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Squadra antimafia- Palermo oggi, su Canale 5 due donne protagoniste per raccontare il dopo-Provenzano

Due donne, due amiche, che si ritrovano dopo anni ed inconsapevolmente ancora non sanno di doversi mettere l’una contro l’altra, sullo sfondo di una Palermo bella e dannata, e di una mafia che si rinnova anno dopo anno. E’ questa la premessa della nuova serie che Canale 5 manderà in onda da stasera, “Squadra antimafia-

31 Marzo 2009 09:00

Squadra antimafia-Palermo oggi
Due donne, due amiche, che si ritrovano dopo anni ed inconsapevolmente ancora non sanno di doversi mettere l’una contro l’altra, sullo sfondo di una Palermo bella e dannata, e di una mafia che si rinnova anno dopo anno. E’ questa la premessa della nuova serie che Canale 5 manderà in onda da stasera, “Squadra antimafia- Palermo oggi”, per sei prime serate.

Protagoniste della nuova fiction Taodue, girata da Pier Belloni, sono appunto Claudia Mares (Simona Cavallari) e Rosy Abate (Giulia Michelini). La prima, trasferitasi anni prima a Roma e diventata vice questore, torna in Sicilia su richiesta del collega Stefano Lauria (Massimo Poggio), a capo di un reparto speciale anti mafia, che però viene ucciso prima che possa incontrarla e dirle cosa ha scoperto.

Toccherà a lei venire a sapere che Lauria stava indagando sulla famiglia Abate, e quindi su Rosy che, tornata nel frattempo a Palermo da New York per sposarsi, è ignara degli affari di famiglia gestiti dai suoi fratelli. Claudia e Rosy, ora, legate da un tragico evento passato, dovranno lottare l’una contro l’altra, ognuna per difendere il proprio mondo.
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Sullo sfondo, come detto, una Palermo popolata ancora dalla mafia, che si annida dietro lo splendore di una città tanto antica quanto non ancora libera di esprimere tutta la sua magia. Dopo l’arresto di Bernardo Provenzano, la mafia sta cercando di trovare un nuovo leader: questo potrebbe celarsi dietro i numerosi “scappati”, uomini fuggiti negli anni ’80 per volere dei Corleonesi ed ora di ritorno su autorizzazione dello stesso Provenzano.

Anche questa dura attualità farà parte dei sei episodi di cui è composta la serie, che non presenta, come siamo abituati, dei semplici casi di puntata, ma narra sei differenti parti di un’unica storia, di una lotta tra l’autorità e la criminalità.

Nel cast si notano figure di spicco, come Claudio Gioè, apprezzato protagonista de “Il capo dei capi”, stavolta nei panni del Vice Questore Ivan Di Meo, che collaborerà con la protagonista a fare luce sull’indagine lasciata aperta da Lauria. Oltre a lui, ad aiutare Claudia ci sarà la squadra “Duomo”, quella che arrestò Provenzano, composta da Alfiere (Ninni Bruschetta), Africa (Marco Leonardi), Gigante (Lele Vannoli) e Viola (Silvia De Santis). Anche all’interno della squadra stessa, però, i dissidi ed i momenti di tensione, così come quelli d’affetto, non mancheranno.

Può risultare ripetitivo o banale, cercare di raccontare una storia come questa, per via del tema molto delicato ed allo stesso tempo per paura di cadere nei soliti clichè della Palermo “solo mafiosa”. A questo proposito, il regista Belloni ha voluto chiarire il suo punto di vista nelle note di regia della presentazione della serie:

“In un momento storico in cui la globalizzazione ha omologato tutto nascondendo le origini delle città, Palermo oggi sembra ancor più essere la terra di nessuno e, nonostante appaia bellissima perché difende il suo folklore, risalta la sensazione che sia governata da una forma di giustizia primitiva. L’immagine più emblematica di Palermo è proprio quella dei suoi famosi mercati dove colori e profumi di spezie si mischiano a gente che urla, motorini che passano, pesci sventrati, pani e panelle, polpi bolliti e un gran movimento intorno, tanto che sembra un set concepito per coprire altre storie fatte di pizzo e pizzini, ricatti, sequestri, intercettazioni, infiltrati, collusi e corrotti. Qualche nostalgico sostiene che la vecchia Mafia era buona perché perlomeno aiutava la povera gente, quindi in qualche modo si sostituiva allo stato, da Riina in poi tuttto è cambiato degenerando.

(…) Il genere è dettato dal titolo, ma la mafia è talmente diramata negli argomenti che permette di passare dal poliziesco al drammatico fino all’action pura e, cercando di rispettare la credibilità della storia, gli attori si sono calati generosamente nei disegni dei personaggi regalando ognuno qualcosa della propria umanità. La reazione che mi hanno personalmente suscitato è quella di grande empatia e identificazione anche con personaggi apparentemente mostruosi che sono lontani nelle grandi azioni ma vicini in quelle di tutti i giorni e nei sentimenti universali come l’amore”.

Azione e sentimento, ancora una volta, s’intrecciano per un poliziesco che sulla carta si promette interessante sia dal punto di vista stilistico che contenutistico. La mafia raccontata attraverso gli occhi di due donne potrebbe essere quel quid che salverà “Squadra antimafia-Palermo oggi” dalle avvisaglie di già visto o prevedibile.


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