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Senza Peccato, Milo Infante a Tvblog: “Facciamo raccontare ai ragazzi le proprie esperienze di vita senza giudicarli”

Tutto quello che c’è da sapere su Senza Peccato dalla voce diretta di Milo Infante

pubblicato 5 Settembre 2014 aggiornato 2 Novembre 2020 10:11

A margine della conferenza stampa di presentazione di Senza Peccato, abbiamo incontrato Milo Infante per approfondire aspetti inediti del programma che partirà martedì 9 settembre 2014, a mezzanotte, su Raidue per quattro appuntamenti imperdibili.

Ciao Milo. A chi è rivolto sostanzialmente questo programma? Soddisfatto della collocazione in tarda serata?

Andiamo in onda a mezzanotte. Io a quell’ora, l’ho detto in conferenza stampa e al direttore, già dormo (ride, ndb). Avendo il bambino piccolo io vado a letto alle 23 per, poi, svegliarmi alle 2 di notte. Teodoli ha ragione quando parla di collocazione estremamente difficile per un certo tipo di prodotto rispetto alla prima serata che, come sappiamo, dura fino alle 23/23:30. Per ora, cominciamo così. Vediamo se questo programma sarà all’altezza delle aspettative dei telespettatori di Raidue che, come dicevi, non è composto solo da ragazzi ma anche dai loro genitori. L’abbiamo detto… raccontiamo un momento della vita dei nostri figli in cui si chiude la porta della propria camera (la vera rappresentazione dell’adolescenza). Noi cerchiamo di aprirla. Vediamo cosa c’è dentro.

Quale è la cifra stilistica che distingue il tuo programma da quelli che, in passato, hanno già affrontato inchieste sul mondo dei giovani?

Noi facciamo raccontare a loro le proprie esperienze di vita, non li giudichiamo. A me, all’inizio, il titolo non piaceva. Poi, mi son reso conto che incorporava perfettamente questo tipo di idea. Se un ragazzo sbaglia la colpa non è sua ma di chi non è stato in grado di dargli una giusta educazione, un esempio adeguato. Questo è il nostro tipo di approccio. Nessun giudizio, nessun condizionamento, nessuna forzatura nemmeno dal punto di vista dell’immagine. A volte, mi capita di vedere dei prodotti fatti con (e per) dei ragazzi e, poi, ti trovi di fronte a scollature, sederi in vista, inquadrature dal basso con ragazzine che ballano. Tutto questo sembra al limite di un film di Tinto Brass. Queste scene le abbiamo eliminate tutte. Ti faccio un esempio: un filmaker ci ha portato delle interviste a cinque ragazzine… aveva dei concetti interessanti, ben espressi, ma, alla fine, l’abbiamo buttata via perché erano completamente di schiena, in costume da bagno, un’inquadratura non giusta.

Ti riferivi a qualche programma in particolare quando hai espresso il tuo risentimento per chi strumentalizza le storie dei giovani protagonisti… magari a qualche contenitore del pomeriggio?

Nulla in particolare, anche, in prima serata. Non per cattiveria! Ma utilizzano le storie a loro uso e consumo. Sottolineano delle drammaticità che potrebbero sorvolare. Noi abbiamo fatto raccontare i propri racconti senza sottolineare il dolore.

Ti manca il rapporto quotidiano col pubblico?

Il quotidiano mi manca ma il rapporto col pubblico non è mai venuto a mancare. Mi manca, invece, la possibilità di un approfondimento che va oltre una volta a settimana.

Che fine ha fatto il progetto di una trasmissione in prima/seconda serata su Raidue incentrata completamente sui casi di cronaca nera?

Non se puoi darmene tu (ride ndb). Una volta, ho letto che era in cantiere un progetto che trovavo interessante per Raidue, rete specializzata nel crime. Però onestamente nessuno me l’ha mai proposto. E’ una bella idea. La Rai non mi ha mai chiamato, credo che non l’abbiano proposto nemmeno ad altri, forse è scomparso dagli orizzonti. O magari non è mai esistito.

Milo Infante