterfly effect”) che dà luogo ad un disegno preciso, per quanto imperscrutabile.

A fare da collante alle storie dei 4400, una coppia di investigatori (uomo e donna) che si occupa di loro, e che ha fatto paragonare la serie ad “X-Files“, per quanto a mio avviso “The 4400” sia molto più interessante.

Non mi dilungo oltre per non anticipare troppo a chi vorrà seguirla, ma “The 4400” affronta argomenti che non è esagerato definire filosofici, oltre alla sua chiara allusione al rapporto tra privilegiati e diseredati nelle società moderne.
La prima stagione, curiosamente costituita da cinque episodi, e la seconda, di 13, sono andate in onda sul canale via cavo USA Network. In Italia la serie è stata acquistata da Rai Due, ma gli episodi (come pure i sottotitoli in italiano) sono ampiamente disponibili sul mulo, per chi ha voglia di guardarseli prima dell’imprecisata programmazione.

Il bel sito ufficiale – “The 4400” su tv.com]