Home Rai 1 Sul tetto del mondo, la storia di Bonatti e Podestà può andare oltre al docu-fiction: la recensione

Sul tetto del mondo, la storia di Bonatti e Podestà può andare oltre al docu-fiction: la recensione

Ricostruzione attenta, ma che nel suo formato, che unisce testimonianze e fiction, fa pensare che forse sarebbe stato meglio un film-tv…

12 Settembre 2021 23:26

Cosa c’è sul tetto del mondo? C’è un’impresa, un esploratore solitario ed il bisogno sopito di essere capito non da tutti, ma da una persona sola: la sua anima gemella. La docu-fiction di Raiuno (anche su RaiPlay) racconta tutto questo, alla vigilia del decennale della scomparsa di Walter Bonatti, avvenuta il 13 settembre 2011.

O almeno ci prova. La relazione tra Bonatti e Rossana Podestà è così ricca di aneddoti e spunti che condensarli in un film-tv era un’impresa davvero difficile. Forse anche per questo la Stand By Me (che ha prodotto la docu-fiction in collaborazione con Rai Fiction) ha optato per il formato documentaristico misto a quello della ricostruzione.

Il risultato, va detto, lascia un po’ perplessi: non chiaramente per la qualità delle testimonianze riportate, né per il lavoro svolto da Alessio Boni e Nicole Grimaudo. Il rischio, quando si fa una docu-fiction, è quello di ritrovarsi a spiegare tutto, anche negli inserti di ricostruzione. Ed è un po’ quello che succede in questo caso: la parte fiction non riesce a svolgere il suo compito di collante tra una testimonianza e l’altra o tra un materiale d’archivio e l’altro, ma finisce essa stessa per diventare spiegazione.

Sul tetto del mondo mantiene sì il suo obiettivo originario di rendere omaggio a Bonatti, Podestà ed alla loro storia d’amore, ma perde nel fascino che avrebbe potuto avere se il progetto fosse stato pensato diversamente. In altre parole: un vero e proprio film-tv dedicato alla coppia, che ne raccontasse l’evoluzione anche tramite l’ossessione di Bonatti per la vicenda del K2.

Forse se ne sarebbe perso in veridicità, ma ci sarebbe stato un guadagno in termini di resa e di coinvolgimento con il pubblico. Stand By Me ci ha abituato a raccontare i fatti reali in formato narrativo, costruendo produzioni sempre attente alla verifica delle fonti. Sul tetto del mondo rispetta questo canone -seguito sempre anche da Raiuno-, ma forse per una volta sarebbe stato meglio intraprendere un’altra strada.

E chissà che, come ci disse durante la presentazione della docu-fiction il regista Stefano Vicario (che di Podestà è il figlio), un giorno Walter Bonatti e Rossana Podestà non abbiano una miniserie tutta dedicata a loro. Un’impresa, forse, ma ne varrebbe la pena.

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