Home Festival di Sanremo Il logo di Sanremo 2023 è proprio ciò che il festival non merita

Il logo di Sanremo 2023 è proprio ciò che il festival non merita

Dall’euforia per la presentazione dei 22 Big più i 6 giovani che completano il cast di Sanremo 2023, alla delusione per il logo della Kermesse

17 Dicembre 2022 14:09

Ieri sera, terminata la finale di Sanremo Giovani 2022 con gIANMARIA vincitore, abbiamo chiuso gli occhi felici e contenti per aver visto tutto il cast di Sanremo 2023 compresi dei 6 giovani che portano il numero degli artisti in gara a quota 28 (…ok magari non proprio felicissimi visto gli orari tardi che si prospettano, ma è il festivàl).

Tutto bello e tutto meraviglioso, fino a ieri sera. Poi il risveglio. Un risveglio decisamente più traumatico.

Se tra voi lettori ci dovessero essere degli iscritti a Twitter bene, avete letto il titolo e dunque avete già capito dove si va a parare con questo articolo, se invece non avete un profilo attivo su questo social non vi preoccupate, ci pensiamo noi ad informarvi.

Immaginate di aprire la home di Twitter oggi e di scorrere in timeline una sequenza infinita di battute come “No vabè, l’avrei fatto meglio io” per accorgersi qualcosa è successo dopo la diretta, qualcosa che ha fatto storcere il naso non a una, non a due persone, nemmeno a tre, ma a più utenti contemporaneamente.

Si tratta del logo del Festival di Sanremo 2023, i canali social della kermesse infatti hanno pubblicato quello che sarà lo stemma che – salvo ripensamenti e, ripetiamo, salvo ripensamenti – rappresenterà la 73ma edizione in scena dal 7 all’11 febbraio prossimi.

Bene? No. Dispiace scriverlo con tutto l’affetto che rivolgiamo al Festival, con tutta la passione e quel sano feticismo per l’evento che ogni anno ci pervade, ma è proprio per l’amore che proviamo per il Festival che, chi vi scrive, si chiede: il Festival di Sanremo, lo spettacolo più prestigioso ed importante dell’anno, merita questo?

La risposta suona quasi banale, ma stavolta bisogna essere tranchant: No, non se lo merita.

Non ce ne voglia il team dei grafici e la direzione che sicuramente ha avuto le proprie ragioni per dire “sì, questo è quello giusto“, apprezzeranno (o forse no) questa critica, ma signori, parliamo del Festival di Sanremo, non di una serata evento ad un locale con dubbi manifesti affissi in giro per la città creati con Paint. Sanremo ha rischiato più volte di essere presentato con un biglietto da visita che tutto faceva gridare, tranne che “wow“. Vogliamo ricordare il logo del 2018? C’è del masochismo.

Sanremo

Esistono aziende, ma anche kermesse ed eventi minori del Festival di Sanremo che riescono a partorire loghi e grafiche decisamente più originali, con quella cura del dettaglio che per l’occhio diventerebbe un piacere tale da inserire quello stemma sullo sfondo del telefono o persino diventare una gigantografia da esporre in casa, magari al posto dell’albero di natale.

Dunque, perché inciampare nuovamente così? Non siamo più negli anni ’90.

Sanremo 2023, i sindacati protestano contro la Direzione Comunicazione

Nota di pura cronaca, i sindacati SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL FNC-UGL SNATER LIBERSIND-CONFSAL lo scorso 12 dicembre 2022 in un comunicato hanno protestato contro la decisione di appaltare i lavori dell’intero progetto grafico del Festival alla Direzione Comunicazione:

Riportiamo di seguito:

Dopo svariati anni nei quali l’intero Progetto Grafico del Festival di Sanremo è stato di competenza dei progettisti videografici della Direzione Produzione TV di Roma, il 73° Festival della canzone italiana passa in carico dalla Direzione Produzione TV – Post Produzione, area aziendale d’eccellenza, alla Direzione Comunicazione, che sta esercitando una posizione di forza nei tempi e nell’ambiguità dei modi, ripetuta per giunta anche altre volte nel corso degli ultimi anni su diverse produzioni.
Direzione Creativa sta dunque, in qualche modo, scegliendo i progetti da eseguire, sottraendo, senza alcun criterio oggettivo e procedurale, lavori che normalmente sarebbero stati di Produzione TV, come da declaratoria contrattuale, sotto la responsabilità di progettisti Videografici interni.
La Struttura Creativa della Direzione Comunicazione, a differenza del reparto dei videografici, si avvale di norma di risorse in appalto per la progettazione grafica, praticando un’esternalizzazione strisciante di progetti che dovrebbero e potrebbero essere interamente gestiti dalle risorse interne, che via via si vedrebbero ridotte a meri realizzatori o addirittura a correttori di progetti realizzati esternamente alla Rai.
Ma la parte più grave, che indigna il Sindacato, è che, da quello che ci risulta, la creazione del logo per edizione 2023 del Festival era stata dapprima assegnata ad un progettista interno del reparto videografica che, a tempo pieno per alcune settimane, si era occupato di tale incarico. Il progetto era stato terminato per tempo, visionato e approvato dal regista e dal Direttore Artistico del Festival.
Dopo svariati giorni dall’approvazione di una delle proposte presentate, la Direzione Prime Time e la Direzione Comunicazione si sono confrontati concordando la realizzazione di una proposta alternativa, appropriandosi di fatto del progetto, sottraendolo alla Direzione Produzione TV di Roma (e quindi al reparto di videografica) fino a quel momento incaricato della “commessa”.

Oltre ad apparire grave la modalità, il tono e la tempistica dell’intervento di Direzione Comunicazione, ci sembrerebbe di facile intuizione poter ragionevolmente ipotizzare una sorta di “parallelismo” ombra per l’assegnazione della “commessa” con una società esterna, oltre alla scorrettezza lesiva della dignità professionale dei colleghi ed un danno economico aziendale.

Le Scriventi OO.SS ritengono che saturare ed utilizzare al meglio il personale di Centri di Produzione TV, con chiaro ed evidente risparmio di costi, sia un sacrosanto principio per un corretto impiego delle finanze pubbliche ed aziendali, ed in più sia un elemento di valorizzazione delle attitudini dei progettisti videografici e di tutti i lavoratori interni, fortemente identitari di un prodotto della Rai, evitando così sovrapposizioni di costi e/o eccessi di competenza.
Chiediamo perciò un incontro urgentissimo di chiarimento sulla vicenda, che possa evitare il ripetersi di simili episodi attraverso la corretta definizione e applicazione dei processi e dei modelli produttivi nel rispetto delle competenze delle Direzioni e del principio di pieno utilizzo delle risorse interne, del lavoro e delle professionalità coinvolte.
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL FNC-UGL SNATER LIBERSIND-CONFSAL

 

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