Home Festival di Sanremo Sanremo 2014, Fabio Fazio: “Dire di no sarebbe un insulto a chi lavora”

Sanremo 2014, Fabio Fazio: “Dire di no sarebbe un insulto a chi lavora”

Nuove dichiarazioni del conduttore di Che tempo che fa a proposito della nuova edizione della kermesse musicale.

pubblicato 3 Luglio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 16:52

Manca solo l’annuncio ufficiale, ma è più che certo che sarà Fabio Fazio a condurre Sanremo 2014. Non ci sono ancora i dettagli sul cast (e probabilmente anche la definizione dei termini economici), ma le ultime dichiarazioni rilasciate dal conduttore mettono fine a qualsiasi ipotesi di sorpresa o colpo di scena.

Sarebbe un insulto a chi lavora dire di no al Festival di Sanremo

Fazio ha pronunciato queste parole dal palco della Tigulliana, ciclo d’incontri organizzato a Santa Margherita Ligure, dove ieri ha ricevuto il premio internazionale Santa Margherita Fernanda Pivano.

Dicevamo del cast. Ad oggi non è del tutto chiaro se al fianco del conduttore di Che tempo che fa ci sarà soltanto l’inseparabile Luciana Littizzetto, come successo a febbraio scorso, o se insieme alla coppia salirà sul palco del teatro Ariston anche Jovanotti, nella veste inedita di conduttore (o qualcosa del genere) o magari Alessandro Del Piero, che si è allenato davanti alle telecamere su Sky negli ultimi tempi.

Giancarlo Leone, direttore di Rai1, nel corso della presentazione ufficiale dei palinsesti, aveva spiegato che a Viale Mazzini si aspetta fiduciosi la risposta definitiva di Fazio. Ma è ormai chiaro che il conduttore ligure ci sarà:

Di sicuro non c’è ancora niente, ma se a un uomo di televisione chiedono di presentare Sanremo non può non accettare anche se ha il timore di fare peggio dell’anno precedente. E poi farei peggio di me stesso quindi andrebbe bene lo stesso.

L’intesa di massima tra Rai e Fazio era stata confermata anche dal d.g. Luigi Gubitosi.

Fazio ieri ha inoltre ipotizzato che il Festival di Sanremo e il premio Tenco possano diventare un unico appuntamento sottolineando che “non ha senso continuare a dividere il sacro dal profano”.

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