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SuperQuark, il giubileo di (Re) Piero Angela

In Rai dal 1952 Piero Angela festeggia il giubileo di platino con una nuova edizione di SuperQuark. e con un omaggio agli insegnanti, “nostri grandi alleati”.

7 Luglio 2022 17:16

SuperQuark è tornato su Rai 1 per un nuovo di appuntamenti estivi, in onda mercoledì alle 21.25. A condurlo non poteva che esserci lui, Piero Angela, 93 anni di immarcescibile amore per la divulgazione che traspira senso di ‘missione’ da ogni cambio di tono nel parlato, da ogni gesto che rimanda alla grazia di un direttore d’orchestra, tutti elementi utili ad accompagnare il pubblico alla visione del nuovo documentario o nei meandri di una nuova scoperta. Abbandonata da qualche tempo la seduta a cubo che faceva ‘modernità’ nel paludato contesto degli esordi e ora ‘sostenuto’ da una solida scrivania da decano, Piero Angela appare ancor più minuto in una giacca che sembra troppo grande per lui, ma non ha perso un grammo di quella sua capacità di modulare la voce per creare interesse, neanche un pizzico di quell’energia placida e di quella luce travolgente negli occhi che ne ha caratterizzato lo stile per 70 anni.

Il giubileo di un gigante

Eh sì, perché Piero Angela è ‘uomo Rai’ da 70 anni, da prima che nascesse la tv. Lo ha ricordato proprio in apertura del nuovo ciclo di appuntamenti per la prima serata del mercoledì di Rai 1 con una brevissima “comunicazione di servizio” che però è già nella storia della tv (e che potete rivedere integralmente, con tutta la prima puntata, su RaiPlay).

“Qui in studio, a fine registrazione, faremo un brindisi […] perché se è vero che la regina Elisabetta ha festeggiato il suo Giubileo di 70 anni, beh, anche noi, molto più modestamente, festeggiamo 70 anni. Io, in particolare, con il programma di oggi lavoro ininterrottamente per la Rai da 70 anni. Dal 1952, quando non c’era ancora la televisione. E siccome stiamo insieme da così tanto tempo mi sembrava giusto dirvelo”.

(E il plurale majestatis usato all’inizio in chiave di modestia è perfetto anche nella pienezza del suo significato).

 

Se è possibile, però, il breve discorso agli italiani di (Sua Maestà) Piero Angela per il suo Giubileo radio-tv Rai ha una parte ancora più significativa e viene subito dopo. È in quel moto di riconoscenza, di stima, di vicinanza agli insegnanti e all’istituzione scolastica nel suo complesso, mai tanto vilipesa come negli ultimi anni. Nell’annunciare che sono state realizzate, oltre alle nuove puntate di SuperQuark+, anche 16 puntate da 30′ sui grandi temi di attualità (dall’energia all’ambiente, dal clima all’AI) raccolte sotto il titolo di Prepararsi al futuro (in onda in autunno) fa sapere, infatti, che queste saranno disponibili anche per le scuole. Un avviso che da una parte ci riporta quasi ai tempi analogici delle vhs per esclusivo uso didattico, a quelle collane Rai-Eri destinate ai vari ordini scolastici, ma che dall’altra parte fa trasparire tutto l’affetto, la vicinanza e l’ammirazione di Angela per uno di quegli ecosistemi che rischiano l’estinzione, proprio uno di quelli che il programma racconta fin dai suoi esordi.

“Gli insegnanti, nostri grandi alleati, a volte utilizzano i nostri filmati per fare lezione. Se ce ne sono in ascolto, sappiano che ci sarà questa nuova opportunità”.

Credo che gli insegnanti non si sentano chiamare “alleati” da un bel po’.

SuperQuark

SuperQuark, il valore della tradizione

Torniamo però al programma.

La scenografia, gli effetti, i testi, la colonna sonora, la costruzione dei servizi, il tono e l’impostazione della voice over: tutto sembra fermo agli anni ’80. C’è una rinfrescata generale, certo. C’è un certo adeguamento ai tempi, ma ha sempre un po’ il sapore del passato. Un po’ come nei salotti delle nonne che cercano di adeguarsi agli stili che cambiano, arrivando però sempre una decina di anni in ritardo. Ma non importa, anzi è ormai uno stilema, un elemento che ci proietta immediatamente nel programma, come una madeleine di Proust. E come accade con i salotti delle nonne, c’è un legame di affetto che talvolta va al di là dell’interesse e per piacere per le ‘storie’ raccontate in quel salotto.

SuperQuark non tradisce. C’è tutto quello che abbiamo imparato a conoscere in decenni di trasmissione. Ci sono i documentari della BBC, ogni anno qualitativamente più incredibili, con riprese, immagini, fotografia degni della migliore cinematografia. Il tema scelto per l’esordio è di quelli che strizzano l’occhio al pubblico più pop, ovvero Il gioco della seduzione nei mari: un argomento sempre buono per attirare la curiosità dei grandi e anche dei più piccoli, considerato che tra linguaggio, immagini e montaggio è sembrato di vedere un film Disney. Ma neanche le colonne sonore di quei film possono competere con l’uso delle musiche in questo primo doc: costruiscono il racconto più del testo. Una vera meraviglia.

E a proposito di meraviglie, c’è anche Alberto Angela, capace di affascinare nei formati brevi così come nelle monografiche da prima serata. In poco meno di 10 minuti confeziona un viaggio nel tempo di 300.000 anni mostrandoci fossili dal cimitero degli elefanti antichi, ovvero dalla Polledrara di Cecanibbio, poco distante da Roma, che personalmente non avevo mai sentito nominare. E dopo decenni di programmi di divulgazione, riuscire a portare al pubblico qualcosa di inedito è una qualità senza prezzo. Improvvisamente ci ritroviamo in un giorno qualunque di 300.000 anni fa – ricostruito con una grafica da anni ’90 che, come dicevamo, è stilema di SuperQuark e marca la differenza con altri prodotti divulgativi di prima serata – girando con Alberto Angela tra fossili indistinguibili che però ci illustra con dovizia di particolari per farci riconoscere elefanti di diversa stazza, volpi, denti di bambini preistorici. Dal momento che è difficile cogliere i tratti distintivi di quel che racconta con assoluta scioltezza, vien da pensare che seguirlo sia un atto di fede. Potrebbe dirsi un ossimoro per un programma che è la quintessenza della divulgazione scientifica., ma non è così. Di Quark, di SuperQuark, di Alberto Angela e di Piero Angela ci siamo sempre fidati. E non siamo stati mai traditi.

Ad majora semper, nostro imperatore della conoscenza. E quando, tra mille anni, si penserà a come omaggiarlo, ci vorrà minimo una statua equestre – come nello stile dei grandi conquistatori della storia – a Viale Mazzini. E almeno uno spazio nell’universo che porti il suo nome.

 

 

 

Alberto AngelaSuperquark